Tra Egitto, Sudan ed Etiopia potrebbe scoppiare la guerra per le acque del Nilo. Sullo sfondo l’America e la Cina

6 luglio 2021
  • Quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi  in Africa spiegherebbe il perché hanno scippato la rielezione alla Casa Bianca a Donald Trump 
  • Il ruolo chiave di Jeffrey Feltman, già tra i protagonisti della Primavera Araba 
  • Lo scontro sulla Grande Diga Rinascimentale Etiope (GERD) sul Nilo

Quello che potrebbe succedere nei prossimi mesi  in Africa spiegherebbe il perché hanno scippato la rielezione alla Casa Bianca a Donald Trump 

In Africa potrebbe scoppiare la guerra per il controllo delle acque del Nilo. Di scena la costruzione della diga di GERD, sigla che sta per Grand Ethiopian Renaissance Dam. In ballo c’è la produzione di elettricità per l’Etiopia. Opera che creerebbe problemi al Sudan e , naturalmente, all’Egitto. Non è uno scontro interno all’Africa. Dietro questi movimenti ci sono le due più grandi potenze del mondo – Stati Uniti d’America e Cina – con interessi diversi. Gli americani hanno già avviato la prima ‘Campagna d’Africa’ quando presidente era i Democratico Barak Obama. Ci riferiamo alla ‘Primavera araba’ che ha gettato nello scompiglio non soltanto alcuni Paesi del Nord Africa, ma anche in Siria. Poi c’è stata l’interruzione inaspettata: l’elezione a sorpresa, nel 2016, di Donald Trump alla Casa Bianca. Così per quattro anni l’America non ha sparato un solo colpo, interrompendo la strategia di guerra che piace tanto ai produttori di armi non soltanto americani, ma di altri Paesi del mondo (e tra questi l’Italia che, per l’appunto, vende armi in mezzo mondo). I Nuovi Vespri ha provato a illustrare il perché le hanno inventate tutte per fare vincere le elezioni al Democratico Joe Biden. Ma bisogna tenere conto che Trump – boccando per quattro anni le guerre in mezzo mondo, a cominciare dall’Africa – ha messo in discussione interessi economici e finanziari colossali. Da qui la demonizzazione mediatica per quattro anni di fila e la ‘vittoria’ piena di ombre di Biden.

Il ruolo chiave di Jeffrey Feltman, già tra i protagonisti della Primavera Araba 

Biden si è già presentato vendendo ad Israele, in piena pandemia, armi per un valore di 750 milioni di dollari. In genere i Paesi non acquistano armi per grandi cifre per divertimento: li acquistano perché si preparano a usarle. L’attivismo degli Stati Uniti in una zona molto ‘calda’ del mondo viene raccontata con dovizia di particolari in un articolo pubblicato dal giornale on line RENOVATIO21. L’articolo porta la firma di F. William Engdahl, personaggio molto noto, considerato un dei maggiori studiosi di rischio strategico del mondo. Ha all’attivo best seller su petrolio e geopolitica. È autore, fra gli altri titoli, di Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation («Semi della distruzione, l’agenda nascosta della manipolazione genetica»), consultabile anche sul sito globalresearch.ca. Stando a questo articolo, gli americani a guida Dem si accingerebbero a intrufolarsi nel Corno d’Africa. Dove hanno inviato il diplomatico di carriera, Jeffrey Feltman, già tra i protagonisti della Primavera Araba. Questa parte dell’Africa potrebbe diventare un’area dell’Africa da sovvertire politicamente. Nell’articolo di RENOVAIO21 si parla del 2015, anno in cui gli americani hanno provocato caos “per procura” in Siria, appoggiando i Fratelli Musulmani in Egitto, in Tunisia e in Libia. Oggi gli interessi degli americani a guida DEM stanno ritornando prepotentemente in auge. L’articolo fa anche il nome di Volker Perthes, nominato rappresentante speciale delle Nazioni Unite per il Sudan. “Feltman e Perthes – si legge nell’articolo di RENOVATIO21 – hanno lavorato a stretto contatto nelle operazioni nere durante la Primavera Araba per la distruzione del Libano e la destabilizzazione di Bashar al-Assad in Siria. Entrambi avrebbero lavorato a stretto contatto anche con la CIA”.

Lo scontro sulla Grande Diga Rinascimentale Etiope (GERD) sul Nilo

Dopo una disamina su Etiopia ed Eritrea (dove non si escludono intromissioni), l’articolo esamina la Grande Diga Rinascimentale Etiope (GERD) sul Nilo. E’ una diga a gravità sul fiume Nilo azzurro in Etiopia in costruzione dal 2011. Costo dell’opera: quasi 5 miliardi di dollari. La realizzazione di questa diga creerebbe inevitabilmente problemi all’Egitto e al Sudan. Il Governo egiziano si è già rivolto all’ONU. Ma non si escludono interventi militari da parte dell’Egitto e del Sudan. E’ in questo scenario che si inseriscono gli Stati Uniti a guida DEM. E la Cina che dice di quanto sta accadendo? L’articolo ricorda che la Cina ha interessi in Etiopia, in Eritrea, in Sudan e anche in Egitto. Dove ha investito in vari settori, compreso l’acquisto di die miniere in Eritrea per oro, rame e zinco. Per non parlare degli interessi commerciali, se è vero che il commercio marittimo tra la Cina e l’Europa passa dal Corno d’Africa lungo il Mar Rosso e verso il Canale di Suez egiziano. Tutti ricordiamo cos’è successo quando una nave ha bloccato il Canale di Suez. Una guerra per l’acqua tra il Corno d’Africa e l’Egitto potrebbe sortire effetti non certo positivi sull’Europa.

Foto tratta da Europa Cristiana

 

 

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