Conte si prende il Movimento 5 Stelle. Per fare che? L’addio di Casaleggio e le parole al vetriolo di Ignazio Corrao/ MATTINALE 494

6 giugno 2021
  • Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e i ‘governativi’ filo-PD si prendono il simbolo del Movimento. Per ora gli unici voti che hanno sono quelli di benevoli quanto tragicomici sondaggi. A nostro avviso andranno a sbattere
  • Di fatto, il Movimento 5 Stelle di Conte è un partito moderato che dovrebbe vivere con i voti dei ‘rivoluzionari’. Una contraddizione politica in termini che potrebbe favorite Italexit di Paragone e Potere al Popolo
  • L’addio di Davide Casaleggio: “… Se si cerca legittimazione politica in un tribunale, vuol dire che la democrazia interna è fallita”
  • Ignazio Corrao: “Che il partito di Crimi, Conte, Sibilia e Di Maio, abbia preteso (ad ogni costo) di continuare a chiamarsi Movimento 5 stelle è una cosa bambinesca e ingannevole. Lasciate riposare quel nome in pace e abbiate il coraggio (e la dignità) di presentarvi agli elettori con nomi che evochino quel che siete e che volete fare”

Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e i ‘governativi’ filo-PD si prendono il simbolo del Movimento. Per ora gli unici voti che hanno sono quelli di benevoli quanto tragicomici sondaggi. A nostro avviso andranno a sbattere

Da quello che abbiamo capito Giuseppe Conte, Luigi Di Maio e compagnia bella continueranno a chiamarsi grillini. Il ‘marchio’ del Movimento 5 Stelle resterà a loro. L’ex capo del Governo, su Facebook, scrive che “il Movimento 5 Stelle entra, forte delle sue radici, in una nuova storia… Giugno segna l’inizio del nostro ‘secondo tempo’: siamo finalmente in possesso dei dati degli iscritti ed è stato raggiunto l’accordo con l’associazione Rousseau”. E’ l’addio tra quello che resta del Movimento 5 Stelle (ma cosa resta a parte i disastri che hanno combinato a Roma e, n generale, nei territori?) e Davide Casaleggio. “Ci siamo rivolti al Garante della Privacy – scrive sempre Conte – ottenendo la consegna dei dati entro 5 giorni, per avviare il nuovo percorso su un’altra piattaforma telematica, che terrà vivo il filo diretto con i nostri attivisti. Dopo tanti anni di collaborazione era giusto che tutto si concludesse con un accordo. ‘I debiti non si discutono, si onorano’: avevo dato la mia parola, ho fatto seguire i fatti… Mi sono direttamente confrontato con Davide Casaleggio e abbiamo trovato una soluzione, che consentisse la partenza di questa nuova fase, mettendo fine alle varie pendenze e onorando i pagamenti. Le strade si dividono ma con pieno rispetto da parte nostra. Casaleggio è un nome che evocherà sempre la storia del Movimento e chi non rispetta la propria storia non rispetta se stesso”.

Di fatto, il Movimento 5 Stelle di Conte è un partito moderato che dovrebbe vivere con i voti dei ‘rivoluzionari’. Una contraddizione politica in termini che potrebbe favorite Italexit di Paragone e Potere al Popolo

I grillini confluiranno nel PD o si presenteranno da soli? La seconda ipotesi sembra la più probabile. Sondaggi ai quali noi non crediamo proprio danno i grillini al 15%. Se, però, vai nelle Regioni e nelle città, ti accorgi che i grillini sono praticamente spariti. E allora da dove dovrebbe arrivare il 15% dei sondaggi? Non si capisce! Un fatto è certo: chi ha tutto da temere dal ‘presunto’ 15% del Movimento 5 Stelle di Conte è il PD: non crediamo, infatti, che i grillini possano togliere voti al centrodestra. E, se proprio la dobbiamo dire tutta, non crediamo che i grillini toglieranno voti al PD, che con il 18-20% ha toccato il minimo e non scenderà sotto questa soglia. Insomma, secondo chi scrive i grillini, nell’area moderata dove si sono posizionati, non hanno dove andare. Un risultato lo raggiungeranno di sicuro: la perdita del voto ‘movimentista’, che potrebbe andare a Italexit di Gianluigi Paragone, soprattutto se quest’ultimo riuscirà ad avere l’appoggio del mondo imprenditoriale (piccole e medie imprese) che ha capito che, nell’Eurozona, l’Italia è destinata a soccombere. La svolta moderata potrebbe favorire anche Potere al Popolo sempre che questo partito riuscirà ad organizzarsi nei territori.

L’addio di Davide Casaleggio: “… Se si cerca legittimazione politica in un tribunale, vuol dire che la democrazia interna è fallita”

E Davide Casaleggio? “Questo non è più il Movimento, mi disiscrivo”. E precisa: “Con dolore, al completamento del passaggio dei dati, mi disiscriverò dal MoVimento 5 Stelle come tanti hanno deciso di fare negli ultimi mesi. Questo non è più il MoVimento e sono certo non lo avrebbe più riconosciuto nemmeno mio padre… Se si cerca legittimazione politica in un tribunale, vuol dire che la democrazia interna è fallita”. E ancora: Come tantissime altre persone che ho avuto la fortuna di incontrare in questo percorso, in questi 15 anni ho contribuito gratuitamente, senza mai chiedere nulla in cambio, se non il rispetto di quei fondamentali principi, valori e regole che erano alla base del progetto che insieme a mio padre avviammo nel 2005 e che, quando ci lasciò, volle che fossero custoditi in Rousseau… Abbiamo costruito un modello di cittadinanza attiva che oggi è considerato tra i migliori 5 al mondo e ne sono profondamente orgoglioso. Il percorso della partecipazione dal basso continuerà lungo la strada che abbiamo tracciato mantenendo l’integrità, la coerenza e la solidità morale che abbiamo sempre coltivato, nei mille modi in cui sarà possibile”. Quest’ultima parte del ragionamento di Casaleggio lascerebbe intendere che potrebbe non uscire dalla politica. Fonderà un nuovo soggetto politico, magari con Alessandro Di Battista? Nella pagina Facebook di quest’ultimo non c’è nulla del ‘divorzio’ tra ciò che resta dei grillini e Casaleggio. Non è da escludere che, nelle prossime ore, o tra qualche giorno, Di Battista possa dire la sua.

Ignazio Corrao: “Che il partito di Crimi, Conte, Sibilia e Di Maio, abbia preteso (ad ogni costo) di continuare a chiamarsi Movimento 5 stelle è una cosa bambinesca e ingannevole. Lasciate riposare quel nome in pace e abbiate il coraggio (e la dignità) di presentarvi agli elettori con nomi che evochino quel che siete e che volete fare”

Chi dice la sua, invece, è Ignazio Corrao, che già da tempo ha lasciato il Movimento 5 Stelle. E lo fa con un post su Facebook molto duro: “Dovevate semplicemente chiudere tutto e ognuno per la sua strada, usando altri nomi – scrive su Facebook l’europarlamentare eletto in Sicilia e Sardegna -. L’ho detto varie volte e sono della stessa opinione tanti di quelli che han fatto quel lungo percorso ‘di cambiamento’ come me. Che il partito di Crimi, Conte, Sibilia e Di Maio, abbia preteso (ad ogni costo) di continuare a chiamarsi Movimento 5 stelle è una cosa bambinesca e ingannevole. Capisco che è molto più facile presentarsi con un brand che gode di un consenso di base dovuto a 15 anni di lavoro (anche e soprattutto di gente che avete trattato e state trattando in modo miserabile), ma comportarsi così è una roba da tornacontisti, da opportunisti calcolatori che vogliono far politica senza neanche esprimere le loro posizioni e idee (che sono più o meno le stesse dei tanti dell‘ammucchiata Draghi). È palese che chi oggi insiste per usare quel nome, rappresenta nei fatti e nella realtà l’esatto contrario di quel che era e doveva essere il fu m5s. Come se Mastella si fosse impuntato di chiamare l’UDEUR Movimento studentesco antisistema o Salvini avesse chiamato la Leganord movimento della conoscenza e dell’accoglienza. Diceva Giulio Cesare, non uno qualunque, ‘Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum‘. Se non puoi batterli unisciti a loro. È quel che è successo tra il M5s e un sistema malato e morente che rischiava di crollare sotto i colpi di un populismo mai stato così efficace. Sul più bello si è trasformato da peggior nemico in migliore amico, con buona pace di 11 milioni di illusi elettori. Lasciate riposare quel nome in pace e abbiate il coraggio (e la dignità) di presentarvi agli elettori con nomi che evochino quel che siete e che volete fare”.

Foto tratta da Sky TG24

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