Prendere esempio da Eraclea Minoa: trasformare l’immondizia di Palermo in opere d’arte!

9 maggio 2021
  • Basta con la discarica di Bellolampo e niente termovalorizzatori: diamo tutto in mano agli artisti!
  • I Cretti di munnizza ora immortalati con malta bianca, ora racchiusi nel vetro (anti-proiettile-anti-panormosauri)
  • Dalle discariche a cielo aperto alle ‘installazioni creative’
  • La munnizza e l’Unione europea

Basta con la discarica di Bellolampo e niente termovalorizzatori: diamo tutto in mano agli artisti!

Da Eraclea Minoa, provincia di Agrigento (da ‘qualche anno’ non è più una città, ma rimane ancora un po’ di spiaggia in attesa che la Regione siciliana ‘sfidi a duello’ l’erosione provocata dal mare), arriva un esempio che potrebbe essere risolutivo per Palermo e, magari, per le altre città della Sicilia dove la raccolta differenziata dei rifiuti è fallita: trasformare i rifiuti in opere d’arte! Non è uno scherzo, come potete leggere nell’articolo che abbiamo allegato. Ad Eraclea Minoa lo fanno da tre anni e, a quanto pare, riscuote grande successo. Noi pensiamo soprattutto a Palermo, alle distese di immondizia lasciate marcire nelle strade e nei marciapiedi e alle tante discariche ricche di oggetti che potrebbero dare vita a ‘installazioni’ da fare invidia ai più grandi artisti del nostro tempo, tra Dadaismo e Land Art. Gli artisti contemporanei, anzi, potrebbero essere invitati a dare un ‘contributo’. Noi ci siamo già fatti un’idea di quello che si potrebbe fare. Ovviamente la nostra proposta è suscettibile di essere migliorata da chi ha più esperienza di noi. Ecco la nostra idea in sintesi.

I Cretti di munnizza ora immortalati con malta bianca, ora racchiusi nel vetro (anti-proiettile-anti-panormosauri)

Cominciamo dalla munnizza ‘spicciola’, il così detto umido: residui alimentari, residui di verdure, di frutta, di ortaggi e via continuando. Avete presente il Cretto di Burri a Gibellina? Ecco, noi pensiamo a un sistema di Cretti che, dal centro della città di Palermo, si proietti verso tutte le direzioni, mare compreso. L’umido dovrebbe essere raccolto e ‘immortalato’ ora da una colata di malta bianca, come nel citato Cretto di Burri, ora da vetro antiproiettile (per preservarlo dai ‘panormosauri’ che sicuramente proverebbero a romperlo per vedere l’effetto che fa). Queste colate di munnizza-umida, ora invisibili perché ricoperte dalla malta bianca, ora visibili dai vetri, attraverserebbero la città dal centro verso le periferie e verso il mare. I Cretti in mare dovrebbero essere realizzati in vetro e riempiti di aria affinché galleggino: così potrebbero diventare delle boe artistiche. Mentre in alcune via larghe della città i Cretti di munnizza-umida potrebbero delimitare le piste ciclabili e i percorsi del Tram.

Dalle discariche a cielo aperto alle ‘installazioni creative’

Importante, anche, la riutilizzazione artistica di tanti materiali che oggi ritroviamo nelle discariche cittadine: materassi, pezzi di sedie, tavoli, armadi, lavandini, cessi, ferro, legno, cucine, frigoriferi, e, perché no?, anche la plastica. Ecco, si potrebbe pensare a un concorso internazionale di idee. Ma no come quelli che si fanno di solito, dove si sa prima chi deve vincere: un concorso di idee serio, vero, regolare, libero da appalti & incarichi per gli amici e sodali: un concorso dove dovranno vincere i veri artisti che verranno chiamati a creare installazioni  che, dal centro della città, dovranno ‘irraggiarsi’ verso l’infinito. Pensate un po’ che sollievo per i dipendenti della RAP di Palermo e per gli stessi cittadini palermitani. Se oggi è praticamente impossibile sbarazzarsi di una vecchia lavatrice o di una stanza da letto (non a caso si ricorre ai professionisti dello ‘sbarazzo’), con il binomio arte & munnizza chi si dovrà sbarazzare di un frigorifero o di un divano non dovrà più ricorrere al così detto “umma umma”: dovrà soltanto limitarsi a inviare un E mail agli artisti che si occupano delle ‘installazioni’: “Le serve un bel frigorifero?”, “Le serve un bel divano?” e, oplà!, il gioco sarà fatto.

La munnizza e l’Unione europea

Direte: ma chi paga, considerato che il Comune di Palermo, sotto il profilo finanziario è, come si usa dire dalle nostre parti, “muru cu muro cu ‘u spitali?“. Semplice: si utilizzeranno i fondi europei. Soprattutto dopo i ‘successi’ nella gestione della pandemia, l’Unione europea sente molto il legame con la munnizza: quale migliore occasione per riscoprire le ‘vere radici’ di un’esperienza grandiosa e inimitabile? Con l’occasione si potrebbe risolvere l’annoso problema di Bellolampo, la ‘ridente’ discarica che sovrasta Palermo. Fino ad oggi – pensate che assurdità! – per innalzare le vasche di munnizza di Bellolampo di pochi centimetri occorrono studi, autorizzazioni, ‘caratterizzazioni’ e diavolerie varie. Con la nostra proposta, tutte le sei vasche di Bellolampo potranno accumulare rifiuti ‘a tipo’ grattacieli che, ovviamente, dovranno essere ‘intrappolati’ nella malta di cemento bianco o nel vetro (sempre antiproiettile-anti-panormosauri); l’attuale discarica diventerebbe un parco munizzo-artistico, una sorta di Valle munizz’Art da fare invidia alle più grandi installazioni artistiche del mondo! Noi non siamo gelosi della nostra proposta che, da Palermo, volendo, si potrà estendere a Catania, a Messina e magari a Siracusa. E chissà se i sindaci di Palermo, Catania, Messina e Siracusa non passeranno alla storia come grandi mecenati…

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti