Per un voto ieri l’Ars ha ‘bocciato’ la possibilità di costruire palafitte (e di sanare le case realizzate in riva al mare)/ MATTINALE 532

21 luglio 2021
  • Ormai il Parlamento siciliano ha perso quello che nella lingua siciliana si chiama “russuri”, se è vero che ha provato a sanare ciò che, per definizione, è impossibile sanare
  • Quando il comunista Nino Mannino, nella seconda metà degli anni ’90 del secolo passato, cominciava ad abbattere le abitazioni abusive
  • Perché abbattere le tantissime abitazioni abusive è problematico
  • L’ambiguità del Governo regionale di Nello Musumeci e il solito Gianfranco Miccichè

Ormai il Parlamento siciliano ha perso quello che nella lingua siciliana si chiama “russuri”, se è vero che ha provato a sanare ciò che, per definizione, è impossibile sanare

Per soli due voti i siciliani non potranno costruire palafitte (24 voti contrari contri 22 favorevoli). Ieri, infatti, l’Assemblea regionale siciliana ha provato a mandare all’aria una legge regionale del 1976 (dovrebbe essere la legge n, 78 del 1976), voluta dal Governo deL democristiano Angelo Bonfiglio (che all’epoca era il presidente della Regione siciliana) che ha introdotto nella nostra Isola l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia. Quando questa legge venne approvata in Sicilia erano già pronti decine di progetti che prevedevano la realizzazione di ristoranti e anche hotel sul mare, sull’esempio del Charleston di Palermo. Il dibattito non fu molto appassionato. Venne spiegato che lo stabilimento sul mare di Mondello risaliva ai tempi del Liberty e che quando venne realizzato non mancarono le critiche: tra queste ultime, i giudizi al veleno di Fulco di Verdura. Allora si obiettava che, nelle coste siciliane, qua e là, qualche stabilimento sul mare era stato realizzato: come quello di Noto Marina. In realtà, erano i tempi in cui l’economia siciliana girava grazie anche ai soldi della mafia (Palermo allora era al novantesimo posto o giù di lì per la produzione di reddito e la quarta città italiana come livello di consumi…) e buona parte della società siciliana era orientata a ‘cementificare’ le coste per realizzare la seconda casa al mare. In più c’erano, appunto, le speculazioni alberghiere. I democristiani siciliani chiusero la questione imponendo il no secco all’attività edilizia entro i 150 metri dalla battigia. Non solo. Due anni dopo un altro presidente della Regione democristiano, Piersanti Mattarella, si piantò due mesi in Assemblea regionale e, contro la mafia – di fatto fu così – riuscì, anche se tra mille difficoltà, a far approvare la riforma urbanistica (legge regionale n. 71 del 1978) che sostituiva i confusionari Piani di fabbricazione dei Comuni con i Piani regolatori generali (di fatto introducendo la pianificazione urbanistica al posto del caos) e, soprattutto, riduceva di oltre il 90% l’attività edilizia nelle aree verdi. Articolo di legge, quest’ultimo, che fece infuriare i mafiosi.

Quando il comunista Nino Mannino, nella seconda metà degli anni ’90 del secolo passato, cominciava ad abbattere le abitazioni abusive

La legge regionale che ha introdotto in Sicilia lo stop all’attività edilizia entro i 150 metri dalla battigia è sempre stata tacciata di incompletezza, perché tale norma è stata inserita in una legge che riguarda le attività turistiche e alberghiere. Chi sostiene questa tesi dimentica che il Governo dell’epoca intervenne con tale articolo proprio perché – come già ricordato – con quella legge su turismo e alberghi si stata provando a normare, tra le altre cose, anche la realizzazione di alberghi e ristoranti sul mare! E importante ricordare che queste due leggi – la n. 78 del 1976 e la n. 71 del 1978 – aprirono le porte, qualche anno dopo, all’istituzione dei Parchi e delle Riserve naturali. La domanda è: la legge che ha introdotto in Sicilia l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia è stata rispettata? In alcuni casi  sindaci l’hanno fatta rispettare, in molti casi, no. Nella seconda metà degli anni ’90 – citiamo questo esempio del quale siamo sati testimoni – l’allora sindaco di carini, Nino Mannino, vecchio comunista di vecchia scuola, venne preso per ‘marziano’ perché cominciò a disporre l’abbattimento delle abitazioni abusive.

Perché abbattere le tantissime abitazioni abusive è problematico

La verità è che in tante aree costiere della Sicilia la legge che ha introdotto l’inedificabilità assoluta entro i 150 metri dalla battigia è stata ignorata a bella posta. Tant’è vero che esistono migliaia e migliaia e migliaia di abitazioni abusive realizzate lungo le coste siciliane. Abitazioni di poco valore perché abusive. La maggior parte di queste case sono state realizzate alla buona, in attesa di una sanatoria che consentirebbe gli ampliamenti. L’idea di travolgere questa legge, abolendola, comincia nella seconda metà degli anni ’80, prosegue negli anni ’90 e prende di nuovo piede nel 2001. Ad onor di cronaca, i Governi di Totò Cuffaro e Raffaele Lombardo non hanno mai dato il via libera alla sanatoria lungo le coste. Il Governo di Rosario Crocetta –  meglio il PD, che sta dietro questo Governo – ha provato ad aggirare la norma con provvedimenti amministrativi che hanno solo aumentato la confusione. Da qualche tempo la Magistratura ha cominciato a disporre gli abbattimenti delle abitazioni abusive realizzate lungo le coste. Ma c’è un problema estremamente complesso legato a dove smaltire il materiale di risulta e al ripristino dei luoghi. Le abitazioni abusive sono tantissime e i costi elevatissimi. Dovrebbero pagare gli abusivi, che hanno trovato i soldi per costruire, ma non avrebbero i soldi per pagare lo smaltimento e il ripristino dei luoghi. Così, ieri, la politica siciliana ha tentato un colpo gobbo ‘leggermente’ incostituzionale. Della serie: chi ha avuto ha avuto, chi ha dato a dato, scurdammoce ‘o passato

L’ambiguità del Governo regionale di Nello Musumeci e il solito Gianfranco Miccichè

Ambiguo l’atteggiamento del Governo regionale di Nello Musumeci: ufficialmente, l’attuale esecutivo si è schierato contro la sanatoria lungo le coste. Però a presentare l’emendamento al disegno di legge sull’Edilizia è stato un parlamentare che fa capo a Diventeràbellissima, Giorgio Assenza, il movimento del presidente della Regione Musumeci. Non solo. La presidente della Commissione Ambiente del Parlamento siciliano, Giusy Savarino, altra esponente di Diventeràbellissima si è rimessa all’aula. Atto estremamente sbagliato, perché la Commissione Ambiente, che rappresenta tutto il Parlamento dell’Isola, avrebbe dovuto manifestare una ferma contrarietà a una sanatoria sbagliata sotto il profilo costituzionale, urbanistico e culturale. Insomma, con la votazione di ieri su un argomento censurabile sotto tutti i punti di vista il Governo Musumeci ne esce male. Bruttissima, anche, l’approvazione della cosiddetta mini-sanatoria: una sanatoria edilizia in aree dove il cemento non dovrebbe esistere. Questo articolo di legge – approvato a scrutinio segreto per un voto (23 favorevoli e 22 contrari) – introduce una folle sanatoria edilizia nelle aree dove insistono i vincoli paesaggistici. Ci aveva già provato negli anni ’90 Forza Italia, ma non c’era riuscita. Ieri, invece, l’assalto al paesaggio è riuscito. Chissà cosa ne pensa l’onorevole Gianfranco Miccichè, Forza Italia, presidente del più sgangherato e approssimativo Parlamento siciliano della storia dell’Autonomia siciliana…

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