Infrastrutture in Sicilia, confronto tra Regione e Governo nazionale: il presidente Musumeci ‘spiega’ perché non verrà più rieletto…/ SERALE

14 luglio 2021
  • Invece di scatenare un pandemonio contro i vergognosi scippi romani, il presidente Musumeci va a discutere con chi ci penalizza. Per discutere di che cosa, poi? In buona parte del nulla!
  • Ancora il Ponte sullo Stretto: ma non vi siddriò? Ancora con il solito ‘amminchiamento’ sul collegamento stabile e bla bla bla? 
  • Il commissario al posto delle Province siciliane. Perché?
  • La solita sviolinata sull’autostrada Catania-Ragusa
  • Che senso ha discutere ancora con i ‘banditi’ romani? Contro Roma ci vuole una ribellione non le chiacchiere con i nostri ‘carnefici’! 

Invece di scatenare un pandemonio contro i vergognosi scippi romani, il presidente Musumeci va a discutere con chi ci penalizza. Per discutere di che cosa, poi? In buona parte del nulla!

Ci criticano dicendo che I Nuovi Vespri è un blog troppo serio, sempre a scrivere di politica e di economia. Così abbiamo deciso di alleggerire un po’ l’informazione che forniamo ai nostri lettori con una ‘strisciata’ umoristica: l’incontro romano tra il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e alcuni importanti-rappresentanti del Governo nazionale sulle ipotetiche infrastrutture della nostra Isola. Leggiamo questo comunicato: “È durato quasi due ore il confronto oggi pomeriggio a Roma tra il ministro delle Infrastrutture e trasporti Enrico Giovannini e il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci sui temi prioritari dell’agenda politica di Palazzo Orleans. Accompagnato dall’assessore Marco Falcone e dal vicario del gabinetto Eugenio Ceglia, il governatore ha posto al tavolo ministeriale sette temi: Ponte sullo Stretto, Piano nazionale di ripresa e resilienza, l’autostrada Ragusa-Catania, il Piano di riqualificazione delle strade provinciali, la trasformazione in hub del porto di Augusta, il Consorzio autostrade siciliane e la bonifica della zona Falcata di Messina”. Gli argomenti scelti non ci sembrano molto centrati: ma a decidere – ed è giusto che sia così – è il presidente della Regione. Noi però – ed è altrettanto giusto – possiamo dire la nostra.

Ancora il Ponte sullo Stretto: ma non vi siddriò? Ancora con il solito ‘amminchiamento’ sul collegamento stabile e bla bla bla? 

“Sul collegamento stabile dello Stretto, in particolare – leggiamo nel comunicato – il ministro ha illustrato la relazione finale della commissione tecnica, passata adesso alle competenze del Parlamento per le determinazioni. Musumeci ha assicurato che chiederà alla rappresentanza parlamentare siciliana di sollecitare l’esame della relazione nelle commissioni di merito affinché si arrivi a una scelta finale in breve tempo”. A noi il Ponte sullo Stretto sembra il solito ‘ammichiamento’ elettorale: siccome il prossimo anno si voterà per le elezioni regionali siciliane e nel 2023 ci saranno le elezioni politiche nazionali e il Sud e la Sicilia sono con il culo a terra, visto che gli amici del Nord hanno scippato a Sud e Sicilia tutto quello che potevano scippare (per Sud e Sicilia ci sono solo 10 miliardi di euro di un Pnrr che prevedeva 80 miliardi di euro!), ecco rispunta il Ponte per tentare di acchiappare voti. Ridicoli!

Il commissario al posto delle Province siciliane. Perché?

“Per la riqualificazione della viabilità secondaria, ministero e Regione hanno concordato di cofinanziare una serie di interventi, da affidare non alle ex Province (prive di personale tecnico) ma a un commissario straordinario nominato d’intesa tra Roma e Palermo”, leggiamo nel comunicato. Restiamo basiti! La competenza sulla viabilità provinciale è delle Province siciliane alle quali hanno cambiato il nome e hanno scippato i soldi. fino a prima del Governo Renzi – un disastro per le finanze regionali – le province siciliane hanno sempre gestito la viabilità provinciale. Ora scopriamo che sono “prive di personale tecnico”. E prima come hanno operato? La vera notizia è che gli appalti verranno gestito da “un commissario straordinario nominato d’intesa tra Roma e Palermo”: solita, vecchia politica!

La solita sviolinata sull’autostrada Catania-Ragusa

“Per la realizzazione dell’autostrada Ragusa-Catania – leggiamo ancora nel comunicato – il commissario appena nominato dal governo nazionale nella persona del presidente della Regione si avvarrà di un sub-commissario tecnico e si passerà da subito alla fase operativa, definendo un crono-programma delle fasi di lavoro preliminare ed esecutivo”. Due rilievi. Primo rilievo: perché l’ennesima gestione commissariale? Possibile che ogni cosa si debba fare con una struttura commissariale? Secondo rilievo: le autostrade siciliane cadono a pezzi, la Siracusa-Gela non è stata ancora completata, per chiudere il periplo autostradale siciliano manca la Gela-Mazara del Vallo e spunta l’immancabile Ragusa-Catania. Non sarebbe più logico, prima di pensare ad un’opera pubblica che, nella migliore delle ipotesi, si penderà non meno di dieci anni, sistemare la Palermo-Messina, la Messina-Catania, la Palermo-Trapani-Mazara del Vallo, completare la Siracusa-Gela e la Palermo-Agrigento e la Agrigento-Caltanissetta?

Che senso ha discutere ancora con i ‘banditi’ romani? Contro Roma ci vuole una ribellione non le chiacchiere con i nostri ‘carnefici’! 

“Abbiamo apprezzato – afferma – Nello Musumeci la dichiarata disponibilità del ministro Giovannini all’ascolto e, per alcuni temi, anche alla condivisione. Sul Pnrr abbiamo manifestato la nostra insoddisfazione per il deficit di confronto con le Regioni. Scelte calate dall’alto e non sempre prioritarie rispetto alle esigenze dell’Isola. Ora faremo lavorare i tavoli tecnici, ai quali ho delegato l’assessore Falcone e i dirigenti del gabinetto di presidenza. Per troppo tempo la Sicilia è stata colpevolmente tenuta fuori dai piani di sviluppo infrastrutturale. È giunto il momento adesso che Roma fissi tempi certi e risorse. Il nostro compito sarà quello di collaborare, naturalmente, ma anche di vigilare”. Scusi, presidente Musumeci: si sono presi quasi tutti i soldi di Sud e Sicilia – i 193 miliardi del Pnrr sono stati stanziati non per la bella faccia del Nord, ma perché Sud e Sicilia sono in grande difficoltà economica e infrastrutturale – e tutto quello che lei dice di questa vergogna è l’insoddisfazione “per il deficit di confronto con le Regioni”? Presidente: i signori del Nord, in combutta con il Governo nazionale, ‘nni futteru i picciuli, non sappiamo se lei abbia chiaro il concetto. Recandovi a Roma a parlare con i rappresentanti di un Governo nemico di Sud e Sicilia lei, presidente, ha di fatto avallato il comportamento colonialista di Roma nei riguardi della Sicilia. E lei, presidente Musumeci, dove vorrebbe essere rieletto a Roma o in Sicilia?

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