Per curiosità, che fine ha fatto Giuseppe Conte? E Di Battista continuerà a fare ‘filosofia’?/ SERALE

28 maggio 2021
  • Giuseppe Conte coordinatore dei grillini? E dov’è? In televisione compare solo Enrico Letta. L’ex capo del Governo, di fatto, è sparito
  • Confermiamo la nostra revisione del Settembre 2019: Il Movimento 5 Stelle confluirà nel PD per scomparire
  • E Alessandro Di Battista? Sta lavorando alla versione politica di ‘Aspettando Godot’… 

Giuseppe Conte coordinatore dei grillini? E dov’è? In televisione compare solo Enrico Letta. L’ex capo del Governo, di fatto, è sparito

In teoria è il coordinatore nazionale del Movimento 5 Stelle. In pratica Giuseppe Conte, già capo del Governo, è sparito. Compare ogni tanto, per dire qualche parola. Ma senza esagerare. Di fatto, si è auto-oscurato. I sondaggi – ma chi ci crede? – continuano  dare i grillini al 15%: la stessa percentuale raggiunta dal Movimento alle elezioni europee del 2019, quando Luigi Di Maio e compagni dimezzarono i voti rispetto alle elezioni politiche del Marzo 2018. Dalle elezioni europee di due anni fa ad oggi i grillini non ne hanno indovinata una, ma i sondaggi li danno sempre al 15%. Tra l’altro, questa percentuale è un po’ ‘attassata’, come si usa dire a Palermo. La parola ‘attasso’, nel capoluogo siciliano, significa portare sfiga, sfortuna. Forse legata al ghiaccio: raggelare. Sul finire del 2013 anche il Movimento dell’allora Ministro, Angelino Alfano – il Nuovo Centrodestra – creato da Alfano e da altri salta fosse passati tutti dal centrodestra al centrosinistra – nei sondaggi per le elezioni europee del 2014 veniva dato al 15%. Gli alfaniani raggiunsero a mala pena il 4%: la percentuale giusta giusta – ma guarda un po’ che caso – per non sparire. Ma era questione di tempo: alle successive elezioni politiche scomparvero, anche se qualche ‘frattaglia’ ha trovato posto nella vecchia politica. La stessa fine faranno i grillini. Fateci caso: ancora oggi, in Parlamento, il Movimento 5 Stelle ha forse gli stessi parlamentari del PD. Ma l’unico che appare in televisione e nei giornali è Enrico Letta tra tasse, preti, monache, migranti. Giuseppe Conte non c’è, non viene nemmeno interpellato.

Confermiamo la nostra revisione del Settembre 2019: Il Movimento 5 Stelle confluirà nel PD per scomparire

Noi, nel Settembre del 2019, in tempi non sospetti, quando il Movimento 5 Stelle si era appena alleato con il PD, abbiamo azzardato una previsione: “E se Beppe Grillo avesse già ‘chiuso’ l’accordo per far confluire il Movimento nel PD?“. Oggi confermiamo la nostra previsione: noi non crediamo proprio che, alle prossime elezioni politiche il Movimento 5 Stelle si presenterà con il proprio simbolo. Per un motivo semplice: perché Giuseppe Conte non sta coordinando un bel niente! Sono due gli elementi che debbono fare riflettere. Il primo elemento è che – almeno da quello che si vede – alle prossime elezioni amministrative, comunali e regionali, grillini e PD si presenteranno come alleati. Il PD, che ha alle spalle un partito strutturato e presente nel gangli clientelari di quello che resta dell’Italia, bene o male dovrebbe riconfermare il 18-20% dei voti (molti dipenderà dalla eventuale presenza di formazioni di sinistra: se si presenteranno il PD scenderà). I grillini, invece, checché ne dicano i sondaggi, subiranno nuove batoste. Ed è anche logico: il Movimento 5 Stelle è nato come Movimento d’opinione: non diciamo ideologico, perché le ideologie sono cose serie: ma per i grillini si può, o meglio, si poteva sicuramente parlare di movimento di opinione. Solo che già da tempo, per dirla con Woody Allen, agli elettori i grillini di oggi fanno venire in mente opinioni che non condividono…

E Alessandro Di Battista? Sta lavorando alla versione politica di ‘Aspettando Godot’… 

Insomma, i grillini, alle prossime elezioni regionali e comunali perderanno voti. Così alle elezioni politiche del 2023 non si presenteranno. Assisteremo a uno spettacolo politico particolare: la sublimazione di un movimento politico. Il copione è già scritto: confluenza di quello che resta del grillismo nel PD. Piccole cose s’intende: quattro o cinque collegi sicuri per i ‘capi’ e tutti gli altri se ne andranno a mare. E a mare andranno pure i grillini che, dal 2018 ad oggi, hanno lasciato il Movimento. Si pensava che sarebbe sorto un nuovo soggetto politico con Alessandro Di Battista leader. Per carità, manca un anno e mezzo, il tempo ancora c’è. Ma fino ad ora non c’è stato Di Battista, che ad oggi ha fatto solo ‘filosofia’. Arroccato su Facebook, Di Battista pontifica, pontifica, pontifica. Belle parole, certo. Bisogna riconoscere che, per soffiare nel vento, Di Battista è un fuoriclasse. Tra l’altro, nei suoi post, ora un po’ sopra il rigo quando si parla di avversari, ora ‘gozzaniani’ quando si parla del Movimento 5 Stelle che si va dissolvendo, Di Battista mette grande impegno. Il problema è che, quando si finisce di leggere un post di Di Battista, uno si chiede: “Bene, e allora che facciamo?”. La risposta è sempre una: niente! Si aspetta. Chi? Godot? Poi, chissà, magari si renderà conto che ormai il Movimento 5 Stelle – che Di Battista sogna di rilanciare – è ormai un guscio svuotato dal PD e farà qualcosa. Ma quanti sono oggi i parlamentari grillini e i parlamentari usciti dal Movimento disposti a seguire Di Battista? L’ha capito che il tempo gioca in suo sfavore? Azzardiamo una seconda previsione: in un modo o nell’altro Di Battista non farà nulla. Perché? Perché la presenza alle prossime elezioni politiche di un soggetto capeggiato da Di Battista farebbe perdere voti al PD, che è il partito di riferimento dell’Unione europea dell’euro: e questo la Ue non lo consentirà. Scommettiamo?

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