Franco Calderone: “Ue, Stato italiano e Regione siciliana stanno distruggendo le attività di pesca della nostra Isola”

25 giugno 2021
  • Nessuno, in Sicilia, si occupa concretamente dei pescatori della nostra Isola
  • “Anche per rilanciare la pesca bisogna liberare la Sicilia da una classe dirigente fallimentare”

Nessuno, in Sicilia, si occupa concretamente dei pescatori della nostra Isola

“L’Unione europea, lo Stato italiano e la Regione siciliana hanno abbandonato il settore della pesca della nostra Isola”. Lo dice Franco Calderone, coordinatore in Sicilia di Equità Territoriale, il Movimento creato dallo scrittore e giornalista, Pino Aprile. “Quello che sta succedendo ai pescatori di Mazara del Vallo, dove ha sede la più importante flotta peschereccia italiana, è semplicemente incredibile. Non possono recarsi a pescare nel Golfo della Sirte perché i libici non vogliono. Vengono respinti dalla Turchia. Non possono pescare nel mare della Grecia. E, da qualche settimana, non possono più recarsi nel Tirreno a pescare il Gambero Rosso. Quest’ultima decisione è stata adottata dal Governo nazionale di Mario Draghi. Sarebbe stato opportuno un intervento deciso del Governo regionale siciliano. Invece né il presidente Nello Musumeci, né l’assessore con delega ad Agricoltura e Pesca, Tony Scilla, hanno fatto qualcosa di concreto a tutela dei pescatori di Mazara del Vallo e, in generale, dei pescatori di tutta la Sicilia”.

“Per rilanciare la pesca bisogna liberare la Sicilia da una classe dirigente fallimentare”

“Superfluo ricordare – prosegue Calderone – che da quando la Ue esiste quasi tutti i provvedimenti che ha adottato in materia di pesca hanno favorito le attività di pesca nell’Europa del Nord e sfavorito le attività di pesca nell’Europa mediterranea. Noi siamo i primi a difendere l’ambiente. Ma ci piacerebbe capire a cosa servono certe limitazioni alle attività di pesca – con riferimento a certi strumenti di pesca – ai Paesi dell’Europa mediterranea se poi, altri Paesi che si affacciano nel Mediterraneo e che non fanno parte dell’Unione europea, utilizzano tali strumenti di pesca e, magari, esportano il pesce in Italia. E questa non è una battuta, dal momento che, ormai da anni, l’Italia è un Paese importatore netto di pesce. Le politiche europee in materia di pesca sono sbagliate e non va escluso il dubbio che vengano pensate per favorire speculazioni. Equità Territoriale siciliana invita i pescatori della nostra Isola a riflettere sull’attuale Unione europea che penalizza quasi ‘scientificamente’ agricoltura e pesca mediterranea. E se questo avviene è perché né il Governo italiano, né il Governo regionale della Sicilia sono interessati a difendere le attività di pesca. Noi, insieme ad altri soggetti politici autonomisti, sicilianisti e indipendentisti stiamo lavorando a un progetto politico per liberare la Sicilia da una classe dirigente regionale fallimentare che non sta distruggendo solo la pesca, ma anche altri settori della vita economica e sociale, dalla Formazione professionale alla tutela dei boschi, dall’artigianato alle attività commerciali. Serve una svolta culturale che deve partire da tutti noi”.

Foto tratta da Tp24.it

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