Catania? Già spensa al dopo-Pogliese. Spunta Valeria Sudano. Con un accordo tra renziani, Lega e Autonomisti di Lombardo?

19 luglio 2021
  • Molto interessante il post su Facebook del vulcanico Mario Di Mauro
  • I giochi aperti di Matteo Renzi in Sicilia tra Palermo e Catania
  • A Palermo i renziani hanno contribuito a bloccare il solito passaggio di Gianfranco Miccichè nel centrosinistra
  • E all’ombra dell’Etna spunta Valeria Sudano

Molto interessante il post su Facebook del vulcanico Mario Di Mauro

Un post su Facebook del nostro vulcanico amico Mario Di Mauro merita di essere letto e commentato. Di Mauro non è solo una dei protagonisti di TerraeLiberAzione, non è solo un grande conoscitore della vita di Antonio Canepa, ma è anche un raffinato analista politico. Nel suo post racconta cosa potrebbe succedere in Sicilia, partendo da Catania, alla luce del possibile asse politico tra Matteo Renzi e Matteo Salvini. Leggiamo cosa scrive Di Mauro: “Osservatorio siciliano. LA DITTA SAMMARTINO&SUDANO (“renziani”) VERSO LA LEGA?”. Si parla di Luca Sammartino, giovane prodigio della politica catanese, capace di raggranellare oltre 30 mila voti di preferenza alle ultime elezioni regionali (e anche un’inchiesta penale a suo carico: i troppi voti qualche volta risultano ‘acitigni’), e di Valeria Sudano, rampolla di una importante famiglia democristiana della provincia Etnea, anche lei parlamentare. “E’ il primo ‘partito’ di Catania: 32.000 voti: una macchina elettorale potentissima. C’è una ‘operazione’ più ampia in corso: i due Mattei – che sono invenzione mentale della stessa ‘Loggia’ (questo passaggio per noi è incomprensibile) – si stanno accoppiando apertamente: le prove di nozze si fanno nel laboratorio siciliano? Non sarebbe la prima volta 🙂 certo, a far 4 conti, a Catania la ditta Sammartino&Sudano si mangia macari la Lega: è la Lega che corre verso la ditta 32.000 voti? 🙂 E Catania? ‘Diventerà…leghista’: a sua insaputa? E chi li ferma? E come? Per non dire di decine di Comuni in cui la Lega è primo o secondo partito (elezioni europee: ha eletto in Sicilia due eurodeputate, su 6 posti disponibili)”.

I giochi aperti di Matteo Renzi in Sicilia tra Palermo e Catania

Di Mauro approfondisce un fatto politico noto: Renzi, nel suo ex partito, il PD, non aveva più spazio; ha provato a dare vita a un nuovo soggetto politico, Italia Viva, ma non ingrana; e siccome le sue difficoltà politiche nascono per l’azione del suo ex partito, il PD – che ha fatto intorno a lui terra bruciata per metterlo fuori dal mondo politico – ha deciso di giocare a tutto campo. Come? In questo momento Italia Viva è l’ago della bilancia per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica. Il PD ha cercato di metterlo in fuori gioco? E lui, Renzi, con grande abilità, sta mettendo in fuori gioco il PD. Con astuzia ha prima cavalcato il disegno di legge Zan – una sorta di ‘riscrittura’ della sessualità, che coinvolge anche i minori, non si capisce bene perché e a che titolo: stranezze della nuova ‘sinistra sessuale’ – poi quando il segretario Enrico Letta si è ‘imbarcato’ in questa ‘grande battaglia politica’, ha cominciato a tirare i remi in barca. E lo sta facendo con la ‘sponda’ del centrodestra, Lega in testa. Non sappiamo come finirà con il disegno di legge Zan (secondo noi verrà rinviato a Settembre per evitare che venga stravolto in Aula); ma sappiamo che ormai, Renzi, la sua partita dovrebbe giocarla con il centrodestra, contro il partito che ha provato a metterlo in fuori gioco (il PD) e contro il Movimento 5 Stelle che detesta (ricambiato dai grillini).

A Palermo i renziani hanno contribuito a bloccare il solito passaggio di Gianfranco Miccichè nel centrosinistra

Ovviamente, la partita si è trasferita in Sicilia. A Palermo, per esempio, i renziani hanno lasciato la Giunta comunale di centrosinistra di Leoluca Orlando non per mandarlo a casa, ma per provare a portare dalla propria parte ‘pezzi’ dell’orlandismo ormai al tramonto. Un risultato i renziani, nel capoluogo siciliano, l’hanno già ottenuto: hanno contribuito a bloccare Gianfranco Miccichè, ‘capo’ (un po’ in disarmo, in verità) di Forza Italia in Sicilia che avrebbe voluto ripassare nel centrosinistra. Presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Miccichè somiglia a quei politici del romanzo I Viceré di Federico De Roberto, per i quali destra e sinistra erano la stessa cosa: l’importante era mantenere le poltrone (Miccichè, pupillo di Berlusconi e di Marcello Dell’Utri, è tra i fondatori di Forza Italia in Sicilia: solo che dal 2008 al 2017 si è alleato con il centrosinistra contro Forza Italia, per poi rientrare dentro Forza Italia come se nulla fosse: e questo la dice lunga su cosa sia questa forza politica in Sicilia…). Miccichè avrebbe voluto affrontare le elezioni regionali siciliane del prossimo anno con il centrosinistra, per farsi rieleggere presidente del Parlamento siciliano per la terza volta. Ma molti parlamentari azzurri gli hanno detto che non lo seguirebbero: e tra questi ce ne sono un paio ‘folgorati’ dal capo dei renziani siciliani, Davide Faraone.

E all’ombra dell’Etna spunta Valeria Sudano

E a Catania? “Sullo sfondo – scrive Di Mauro – anche la partita a scacchi per il prossimo sindaco metropolitano di Catania: Pogliese (Salvo Pogliese, attuale un po’ grigio sindaco di Catania ndr) non lo vogliono. E non escludiamo una mossa del cavallo e via libera alla loro ‘regina’: che è Valeria Sudano: non avrebbe molti avversari”. Insomma, a Catania, dove il centrodestra è storicamente forte, il possibile asse tra gli autonomisti di Raffaele Lombardo e Roberto di Mauro, da tempo alleati della Lega, magari insieme con i renziani, potrebbero puntare su Valeria Sudano 8anche perché a Catania Forza Italia ormai la ‘cercano con il lanternino’…). E’ l’eterna democrazia-cristiana… – commenta sconsolato Di Mauro, sicilianista marxista – il resto è una mascherata, un carnevale… E’ una ‘forza mentale’ secolare, è la DC proteiforme che non se n’è mai andata”.

Foto tratta da Catania Today

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