Figuccia, Lega: “Il Ministro Patuanelli vuole scippare 2 miliardi alle agricolture di Sud e Sicilia. Si deve dimettere”

13 maggio 2021
  • La Lega in Sicilia attacca frontalmente il Ministro grillino Patuanelli che insiste nel voler togliere alle agricolture di Sud e Sicilia 2 miliardi di euro  
  • “La Lega oggi è un partito politico nazionale che guarda agli interessi di tutto il Paese, da Nord a Sud, fino in Sicilia”
  • “Oggi, con la pandemia, per i migranti recarsi in altri Paesi europei partendo dall’Italia è difficile, molto difficile”

La Lega in Sicilia attacca frontalmente il Ministro grillino Patuanelli che insiste nel voler togliere alle agricolture di Sud e Sicilia 2 miliardi di euro  

Allora, onorevole, parliamo di questi 2 miliardi di euro che il Nord Italia vorrebbe scippare alle agricolture delle Regioni del Sud Italia e alla Sicilia? Solo alla nostra Isola – agli agricoltori della nostra Isola – verrebbero meno 400 milioni di euro. E’ una decisione del Governo nazionale di Mario Draghi. Vincenzo Figuccia, parlamentare regionale che ha aderito alla Lega, non si scompone: “Diciamo che è una decisione assunta dal Ministro delle Politiche agricole, il grillino Stefano Patuanelli. Mi dicono che Patuanelli sia stato eletto nel Nord Italia. La sua è una decisione che danneggia Sud e Sicilia per favorire l’agricoltura del Nord Italia. Siamo davanti a uno scippo finanziario odioso. Mi sembra legittimo, a questo punto, chiedere le dimissioni del Ministro Patuanelli”.

Lo sa che oggi il Ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha incontrato on line i parlamentari della Commissione Attività produttive del Parlamento siciliano? 

“Sì, lo so”.

Lei ha partecipato? 

“No”.

Perché?

“Ho deciso di non partecipare alla riunione perché conosco già la sua posizione: questo Ministro grillino e triestino vuole procedere allo scippo di 2 miliardi di euro alle agricolture del Sud e della Sicilia. Non so quali frottole abbia raccontato oggi ma – ribadisco – so che vuole procedere contro le agricolture delle regioni del Sud e contro la Sicilia. Mi auguro che si passi una mano sulla coscienza. E mi chiedo cosa pensano di questa storia i parlamentari nazionali e regionali del Movimento 5 Stelle della Sicilia”.

“La Lega oggi è un partito politico nazionale che guarda agli interessi di tutto il Paese, da Nord a Sud, fino in Sicilia”

In tanti pensano che la Lega di Salvini faccia solo gli interessi del Nord Italia.

“E si sbagliano. La Lega ormai è un partito nazionale. Una forza politica che si sta radicando al Sud e in Sicilia. Se oggi, in Sicilia, siamo qui a difendere le ragioni della nostra terra militando nella Lega, ebbene, un motivo ci sarà. E il motivo l’ho già illustrato: la Lega oggi è un partito nazionale che guarda agli interessi di tutto il Paese, da Nord a Sud, fino in Sicilia. E questa sarà la nostra linea anche sul Recovery Plan. Se ci saranno scippi al Sud e alla Sicilia, come si ipotizza, noi li denunceremo e faremo una battaglia politica per difendere i nostri diritti di siciliani”.

 

In questo momento, in Sicilia, c’è anche molta preoccupazione per i continui sbarchi di migranti.

“E’ un problema serio, che peraltro va a sommarsi alla complessa gestione della pandemia”.

Quel è la vostra posizione?

“Intanto cominciamo col dire che, alla base di tutto, c’è una tratta di essere umani. C’è chi lucra sulla disperazione di persone in difficoltà guadagnando soldi a palate. Tutto questo è insopportabile. Oggi, poi, rispetto a qualche anno fa, lo scenario è cambiato in peggio”.

“Oggi, con la pandemia, per i migranti recarsi in altri Paesi europei partendo dall’Italia è difficile, molto difficile”

Cioè?

“Fino a qualche anno fa, per la stragrande maggioranza dei migranti che arrivava in Italia passando dalla Sicilia, il nostro Paese era un punto di passaggio verso altri Paesi europei. Poi i Paesi europei hanno cominciato a controllare l’afflusso di migranti. Oggi, con la pandemia, recarsi in altri Paesi europei partendo dall’Italia è difficile, molto difficile. E allora la prima domanda che ci dobbiamo porre è: cosa vengono a fare in Sicilia e in altre regioni italiane i migranti? Guardiamo la realtà per quella che è: arrivano a Lampedusa e vanno in quarantena; poi vengono ospitati nei centri di accoglienza. Ospitati è una parola grossa, se è vero che, con l’emergenza Covid, non è facile lasciare i centri di accoglienza. Da un anno a questa parte quante fughe di migranti si sono verificate dai centri di accoglienza della Sicilia? E poi, anche se fuggono dai centri di accoglienza, dove vanno? Oggi, causa Covid, l’economia siciliana è ferma. Ci sarebbe l’agricoltura. Ma…”.

Ma?

“Sappiamo benissimo che, oggi, l’agricoltura siciliana è in grande difficoltà. Sappiamo benissimo che buona parte dell’ortofrutta siciliana deve fare i conti con ortofrutta che arriva dalla Cina, dall’Africa e da altre parti del mondo a prezzi stracciati. Per i migranti l’agricoltura siciliana offre sempre meno opportunità. Sono poche, peraltro, le aziende agricole siciliane che possono pagare gli operai agricoli secondo contratto. E sul lavoro nero – penso alla raccolta del pomodoro, ma non solo al pomodoro – molti agricoltori siciliani, piuttosto che competere con l’Africa e con la Cina ricorrendo al lavoro nero, preferiscono non coltivare più il pomodoro di pieno campo: coltivano il pomodoro per la propria famiglia e per gli amici. Ci sono agricoltori, in Sicilia, che si sono stancati. E non scartano a priori l’ipotesi di affittare i terreni per produrre energia fotovoltaica. Voi de I Nuovi Vespri vi siete occupati più volte di questo problema. E’ una questione molto seria che la politica siciliana di oggi non riesce più a ‘leggere’: e lo dico da sociologo prima che da parlamentare. Su questo punto la Sicilia si gioca il futuro di una parte importante della propria agricoltura”.

E allora?

“Allora torno a chiedere: che cosa vengono a fare in Sicilia i migranti? Quanti di loro trovano lavoro? Diciamolo chiaramente: i migranti fanno guadagnare soldi a palale ai mercanti di uomini che, dalla Libia e dalla Tunisia, li fanno arrivare in Sicilia, passando da Lampedusa: in poche parole, sono merce di scambio; servono a chi affitta allo Stato le navi quarantena a 36 mila euro al giorno, più 25 euro per ogni migrante esclusa IVA; servono ai titolari dei centri di accoglienza, dove le condizioni di vita dei migranti non possono essere definite certo brillanti. Se poi scappano dai centri di accoglienza, fuori trovano una crisi economica provocata dalla pandemia che è sotto gli occhi di tutti. Mi chiedo e chiedo: in questo scenario l’integrazione di queste persone dov’è? E poi c’è il problema Covid”.

Ovvero? 

“I migranti che arrivano in Sicilia e risultano positivi al virus come vengono conteggiati? Fanno storia a sé o vanno a sommarsi agli altri positivi della nostra Isola? Anche questo è un problema serio, che si può riflettere negativamente sull’economia. Poi c’è un problema di possibili contagi. Abbiamo già letto di migranti positivi in giro per i centri abitati della nostra Isola. Chiedo: qualcuno si sta occupando di vaccinare i migranti presenti in Sicilia? Mi sembra che solo in queste ultime ore si stia muovendo qualcosa. E quanti sono, oggi, i migranti presenti in Sicilia? Non ci sono dati ufficiali. Navighiamo nel buio. Il presidente della Regione siciliana, Musumeci, dice che ci sono oltre 70 mila migranti pronti a riversarsi in Sicilia. Abbiamo idea di che cosa potrebbe succedere?”.

 

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