Sferracavallo: a chi è venuto in testa di ‘privatizzare’ le calette dove, da sempre, operano le lancitedde?

20 maggio 2021
  • Le calette dove da sempre operano le lancitedde di Sferracavallo – borgata marinara di Palermo – sono state privatizzate di punto in bianco!
  • “Siamo in presenza di più di quaranta imbarcazioni che rischiano di scomparire e con loro le secolari tradizioni marinare”
  • Intervenga subito la Regione siciliana

Le calette dove da sempre operano le lancitedde di Sferracavallo sono state privatizzate di punto in bianco!

Il denaro prima di tutto. E pazienza se, nel nome del denaro, andranno a farsi benedire pure le tradizioni siciliane. E’ il caso delle lancitedde di Sferracavallo, antica borgata marinara di Palermo. Dove la frenesia della privatizzazioni rischia di mandare all’aria un’antica tradizione legata al mare. La storia la racconta in un comunicato Francesco Riccobono, presidente dell’Associazione ambientalista Posidonia: “Si comunica che nel porticciolo di Sferracavallo le sole zone di alaggio pubblico ‘nell’area portuale’, ed in particolare le calette dette ‘zotta’ e ‘casa quarara’, da sempre zone di ricovero delle lancitedde, ovvero le barchette in legno della borgata, cui è stata avviata la richiesta per il riconoscimento storico ed etno-antropologico da parte del REIS (Registro delle eredità immateriali dell’UNESCU ), sono state date in concessione a società private e senza preavviso ai proprietari che si ritrovano privi di aree dove poter ricoverare e ormeggiare le lancitedde“.

“Siamo in presenza di più di quaranta imbarcazioni che rischiano di scomparire e con loro le secolari tradizioni marinare”

Insomma, la cultura etno-antropologica non frena le privatizzazioni. Così, di punto e in bianco, senza avvertire chi vive lì da sempre è arrivata la gestione privata! E le barchette in legno che fine faranno? “Le variopinte lancitedde – leggiamo sempre nel comunicato dell’Associazione Posidonia – non sono beni di lusso e sono piuttosto tenute ‘vive’ grazie all’abnegazione e alla passione degli sferracavallesi che ne curano il recupero e la sistemazione con interventi periodici. I delicati natanti sono realizzati unicamente in legno e richiedono interventi stagionali quali la stuccatura e la pitturazione, nonché la manutenzione e il cambio di alcune strutture e sovrastrutture deteriorate dal tempo e dagli agenti atmosferici. Lavori che solo alcuni artigiani specializzati, i conzavarchi, possono realizzare. Siamo in presenza di più di quaranta imbarcazioni che rischiano di scomparire e con loro le secolari tradizioni marinare”. L’Associazione Posidonia annuncia “manifestazioni di protesta per denunciare questa inaudita disattenzione delle istituzioni che hanno concesso le aree demaniali a privati: proprio le aree che ospitavano le lancitedde da oltre settant’anni e da secoli gli uzzareddi dei padri fondatori della borgata marinara, la più grande del Palermitano, sia pur intesa come pesca artigianale della Sicilia occidentale fino al secondo dopo guerra. Già da Sabato prossimo, 22 Maggio 2021, alle 10.00, nella caletta della zotta ci sarà una riunione tra i proprietari delle lancitedde per stabilire le modalità su come intervenire”.

Intervenga subito la Regione siciliana

Non sappiamo chi sia responsabile, sotto il profilo amministrativo, di quanto sta accedendo a Sferracavallo. Anche se abbiamo il dubbio che tutto possa essere nato da atti dell’amministrazione regionale, con riferimento alla branca dell’amministrazione che si occupa del demanio. Il nostro è un dubbio, non una certezza. Però nel dubbio, siccome abbiamo visto che l’assessore regionale al Territorio e Ambiente, Toto Cordaro, è molto impegnato nella valorizzazione delle coste siciliane, si auguriamo che trovi il tempo per capire cosa fare per tutelare una tradizione della borgata di Sferracavallo, che è anche una tradizione di Palermo e della Sicilia.

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