‘Vendita’ all’asta dei due bacini di carenaggio di Palermo: con un po’ di ritardo si ‘svegliò’ pure la Cgil/ MATTINALE 488

27 maggio 2021
  • Cantieri Navali, Fiom e Cgil sulla vendita dei bacini e sul progetto della ex Manifattura Tabacchi: “Fare chiarezza su una storia che ha attraversato quattro governi regionali”
  • Evitare, se è possibile, le lacrime di coccodrillo
  • Dov’era la Cgil siciliana – e non soltanto quella di Palermo – negli anni dei Governi Lombardo e Crocetta? In letargo?
  • Troppi punti oscuri nella vicenda della ristrutturazione dei due bacini prevista nel 2010. Intanto i 56 milioni di euro dove sono finiti?   
  • Immobilismo del Governo Crocetta e immobilismo del Governo Musumeci
  • Chi è che vigila sugli eterni lavori nel porto di Palermo?
  • La favoletta che è tutto a posto e che tutto risplenderà
  • E’ inutile che i compagni della Cgil ci girano attorno: il progetto targato Recovery Plan sull’area Manifattura Tabacchi è sbagliato e va contrastato! 

Cantieri Navali, Fiom e Cgil sulla vendita dei bacini e sul progetto della ex Manifattura Tabacchi: “Fare chiarezza su una storia che ha attraversato quattro governi regionali”

Qualcuno – forse l’ex parlamentare regionale della sinistra, Pino Appendi – ha messo un po’ di pepe nella brutta vicenda della vendita all’asta di due bacini di carenaggio del porto di Palermo. Venduti, peraltro, a un prezzo basso. “La vendita dei due bacini di carenaggio del Cantiere Navale di Palermo, da 19 e 52 mila tonnellate è una vergogna tutta siciliana”, ha detto Apprendi: e le orecchie, a quanto pare, hanno cominciato a ‘fischiare’. E fischia di qua e fischia di là, come si dice in questi casi, s’adduvggiaru, per dirla alla siciliana, anche i compagni della Cgil di Palermo e, addirittura!, persino quelli della Fiom. Per noi che seguiamo da oltre un trentennio le vicende del Cantiere Navale di Palermo a partire dagli anni ’80, quando, questo lo ricordiamo molto bene, Cgil e Fiom non erano proprio in sintonia con Gioacchino Basile – il coraggioso operaio che denunciava le storture nella gestione dello stesso Cantiere – scoprire che Cgil e Fiom fanno un po’ di chiarezza sulle vicissitudini del Cantiere Navale di Palermo è una piacevole sorpresa. Leggiamo e commentiamo il lungo comunicato dell’organizzazione sindacale.

Evitare, se è possibile, le lacrime di coccodrillo

“Operazione verità sulla lunga storia dei bacini di carenaggio del Cantiere Navale di Palermo, da poco venduti all’asta – si legge nel comunicato -. La chiedono la Fiom e la Cgil Palermo, che tornano sulle vertenze che hanno visto il sindacato in prima linea in tutti questi anni per fare chiarezza su alcune dichiarazioni diffuse in questi giorni che riguardano le infrastrutture del Cantiere Navale e i progetti per l’ex Manifattura Tabacchi. Una storia di risorse impegnate e poi svanite, che inizia col governo Cuffaro (Totò Cuffaro, presidente della Regione siciliana 2001-2008 ndr), attraversa i governi Lombardo (Raffaele Lombardo, presidente della Regione 2008-2012 ndr) e Crocetta 8Rosario Crocetta, presidente della Regione 2012-2017 ndr) e si chiude con la vendita all’asta dei due bacini, ormai inutilizzabili, decisa dal governo Musumeci (Nello Musumeci, attuale presidente della Regione siciliana ndr). I due bacini in questione, da 19 mila e da 52 mila tonnellate, di proprietà della Regione siciliana, interamente in ferro, furono già oggetto di un intervento di manutenzione dopo la mareggiata del 1974. L’ultima volta, furono utilizzati nel 2009, per sollevare lo Scarabeo 8, ed erano già obsoleti”. A questo punto nel comunicato si leggono le dichiarazioni del segretario generale Cgil Palermo, Mario Ridulfo, dei segretari Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e Francesco Foti e le Rsu Fiom di Fincantieri Serafino Biondo e Davide Vitale: “Noi abbiamo sempre lottato per il recupero ed il riutilizzo di queste infrastrutture, fino a quando sono diventate irrecuperabili e addirittura pericolose. Oggi abbiamo perso i bacini e perso anche i finanziamenti regionali per la cantieristica che nessuno dei quattro governi Cuffaro, Lombardo, Crocetta e Musumeci è riuscito a garantire. Impegni presi e non mantenuti. I governi della Regione, e i politici che li hanno sostenuti, dovrebbero spiegare dove sono finiti i soldi stanziati per gli investimenti e, con senso di responsabilità, dovrebbero impegnare nuove risorse. Per questo abbiamo parlato di fallimento della politica industriale della Regione”.

Dov’era la Cgil siciliana – e non soltanto quella di Palermo – negli anni dei Governi Lombardo e Crocetta? In letargo?

Adesso gli amici della Cgil e della Fiom ci vogliono fare credere che loro, con i Governi regionali di centrosinistra Lombardo e Crocetta, non avevano voce in capitolo? Ci voglio fare credere che hanno subito le scelte di questi due Governi? Perché non hanno piantato, sul cantiere Navale di Palermo un po’ di ‘casini’ ai Governi Lombardo e Crocetta? Perché erano della loro parte politica? Non è che, cari amici della Cgil siciliana, ci rimanete male se vi diciamo che ci ricordate i protagonisti siciliani dell’acqua pubblica che, durante gli anni dei Governi Lombardo e Crocetta, si dimenticano dell’acqua pubblica, che infatti è rimasta nelle salde mani dei privati? facciamo questa precisazione per sottolineare che, così come il PD, in Sicilia, non farà molta strada, voi, con questi comportamenti ondivaghi accentuerete il vostro distacco dal mondo del lavoro della nostra Isola, distacco già in atto da tempo, se è vero che tanti lavoratori – Formazione e Forestali per citare due soli esempi, ma ce ne sono altri – hanno cercato altre strade sindacali.

Troppi punti oscuri nella vicenda della ristrutturazione dei due bacini prevista nel 2010. Intanto i 56 milioni di euro dove sono finiti?   

Fatta questa doverosa precisazione, proseguiamo cn i comunicato: “La prima volta abbiamo chiesto al presidente Cuffaro di intervenire per ristrutturarli – aggiungono i segretari di Cgil e Fiom – poi, nel 2009, lo abbiamo chiesto a Lombardo e alla commissione Attività Produttive dell’Ars. Abbiamo fatto una serie di scioperi, e solo dopo siamo stati ricevuti dall’assessore Venturi (Marco Venturi, assessore alle Attività produttive del Governo Lombardo ndr)”. Ancora il comunicato: “Il 7 giugno 2010 è stato firmato un protocollo d’intesa tra Fincantieri e la Regione siciliana per finanziare con 56 milioni di euro la ristrutturazione dei due bacini. L’appalto per il bacino da 19 mila tonnellate è stato aggiudicato alla Cimolai (consorziata con la Metalmeccanica Agrigentina), bloccato dal ricorso di Fincantieri, e quello per il bacino da 52 mila tonnellate è stato aggiudicato a Fincantieri, bloccato dal ricorso di Cimolai e Metalmeccanica Agrigentina. La vicenda giudiziaria ha fermato tutto”. Conosciamo perfettamente la vicenda giudiziaria: ma questa storia – scusate se siamo un po’ puntuti, ma quando ci vuole ci vuole, considerato che seguiamo le vicende del Cantiere Navale di Palermo, quando i subappalti erano quelli che erano – non può diventare un alibi per un punto e a capo: non funziona così!

Immobilismo del Governo Crocetta e immobilismo del Governo Musumeci

“Arriviamo al governo Crocetta – prosegue i comunicato -: dopo le nostre pressioni per procedere con la ristrutturazione, l’assessore alle Attività produttive Mariella Lo Bello propose di convertire i due bacini in un’unica infrastruttura da 90 mila tonnellate per l’offshore. La proposta, che prevedeva l’investimento dei 56 milioni di euro sul nuovo progetto, è stata comunicata al Mise e e rimasta anch’essa irrealizzata”. Anche in questo caso noi non ricordiamo una grande mobilitazione per spingere il Governo Crocetta a fare anche qualche cosa di utile, in questo caso di utile per il Cantiere Navale di Palermo. “Subentra il governo Musumeci – leggiamo sempre nel comunicato -. L’assessore alle Attività produttive, Girolamo Turano, presente all’iniziativa della Fiom e della Cgil ‘Parla il Cantiere’ del 3 luglio 2019, promette di intervenire sulla questione e trovare la soluzione definitiva. Intanto il tempo da allora è trascorso e i bacini, la cui tempestiva ristrutturazione avrebbe potuto attirare sul cantiere di Palermo nuove commesse e creare nuova occupazione, hanno continuato a sgretolarsi”. Non per essere noiosi, ma non ricordiamo una grande mobilitazione per spingere l’attuale assessore Turano a darsi una mossa. O ci stiamo sbagliando?

Chi è che vigila sugli eterni lavori nel porto di Palermo?

“Poi – leggiamo ancora nel comunicato – tocca al neo-presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale, Pasqualino Monti, denunciare alle altre istituzioni competenti il rischio concreto che i due bacini, ridotti in condizioni disastrose e ormai inutilizzabili, vecchi e arrugginiti, rischiano di affondare e di bloccare l’attività del Porto e del Cantiere”. E ancora: “Il sindacato – proseguono Fiom e Cgil – ha inseguito e spinto la Regione in tutti questi anni per sapere cosa intendesse fare, ma invano”. Lo sappiamo, siamo dei rompiscatole: in questi anni, cari amici della Cgil e della Fiom, avete messo alle strette il signor Pasqualino Monti sull’abbandono dei bacini di carenaggio e sugli altri grandi lavori in corso non sappiamo più da quanti anni nell’area del porto di Palermo? Non è che al porto di Palermo, visto che ad ‘armeggiare’ è sempre la cosiddetta ‘sinistra’, non bisogna disturbare i ‘manovratori’? Scusate se ci siamo stancati dell’ipocrisia in una città – Palermo – che affonda giorno dopo giorno!

La favoletta che è tutto a posto e che tutto risplenderà

Poi arrivano gli ‘zuccherini’ sindacali: “L’attività del Cantiere Navale intanto – leggiamo sempre nel comunicato – prosegue con gli altri bacini operativi, come quello da 400 mila tonnellate per le trasformazioni e le riparazioni, che per tonnellaggio è unico in Italia e il secondo nel Mediterraneo, con il bacino borbonico da 20 mila tonnellate e con lo scalo costruzioni dal quale si continuano a varare tronconi di nave. Grande attesa è riposta sul bacino da 150 mila tonnellate. Il progetto del bacino da 150 mila tonnellate, che renderà presto possibile la costruzione di navi intere, mission fondamentale per il rilancio dello stabilimento di Palermo, dopo 40 anni di inerzia della politica, sembra si stia finalmente concretizzando, con l’effettivo finanziamento di 120 milioni di euro per il suo completamento – aggiungono i sindacalisti -. Sono stati già eseguiti gli interventi di bonifica e consolidamento e Fincantieri ha formalizzato il suo impegno a utilizzare la nuova infrastruttura per la costruzione di nuove intere navi. Riteniamo che questo investimento sarà propedeutico per il rilancio del Cantiere di Palermo”. Insomma, come i bambini dopo le favole, possiamo andare a letto sereni…

E’ inutile che i compagni della Cgil ci girano attorno: il progetto targato Recovery Plan sull’area Manifattura Tabacchi è sbagliato e va contrastato! 

Ah, dimenticavamo, l’area Manifattura Tabacchi: “Nel 2009, il Comune di Palermo – leggiamo sempre nella nota del sindacato – amministrazione Cammarata (Diego Cammarata, sindaco di Palermo 2001-2011 ndr) ha approvato il Prusst 63, che prevedeva la realizzazione di un hotel a 5 stelle nell’ex Manifattura Tabacchi, con centro commerciale, sala multimediale e mega parcheggio al posto dello storico campo di calcio del quartiere. Anche in questo caso, di fronte a una scelta politica in palese contrasto con l’attività produttiva del Cantiere Navale, abbiamo iniziato una fortissima protesta e dopo 10 giorni di sciopero, il sindaco Cammarata ha sospeso il progetto”,  proseguono Ridulfo, Biondi, Foti, Biondo e Vitale. Tutto vero. E poi come finì? “Nel frattempo, dopo più di 10 anni – proseguono i sindacalisti – la Manifattura è stata inserita nell’ambito del Recovery Plan – progetti culturali strategici – per la sua riqualificazione con uno stanziamento di 33 milioni che prevede la realizzazione di un auditorium con spazi espositivi, uffici e sale congressi. Questo progetto, al contrario dell’albergo, non sarebbe in contrasto con l’attività del Cantiere Navale, come non lo è il Museo del Mare di via dell’Arsenale che organizza eventi culturali pur essendo confinante con aree di lavoro del Cantiere”. Compagni della Cgil: chi ve l’ha detto che non è in contrasto con l’attività del Cantiere Navale? Perché piace a voi? “In ogni caso – prosegue la nota sindacale – abbiamo già chiesto incontri ai diversi soggetti istituzionali che hanno competenze sull’ex Manifattura e siamo in attesa di conoscere il progetto definitivo. Se qualcuno teme che vi sia un disegno per lo smantellamento del Cantiere Navale di Palermo può stare sicuro che continueremo a vigilare, pronti alla mobilitazione ed alla lotta, come sempre abbiamo fatto”. Intanto, egregi compagni della Cgil, dovete raccontare cosa avete fatto nei dieci anni che vanno dalla protesta contro la Giunta del sindaco Diego Cammarata fino allo strano progetto targato Recovery Plan. Il capo del Governo Mario Draghi e i suoi  consulenti dovrebbero spiegare che cosa c’entra il Recovery Plan con un’utilizzazione impropria (e siamo caritatevoli, perché le parole giuste sarebbero altre!) di un’area che dovrebbe essere utilizzata per la costruzione delle navi e non per feste & festini. Compagni della Cgil di Palermo, il progetto per l’area Manifattura Tabacchi è sbagliato e va contrastato. Il resto sono chiacchiere.

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