Formazione, il Tribunale dispone il sequestro conservativo di 15 milioni di euro a carico dello IAL Sicilia

7 luglio 2021
  • Come Davide si è sbarazzato di Golia, così un semplice bidello, ritenuto inviso perché la sua verità metteva a rischio i posti di lavoro e, magari, la pace sociale, ha scoperchiato un pentolone che tanti Soloni plurilaureati non riuscivano a vedere…
  • Sentenza storica del Tribunale di Palermo che entra nel merito di una vicenda che potrebbe essere paradigmatica
  • Un’ordinanza scritta “in punta di diritto” che ben apre la pista a tutti gli altri percorsi di giustizia che si vorranno intraprendere in futuro
  • Un gioco di scatole cinesi ha prodotto debiti e mala gestione, anche del personale, in quello che era l’ente di addestramento professionale di punta del più grande sindacato italiano, la CISL
  • Una storia semplice, per dirla con Leonardo Sciascia, che premia l’onestà cocciuta di un bidello con il diploma di terza media ‘pesante’

da Costantino Guzzo
vice presidente dell’Associazione sindacale  99,9#
riceviamo e pubblichiamo 

Come Davide si è sbarazzato di Golia, così un semplice bidello, ritenuto inviso perché la sua verità metteva a rischio i posti di lavoro e, magari, la pace sociale ha scoperchiato un pentolone che tanti Soloni plurilaureati non riuscivano a vedere…

C’è una verità sostanziale e c’è una verità fattuale; c’è una verità testimoniale ed una dibattimentale; c’è pure la verità storica e quella giudiziale ed un’altra politica e anche giornalistica! Il caleidoscopio, il prisma relativista della verità: il vero campo di battaglia di ogni teodicea, della scienza del bene e del male. Una cosa sola è certa: la verità, quella vera, esce dalla bocca dei semplici e degli ultimi, di coloro che, disprezzati., non hanno avuto l’ascolto dei potenti, dei farisei istruiti e dei dotti. A volte il profeta nell’Islam e nel Cristianesimo è proprio un semplice, forse anche analfabeta, ma che proprio perché ignorante non ha sovrastrutture innanzi gli occhi che gli impediscono di vedere quanto la verità sia semplice, semplicissima e alla portata di tutti. Nelle favole è il bambino puro, ingenuo e semplice a poter vedere e gridare che il re è “nudo”. Dell’affare “fallimento IAL Sicilia” da tempo urlava le evidenti verità un semplice e tragico bidello: si badi bene, un semplice operatore, ritenuto molesto e inviso a tanti perché la sua verità era rischiosa per la salvaguardia dei posti di lavoro. Così ragionano i deboli e i vili; pensano a salvare il salvabile con il loro silenzio senza poter vedere che il legno della barca è marcio e che è solo questione di tempo: tutti insieme si farà l’esperienza dell’affondamento, del naufragio. Ebbene, solo la tragicomica maschera del bidello, in tanto bordello, percepiva le verità: non la percepivano i dotti, laureati e sapientoni dirigenti o manager, plurimasterizzati in centri specializzati suoi colleghi e nemmeno la percepivano i “Soloni” burocrati dell’Assessorato!
Ma non la percepivano neanche in Commissione Antimafia a Palermo e neanche nelle 9 direzioni provinciali dell’INPS, e pure nei 9 Ispettorati del Lavoro e nemmeno i Nuclei Carabinieri per il lavoro distaccati negli Ispettorati. Verità diamantine che nessuno era pronto a vedere. Sono sicuro che adesso vorrete sapere di queste verità. Soddisfiamo giustamente la curiosità dei lettori e speriamo anche quella di tanti colleghi.

Sentenza storica del Tribunale di Palermo che entra nel merito di una vicenda che potrebbe essere paradigmatica

Il Tribunale di Palermo ha emesso la sentenza e ha ritenuto doveroso entrare nel merito di questioni che tanto hanno a che vedere con le verità che solo il bidello aveva osservate. Nel dispositivo dell’ordinanza dispone il sequestro conservativo cautelativo di beni per un importo di quasi 15 milioni di euro a carico del consiglio direttivo dello IAL Sicilia. Per giungere a tale decisione, il giudice pone l’attenzione sulla verità della curatela fallimentare. Essa parla di “decozione” dell’Ente, cioè di un ente finanziariamente “decotto”, sin dal 2010; di omissioni nel richiedere in tempo il fallimento in proprio; di aver sottratto disponibilità liquide emettendo assegni circolari in favore dello stesso Ente subito dopo l’incasso di contributi regionali e versando tali somme su altri conti; hanno omesso di versare imposte e contributi per somme rilevanti; hanno distratto contanti dalla cassa, anche in questo caso per somme rilevanti; infine, hanno omesso importanti dichiarazioni a riguardo elementi e fatti sostanziali nella procedura fallimentare su beni immobili. C’è anche un interessante passaggio sulla trasparenza, chiamiamola così, di taluni bilanci annuali.

Un’ordinanza scritta “in punta di diritto” che ben apre la pista a tutti gli altri percorsi di giustizia che si vorranno intraprendere in futuro

Il giudice per emettere l’ordinanza ha dovuto nel dispositivo chiarire taluni elementi sulla personalità giuridica dell’Ente e di conseguenza sulla responsabilità giuridica personale dei membri del consiglio direttivo. Una ordinanza che davvero è scritta in “punto di diritto”, scritta bene e che ben apre la pista a tutti gli altri percorsi di giustizia che si vorranno intraprendere in futuro, sia nel ramo civile che in quello penale. Potrebbe essere contestato il reato di “associazione a delinquere” ? C’era un accordo alla base ed uno scambio di interessi e utilità? Si spera che la sentenza ora voli trasportata elegantemente dal dio Mercurio sui tavoli della Commissione Antimafia, sul tavolo di Claudio Fava, di tanti dirigenti regionali in Assessorato, sul tavolo di qualche torrito carabiniere dei nuclei per il lavoro, sui tavoli degli ispettori stessi del Lavoro e di qualche procura della Repubblica qui in Sicilia che già da tempo ‘attenziona’ le porcherie interne alla Formazione Professionale.

Un gioco di scatole cinesi ha prodotto debiti e mala gestione, anche del personale, in quello che era l’ente di addestramento professionale di punta del più grande sindacato italiano, la CISL

Che dire ancora? È possibile che i fatti di cui l’ordinanza parla si siano ripetuti, confezionati in copia conforme, carta carbone, presso altri Enti? È una paura, una possibilità, una traccia che qualcuno deve seguire. Ad averne la peggio, in questa storia, però, restano gli “utili idioti” colleghi del bidello: lo criticarono e lo derisero ma il tempo lo ha risarcito. Egli veramente aveva visto giusto laddove i superbi tremavano. Davide ha tirato il colpo e Golia giace nella sua putrescenza. Ma Golia era il campione della parte filistea e cosa faranno adesso i filistei? Un gioco di scatole cinesi ha prodotto debiti e mala gestione, anche del personale, in quello che era l’ente di addestramento professionale di punta del più grande sindacato italiano, la CISL. Non è bastato il restyling, il cambio di nome: si è capito bene che tanto è stato caricato l’asino sinché è rimasto schiacciato dal suo peso. I debiti pesavano e ancor più pesava il fardello del personale: serviva buttare a mare l’uno e l’altro, ci hanno provato con le complicità di un sistema che mai ha controllato.

Una storia semplice, per dirla con Leonardo Sciascia, che premia l’onestà cocciuta di un bidello con il diploma di terza media ‘pesante’

La responsabilità se non è penale, certamente è morale e l’intera CISL questo lo sa bene: quanto meno devono riconoscere di aver dato fiducia a gente approssimativa nei fatti e nelle idee. I 15 milioni cautelativamente sequestrati impongono riflessioni a tanti soggetti, del passato e del presente, direttamente o indirettamente coinvolti nella vicenda. Un sequestro che anzi è stato bonario nei conteggi perché avrebbe potuto essere ancora più grande ed arrivare alla somma di 26 milioni per la parte “filistea”, come si legge nel preambolo. Una storia semplice, il bel titolo di un volume di Leonardo Sciascia, ma anche di questa storia legata alla cocciutaggine di un bidello con un diploma “pesante” di terza media.

 

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