Agricoltura, lo scippo di 2 miliardi di euro alle Regioni del Sud: domani conferenza stampa a Roma al Senato/ SERALE

5 maggio 2021
  • Domani al Senato i rappresentanti di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia Sicilia e Umbria apriranno lo scontro politico con il Governo Draghi e, in particolare, con il Ministro grillino delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli
  • La nostra impressione è che, questa volta, lo scippo al Sud sarà ‘acitigno’, soprattutto per quello che resta del Movimento 5 Stelle e del suo Ministro
  • C’è un modo per costringere le 14 Regioni italiane che vorrebbero scippare 2 miliardi di euro di fondi agricoli alle Regioni del Sud e alla Sicilia a rimangiarsi di corsa tutto? Sì: lo illustreremo domani mattina

Domani al Senato i rappresentanti di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria apriranno lo scontro politico con il Governo Draghi e, in particolare, con il Ministro grillino delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli

Scippo di 2 miliardi di euro alle agricolture delle Regioni del Sud Italia e alla Sicilia. La manovra parte dalle Regioni del Nord Italia ed è avallata dal pessimo e antimeridionale Governo di Mario Draghi, con in testa il Ministro delle Politiche agricole, il grillino Stefano Patuanelli. Le Regioni del Sud e la Sicilia stanno stanno cercando di opporsi: “Adesso la battaglia lascia la sede del confronto istituzionale e diventa anche questione politica nazionale – leggiamo in un comunicato della Regione siciliana -. Sarà una conferenza stampa, in programma per Giovedì 6 Maggio a Roma – cioè domani – nella sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, in Senato, con inizio fissato alle ore 16.30, a segnare il cambio di passo del confronto – sin qui rimasto nei confini della Conferenza Stato-Regioni – sul tema del riparto dei fondi europei per le politiche di sviluppo. L’ipotesi di una revisione dei criteri di ripartizione, con lo stravolgimento dei parametri della storicità della spesa, incontra la ferma opposizione delle Regioni del Sud, con Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia, cui si è aggiunta anche l’Umbria, impegnate a sostenere le ragioni di un passaggio graduale che non intacchi le finalità proprie del Feasr: colmare il divario tra le aree più ricche ed evolute e quelle più povere e marginali”.

La nostra impressione è che, questa volta, lo scippo al Sud sarà ‘acitigno’, soprattutto per quello che resta del Movimento 5 Stelle e del suo Ministro

Nel comunicato si sottolinea che queste sei Regioni “rappresentano il 60% delle aree italiane interessate dal Psr e che, nelle ultime settimane, ha trovato conforto anche nelle comunicazioni della Commissione Europea”. I Psr sono i Programmi di sviluppo rurale, ovvero i fondi che l’Unione europea stanzia a sostegno dell’agricoltura. Che cosa si intenda nel fatto di aver “trovato conforto anche nelle comunicazioni della Commissione Europea” non riusciamo a capirlo. L’Unione europea si schiererà a favore delle Regioni del Sud Italia e della Sicilia che dovrebbero essere ‘derubate’ dalle Regioni del Nord? Quello che non ha mai fatto l’Italia lo dovrebbe fare la Ue? “Per mesi – osservano gli assessori all’Agricoltura del gruppo delle 6 Regioni – abbiamo tentato di ricercare un punto di equilibrio per garantire il raggiungimento di un accordo realmente unanime ed equo, scevro da penalizzazioni per zone del Paese che non sopporterebbero il peso di nuove discriminazioni che, in parole povere, si tradurrebbero in scippi di risorse essenziali. Ci siamo però trovati di fronte ad un muro di gomma che è diventato ancor più respingente dopo la presa di posizione del Ministero dell’Agricoltura, che sovvertendo la logica e le indicazioni di matrice europea ha deciso sostanzialmente di cancellare principi elementari quanto essenziali, con scelte che non lasciano emergere alcun elemento di analisi globale della totalità dei fondi Pac – I e II pilastro – destinati ai territori, non tenendo conto che il Regolamento UE 2020/2220 ha prorogato per il 2021 ed il 2022 non solo i Programmi di sviluppo rurale, ma anche l’attuale regime dei pagamenti del I pilastro della Pac”.

C’è un modo per costringere le 14 Regioni italiane che vorrebbero scippare 2 miliardi di euro di fondi agricoli alle Regioni del Sud e alla Sicilia a rimangiarsi di corsa tutto? Sì: lo illustreremo domani mattina

Da qui la decisione di avviare una mobilitazione che nei giorni scorsi ha già portato ad un incontro col Ministero per il Sud, Mara Carfagna, e che adesso sfocerà in una prima presa di contatto con l’opinione pubblica, alla quale illustrare le motivazioni di una iniziativa che va oltre la difesa dello status quo. “Siamo pronti anche a ragionare su nuovi meccanismi a partire dal 2023 – rilanciano gli assessori di Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sicilia e Umbria – ma non accettiamo colpi di mano tesi a cancellare la fase transitoria del biennio 2021-2022, che condurrebbe ad una forte penalizzazione per regioni svantaggiate che, paradossalmente, sarebbero private proprio dei fondi destinati a garantire il riequilibrio strutturale, a tutto vantaggio di zone già di per sé meglio attrezzate”. Appuntamento a Roma domani, presenti gli assessori all’Agricoltura delle 6 Regioni interessate. Domani, nel MATTINALE, lanceremo noi una proposta per fare ‘ragionare’ i politici della 14 Regioni italiane che vorrebbero ‘sfilare’ 2 miliardi di euro alle agricolture delle Regioni del Sud. 

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