Agricoltura: perché chiedere a Draghi, quasi a mani giunte, ciò che è un diritto delle Regioni del Sud e della Sicilia?

22 maggio 2021
  • Gli assessori all’Agricoltura delle sei Regioni del Sud ‘candidate’ a subire lo scippo dei fondi agricoli in che partiti politici militano? Se militano nei partiti nazionali che penalizzano Sud e Sicilia la partita, per Sud e Sicilia, è già persa
  • L’unica cosa da dire ai signori del Nord è: nessun taglio dei fondi del Pilastro 2 se non si tocca anche il Pilastro 1. E, in ogni caso, non toglierete un solo euro al Sud e alla Sicilia!
  • Sbagliatissimo che le Regioni del Sud chiedano al Governo Draghi un tavolo tecnico per discutere una proposta assurda di stampo colonialista

Gli assessori all’Agricoltura delle sei Regioni del Sud ‘candidate’ a subire lo scippo dei fondi agricoli in che partiti politici militano? Se militano nei partiti nazionali che penalizzano Sud e Sicilia la partita, per Sud e Sicilia, è già persa

Non ci siamo. Non è questo il modo di affrontare il tentativo, portato avanti dalle Regioni del Nord (e in parte anche del Centro), di scippare alle Regioni del Sud circa 2 miliardi di euro di fondi per l’agricoltura. Il comunicato stilato dagli assessori regionali all’Agricoltura di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria (rispettivamente Francesco Fanelli, Gianluca Gallo, Nicola Caputo, Donato Pentassuglia, Toni Scilla e Roberto Morroni) non è condivisibile:  “Il Governo decida secondo equità, evitando nuovi scippi che sarebbero deleteri per l’avvenire del motore agricolo dell’Italia”. Il Governo Draghi non può scippare 2 miliardi di euro di euro alle agricoltura delle regioni del Sud. Non c’è niente da mediare. Il seguito del comunicato è ancor meno condivisibile: “Qualora ciò si verificasse, come alcune Regioni del Centronord vorrebbero, in ciò sostenute dal ministero delle Politiche agricole ma con la manifesta avversione del Mef e della Commissione europea – dicono i 6 assessori – si realizzerebbe uno sfregio istituzionale e politico senza precedenti. Ben lo hanno compreso, a quanto pare, i tanti parlamentari che negli ultimi giorni, stando a quanto riportato dai media, sarebbero stati protagonisti di un aspro confronto col Ministro Patuanelli, che pur di difendere la linea oltranzista sarebbe arrivato a minacciare le dimissioni. Noi non ci auguriamo ciò, ma auspichiamo ovviamente un ripensamento, serio e sereno e soprattutto giusto”. A noi dispiace scrivere queste cose, ma messa così, la difesa delle Regioni del Sud sembra una recita. Quindi se questi signori del Nord si dovessero prendere i due miliardi di euro noi ci accontenteremo di prendere atto che si tratterebbe di uno “sfregio istituzionale”? Non ci siamo, non funziona. Non può essere questa la reazione nel caso dello scippo. In che partiti politici militano gli assessori regionali all’Agricoltura delle sei Regioni del Sud candidate allo scippo da parte del PUN, cioè del Partito Unico del Nord? Il vero problema è tutto lì, a buon intenditor, poche parole…

L’unica cosa da dire ai signori del Nord è: nessun taglio dei fondi del Pilastro 2 se non si tocca anche il Pilastro 1. E, in ogni caso, non toglierete un solo euro al Sud e alla Sicilia!

Lo ribadiamo: serve a poco, anzi a nulla scrivere al Ministro grillino e nordista delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli: “Non accetteremo mai colpi di mano tesi a cancellare la fase transitoria del biennio 2021-2022 e bla bla bla”, se poi non si prevede una reazione politicamente commisurata all’eventuale scippo. Una reazione forte, dura. Serve ancora meno scrivere  “Tuttavia, a chi ci ha chiuso porte in faccia confermiamo d’essere pronti, oggi come ieri, ad un confronto che riparta tenendo in massima considerazione un’analisi globale della totalità dei fondi Pac I e II pilastro, senza trascurare le tematiche legate alla quota di cofinanziamento e al regolamento Ue 2020/2220, che ha prorogato per il 2021 ed il 2022 non solo i programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilastro della Pac. Inoltre, ribadiamo la disponibilità a ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023”. Non è così che si tratta con queste persone. Questi signori, a freddo, si vogliono prendere una parte dei fondi del cosiddetto Pilastro 2, senza toccare il Pilastro 1. Già andare a trattare al Ministero, facendosi chiudere “le porte in faccia” è sbagliatissimo! Con questi non si tratta: l’unica cosa da dire è: nessun taglio dei fondi del Pilastro 2 se non si tocca anche il Pilastro 1 e, in ogni caso, non toglierete un solo euro al Sud e alla Sicilia! Non vi piace? Si va allo scontro! Barricate su tutta la linea!

Sbagliatissimo che le Regioni del Sud chiedano al Governo Draghi un tavolo tecnico per discutere una proposta assurda di stampo colonialista

Sbagliatissima al cubo la richiesta di al Governo Draghi di “insediare un tavolo tecnico cui demandare la definizione della questione, entro 60 giorni, con l’individuazione di criteri coerenti allo spirito ed alle finalità del Psr…”. Queste sono chiacchiere: e le chiacchiere stanno a zero! Le Regioni del Sud non possono chiedere l’insediamento di un tavolo tecnico solo perché le Regioni del Nord hanno deciso di scippare risorse alle Regioni del Sud! Non esiste! Questa è sudditanza del Sud verso il Nord. Non si può partire da una situazione di debolezza con l’obiettivo di evitare uno scippo! Andandosi a sedere in questo tavolo non si farebbe altro che accettare la logica colonialista stando alla quale, una bella mattina, i ‘capi’ delle Regioni del Nord si svegliano e dicono: “Togliamo un po’ di soldi a quei terroni del Sud”. Con questa gente che dà per scontato che il Sud debba comunque perdere qualcosa non si tratta: si va allo scontro e basta! Le cose vanno dette e scritte ora, perché se si andrà alla trattativa il Nord scipperà comunque qualcosa al Sud. Bisogna pronunciare ora un secco “No” allo scippo e “No” alla trattativa: uno scippo coloniale non è argomento di trattativa! Volete sapere come finirà se i sei assessori continueranno a trattare? Che lo scippo ci sarà, magari inferiore al previsto, in cambio di fumose promesse. Il “No” va pronunciato ora. Avvertendo i sei assessori che se verrà toccato un solo euro partirà la protesta delle Regioni del Sud contro Roma e contro i sei Governi regionali!

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