Il ‘mitico’ raddoppio ferroviario Messina-Catania: telefonami tra cinquant’anni…/ MATTINALE 511

25 giugno 2021
  • Da oltre quarant’anni sentiamo parlare del raddoppio ferroviario tra Messina e Catania…
  • Assessore Marco Falcone: “Nel Febbraio del 2022 la posa della prima pietra”. Giusto quando si vota? 
  • I treni “Rapidi”, le opere rapide, tutto rapido
  • Raddoppio Messina-Catania, 114 Km. Dal 1970 ad oggi realizzati 50 Km. Un km di raddoppio all’anno, una ‘buona’ media. Solo la Circumetnea, in corso di realizzazione dai tempi di Omero, ha fatto meglio… 

Da oltre quarant’anni sentiamo parlare del raddoppio ferroviario tra Messina e Catania…

Correva l’anno 1978. Chi scrive cominciava a muovere i primi passi nel mondo del giornalismo. E fu allora che, per la prima volta, facemmo la nostra conoscenza con due parole magiche in Sicilia: raddoppi ferroviari. Raddoppio ferroviario della Palermo-Messina, raddoppio ferroviario della Palermo-Catania, raddoppio ferroviario della Messina-Catania, niente invece per la tratta ferroviaria Palermo-Agrigento. “I Templi? Una perdita di tempo”, ci  disse allora un tecnico. Mentre a Palermo, a Messina e a  Catania il tempo era prezioso. Qualche anno dopo collaboravamo con un quotidiano di Palermo. E siccome seguivamo l’economia, non mancò la sviolinata su due opere ferroviarie storiche: il raddoppio ferroviario Palermo-Messina e il raddoppio ferroviario della Messina-Catania. La cosa che non dimenticheremo mai è l’olimpica certezza che ha sempre accompagnato la presentazione di questi appalti, fino al 2002 in miliardi di lire, dal 2002 in poi in milioni di euro. Tratta di qua, galleria di là e, oplà!, i lavori sarebbero cominciati subito e le opere consegnate in un paio di anni… Superfluo aggiungere che, da allora ad oggi, non esiste ancora il raddoppio ferroviario della Palermo-Messina e non esiste ancora il raddoppio ferroviario della Messina-Catania. Però l’impegno dei politici, di quella che un tempo si chiamavano Ferrovie dello Stato (oggi Rfi, sigla che dovrebbe stare per Rete ferroviaria italiana) e delle imprese non manca.

Assessore Marco Falcone: “Nel Febbraio del 2022 la posa della prima pietra”. Giusto quando si vota? 

Ieri, per esempio, l’assessore regionale Marco Falcone – che a noi non sta molto simpatico perché nella passata legislatura, da capogruppo di Forza Italia all’Assemblea regionale siciliana, avallava i mutui del Governo regionale di Rosario Crocetta – ci ha fatto tornare indietro di quarant’anni, quando nelle redazioni arrivavano i comunicati stampa cartacei. Oggi è tutto elettronico, ma il senso è lo stesso: “Dopo il primo appalto da oltre un miliardo di euro, oggi accogliamo con soddisfazione l’avvenuto secondo passaggio decisivo per il raddoppio della ferrovia fra Catania e Messina. L’aggiudicazione, da parte di Rfi, del secondo lotto di lavori di ammodernamento della tratta Fiumefreddo-Taormina è una notizia che accogliamo positivamente, come segnale della volontà del gruppo Fs di dare all’Isola la dovuta priorità infrastrutturale. Avevamo preso l’impegno a fare del 2021 l’anno delle grandi opere per la Sicilia, con aggiudicazioni che supereranno nel complesso i quattro miliardi di euro. Siamo sulla buona strada verso quest’obiettivo, così come si attendono da tempo i cittadini e le forze produttive e sociali dell’Isola. Al consorzio di imprese guidato da Webuild, già vincitrice del lotto Taormina-Giampilieri – prosegue Falcone – vengono oggi assegnati altri 640 milioni di lavori per il lotto Fiumefreddo-Taormina del raddoppio, opera che nel complesso interesserà 42 chilometri di binari. Adesso – è l’auspicio dell’assessore alle Infrastrutture – confidiamo nella rapida predisposizione della progettazione esecutiva dei due lotti, attività in capo all’impresa aggiudicataria, per giungere a Febbraio 2022 alla posa della prima pietra”. In quasi coincidenza con le elezioni regionali. Coincidenze astrali.

I treni “Rapidi”, le opere rapide, tutto rapido

“Rapida”, soprattutto “Rapida”: questa è una parola che, in materia di opere ferroviarie in Sicilia, abbiamo cominciato a leggere a partire dai primi anni ’80. La prima volta che abbiamo sentito pronunciare questa parola, abbiamo pensato subito al treno – la Littorina – che prendevamo per recarci da Palermo a Sciacca. Era una linea “rapida”, “Rapido”, così veniva chiamato, così rapido che, una volta partiti da Palermo, bisognava scendere a Castelvetrano e poi, se Iddio la mandava buona, c’era la ‘coincidenza’, ovvero la Littorina (“tutùm, tutùm, tutùm…”: questo era il rumore della Littorina) che da Castelvetrano scendeva a Selinunte per poi, costeggiando il mare, arrivare a Sciacca. Era una tratta ferroviaria bellissima che quelli che avrebbero dovuto ‘rapidamente’ realizzare i raddoppi ferroviari in Sicilia hanno sbaraccato – questa volta sì rapidamente – perché era un “ramo secco”. Come potete leggere, ci stiamo perdendo nei ricordi. Ma i ricordi sono anche un viaggio tra passato e presente. Un nostro amico che, quasi autisticamente, conosce tutto delle ferrovie e delle ‘sferrovie’ siciliane, ci ricorda che il raddoppio Messina-Catania, celebrato dall’oggi assessore che avallava i mutui del Governo Crocetta, porta la magica data del 1970. Da allora il raddoppio ferroviario Messina-Catania è sempre stato “questione di qualche anno”…

Raddoppio Messina-Catania, 114 Km. Dal 1970 ad oggi realizzati 50 Km. Un km di raddoppio all’anno, una ‘buona’ media. Solo la Circumetnea, in corso di realizzazione dai tempi di Omero, ha fatto meglio… 

Così, di “qualche anno” in “qualche anno”, di un raddoppio ferroviario di circa 114 Km – parliamo sempre del raddoppio Messina-Catania – sono stati realizzati, sì e no, 50 Km. Volendo siamo nei tempi della Sicilia: 50 Km di raddoppio realizzati in 50 anni, un km all’anno, una buona media. Nessuno saprà mai quanto denaro pubblico è stato ‘immolato’ su questo raddoppio ferroviario che unisce “scillecariddi” (Stefano D’Arrigo) con la “Montagna del cielo” (Pindaro). L’appaltopoli che dallo Stretto dello straordinario autore di Horcynus Orca porta all’Etna di Pindaro si congiunge con l’appaltopoli della Circumetnea, altra opera ferroviaria mitica, i cui lavori iniziarono quando Omero si accingeva a mettere giù l’Iliade… Come non abbandonarsi, con l’assessore Falcone, a questi sogni ferroviari che corrono tra il verde dei Peloritani e le colate dell’Etna? Però, tra un sogno e l’altro, abbiamo avuto un incubo. Ci hanno detto che il completamento del raddoppio ferroviario Messina-Catania prevede lo scavo sotto Taormina. Perché ci siamo preoccupati? Perché ci siamo ricordati di quando presentarono – tanti anni fa – il progetto del Passante ferroviario di Palermo. Anche allora si parlava di scavi e gallerie sotterranee. Noi, miseri miseri, obiettammo: “Ma non è un po’ pericoloso scavare sotto Palermo?”. La risposta al nostro dubbio fu una sommatoria di sorrisi ingegneristici (da ingegneri): “Noi calcoliamo tutto al millimetro”. E altri sorrisi di quasi compatimento. A cosa va a pensare ‘sto schiacchitano… Anni dopo polemiche infinite per edifici lesionati e anche un quartiere della città sgomberato. “C’è stato un intoppo…”. I tecnici non ridevano più. Già, l’intoppo: come la vena d’acqua spuntata sottoterra, a due passi dal Palazzo Reale (ovviamente di Palermo). Chissà perché, quando ci hanno detto della galleria – e a quanto pare della stazione sotto Taormina – ci siamo ricordati degli “intoppi” ferroviari di Palermo. Del resto, se agli abitanti di Taormina piace la galleria sotto i loro piedi, beh, tutto a posto. Contenti loro, contenti tutti.

Foto tratta da La Sicilia

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti