La Formazione Professionale dell’assessore Roberto Lagalla: ‘fulgido’ esempio di nulla mescolato col niente

15 giugno 2021
  • Oggi i cavalieri della tavolata governativa siciliana sfileranno davanti ai microfoni per ‘citarsi addosso’, presentando i successi sul modello dei carri armati di Mussolini
  • Il paradigma di Todo modo di Leonardo Sciascia
  • … lorsignori vagano e non concretizzano mentre manifestano evidente impreparazione al ruolo e tanta faccia tosta
  • … lorsignori vagano e non concretizzano mentre manifestano evidente impreparazione al ruolo e tanta faccia tosta
  • … una politica  cieca e distante dalla gente, schiacciata sul proprio interesse d’immagine e di consenso, autocentrata e narcisista
  • Ormai è arrivata l’Estate e Cerere dimentica le lacrime invernali per l’assenza della sua Proserpina

dal Direttivo dell’Associazione Sindacale Lavoratori 99,9 %
riceviamo e pubblichiamo

Oggi i cavalieri della tavolata governativa siciliana sfileranno davanti ai microfoni per ‘citarsi addosso’, presentando i successi sul modello dei carri armati di Mussolini

È il giorno dei resoconti; i cavalieri della tavolata ( sic !) rotonda, gli assessori regionali del Governo di Nello Musumeci, novello Artù, sfileranno ai microfoni del giornalismo siculo per narrare i quattro anni delle loro gesta! Cosa ci narrerà il novello Lancillotto, l’assessore alla Formazione Professionale, il professor Roberto Lagalla? Ci dirà che la Formazione Professionale, il suo intero sistema è ripartito… omettendo di aggiungere che alcuni Enti non hanno nemmeno pubblicato il bando o, peggio ancora, l’hanno pubblicato sul loro sito solamente per 24 ore? Pensate che riconoscerà pubblicamente di non aver tutelato l’intera platea dei lavoratori iscritta all’ Albo… omettendo nuovamente di dire che “i fortunati” formatori sono stati pagati con cifre orarie da “caporalato” delle piantagioni di pomodoro, sottopagati e senza ore di disposizione; reclutati con Contratti di lavoro che violano il Contratto Collettivo Nazionale di categoria sottoscritto dalla Regione siciliana? Darà ancora colpa ad altri per non aver mai trovato una giusta e vera soluzione alla vertenza, allorché essa fu aperta al tavolo istituzionale del Ministero del Lavoro a Roma? O forse avrà più interesse a parlarci dei cinquanta milioni sbandierati come i carrarmati di Mussolini per le urgenze della categoria e che ora, detto alla palermitana, “UN SI SAPI CHI FINI FICINU”? Ci notizierà sulla riqualificazione, ancora a Giugno non partita? Dei 10 milioni di euro oppure del Fondo di garanzia legato alla Naspi e ancora non pagato? Ci dirà se una circolare basta a cancellare i diritti derivanti da norme di legge? Alla “tavulata rotonda” degli assessori rifulgerà la verità del regno di Musumeci-Artù?

Il paradigma di Todo modo di Leonardo Sciascia

C’è il rischio di diventar “tignosi”, noiosissimi agli altri, dovendo ribadire come in Sicilia furberia, viltà e prepotenza siano alla base del paradigma che accompagna gli uomini politici a sedersi alle assisi di governo. Si attribuisce ad Andreotti la brutta sparata che “cumannari è megghiu ca futtiri” ma ogni buon pensatore siciliano sa che la sparata del vecchio democristiano è ben poca cosa rispetto all’idea che del potere hanno burocrati e amministratori e politici nostrani. Aver potere e calpestare, obbligare a far richiesta, costruire un elettorato di clienti deferenti: Todo modo para buscar… Chi volesse capirci qualcosa nell’ “affaire Montante” si rilegga il bel volume di Sciascia: non i soldi ma il controllo, non le ricchezze ma il “consenso estorto” guida l’ideale del politico. Leonardo Sciascia fu affascinato dall’ “affaire Notarbartolo”, la chiave di lettura per lui delle funzioni latenti che stanno dietro ogni atto amministrativo.

… lorsignori vagano e non concretizzano mentre manifestano evidente impreparazione al ruolo e tanta faccia tosta

Giovanni Falcone col suo Buscetta fa esperienza dello stesso paradigma… e invece, la gente comune, di quel paradigma è la massa protagonista, il gregge dapprima pascolato (participio passato, nota bene lettore) e poi scannato, dopo chiaramente la fase di “ingrasso” (detto alla siciliana). È ciò che è accaduto ai lavoratori della Formazione Professionale! Qui, in Sicilia, alla corte di Rosario Crocetta, di Raffaele Lombardo, di Nello Musumeci e di tanta bella dottrina sociale, di destra e di sinistra! Sopraggiunge la stanchezza a parlarne; dover ribadire che lorsignori vagano e non concretizzano mentre manifestano evidente impreparazione al ruolo e tanta faccia tosta. Insensibili, sradicati, lontani: simpatetici nelle opportunità e anempatici (ci si lasci passare il termine) per le sofferenze altrui.

… una politica  cieca e distante dalla gente, schiacciata sul proprio interesse d’immagine e di consenso, autocentrata e narcisista

I punti per quagliare, come si dice tra gente pratica, per andare al sodo, son sempre gli stessi. Faccio un Albo regionale tanto poi saprò come renderlo inutilizzabile! Faccio leggi di garanzia e non dimentico di metterci dentro quelle paroline che danno a me la facoltà di applicarle. Costruisco sistemi di controllo per apparire severo e patentato “antimafia”, tanto poi anticiperò e guiderò l’ermeneutica dei controlli. Cu nasci piru, mori piru: è noto a tutti come in Sicilia il contadino non ami innestare la vite sugli alberi. Ed è noto a tutti come lo Stato repubblicano ed il suo sistema partitico non abbia saputo innestare la cultura e i principi del diritto costituzionale nell’amministrazione siciliana. Assessore Lagalla, abbiamo capito subito, al momento della sua nomina, quali sarebbero stati i suoi limiti: e non ci riferiamo al fatto che un radiologo venisse messo a guidare l’assessorato della Formazione Professionale. Ci riferiamo ai limiti di una cultura politica di provenienza, cieca e distante dalla gente, schiacciata sul proprio interesse d’immagine e di consenso, autocentrata e narcisista.

Ormai è arrivata l’Estate e Cerere dimentica le lacrime invernali per l’assenza della sua Proserpina

Tiriamo a campare, oramai è arrivata l’estate! In estate Cerere dimentica le lacrime invernali per l’assenza della sua Proserpina: l’estate quasi rende impossibile, con la sua bellezza, l’idea che possa tornare l’inverno e, con esso, la privazione. Assessore Lagalla, passi sereno tutta l’estate, al sicuro: tanto nessun sindacato cortigiano la disturberà con storie di disoccupazione e ingiustizia; nessun suo bardo le ricorderà l’immobilismo della sua amministrazione e la pochezza delle idee. Nessuno insidierà il suo posto alla tavulata rotonda. Musumeci-Artù, sarà bellissima, dicevi! La volevi “bellissima”. Noi preferiamo ricordarti che “in quo nascetur, asinus corio morietur“: si muore nella stessa pellaccia in cui si nasce!

 

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