L’Inter vince lo scudetto e a Milano vie e piazze invase dai tifosi. L’emergenza Covid è finita?

2 maggio 2021
  • In questo articolo non si criticano i tifosi dell’Inter che hanno invaso le piazze e le vie di Milano: si critica uno Stato di polizia che blocca i diritti costituzionali nel nome della pandemia
  • L’accesso alle piazze va garantito a tutti, e non soltati ai tifosi calcistici
  • L’emergenza epidemiologica è stata ampiamente sfruttata dai gruppi dominanti per ristrutturare il rapporto di forza in chiave autoritaria e verticistica

di Diego Fusaro

In questo articolo non si criticano i tifosi dell’Inter che hanno invaso le piazze e le vie di Milano: si critica uno Stato di polizia che blocca i diritti costituzionali nel nome della pandemia

Con la vittoria dello scudetto da parte dell’Inter, Milano si è consacrata a una festa euforica e spensierata, che ha portato a un vero e proprio sovraffollamento di luoghi nodali della città, come la splendida Piazza del Duomo. Ora, nulla di male nel giubilo da parte dei tifosi, ci mancherebbe. E lo dice peraltro uno che non ha alcun trasporto per il calcio. Il punto, però, sta altrove: segnatamente nel fatto che, per quel che riguarda i festeggiamenti per lo scudetto, sembra, almeno a vedere le immagini, che l’emergenza epidemiologica abbia per magia cessato di esistere. Strade invase da tifosi baldanzosi, piazze saturate da folle festanti, come se il coronavirus mai fosse realmente esistito. Si tratta di un vero e proprio paradosso, se si considera che sono ormai mesi che le piazze sono interdette alle manifestazioni politiche, alle assemblee, liquidate in blocco sotto il nome orrendo di assembramenti, e in generale a tutti i momenti di ritrovo sociale, culturale e magari anche politico.

L’accesso alle piazze va garantito a tutti, e non soltanto ai tifosi calcistici

Le mie riflessioni, si badi, non vanno certo nella direzione di chi sostiene che si debba chiudere tutto fintantoché dura l’emergenza, dunque potenzialmente anche per anni. Come più volte ho ribadito, la giusta lotta contro l’emergenza epidemiologica non può in alcun caso giustificare la sospensione dei diritti e delle libertà costituzionali. Detto in altri termini, sacrosanto è combattere contro il virus, folle è farlo pensando di mantenere la popolazione in lockdown per anni, limitandone peraltro le libertà costituzionali. Per questo, non intendo certo sostenere che sia sbagliato far festa sulle piazze per la vittoria dello scudetto: intendo, al contrario, sostenere che l’accesso alle piazze dovrebbe essere garantito a tutti, e non solo ai tifosi calcistici. Insomma, si tratta di un paradosso particolarmente urticante: chi scende in piazza per festeggiare la vittoria del campionato della propria squadra, è libero di farlo senza limitazioni; chi, invece, osi avventurarsi sulle piazze per rivendicare il diritto al lavoro o per contestare il nuovo ordine terapeutico, si vede multato per violazione delle norme anticovid o, in non rari casi, si vede addirittura negato il diritto alla piazza da parte delle prefetture. Quanti ristoratori in questi mesi sono stati multati per aver osato manifestare pubblicamente e oralmente il proprio dissenso? Quante manifestazioni di piazza ancora in queste settimane non sono state autorizzate?

L’emergenza epidemiologica è stata ampiamente sfruttata dai gruppi dominanti per ristrutturare il rapporto di forza in chiave autoritaria e verticistica

Vero è che il calcio, proprio come lo spettacolo mediatico, rientra già da tempo nella ben collaudata logica del panem et circenses; logica mediante la quale il potere distrae le masse, evitando che esse prendano coscienza dei reali rapporti di forza e magari anche passino a forme di poco convenzionale azione. Per parte loro, i ritrovi in piazza, per convegni culturali o per manifestazioni politiche, restano strumenti verso i quali il potere non fa nulla per nascondere la propria avversione, poiché sono luoghi di potenziale organizzazione del dissenso e della azione corale delle masse nazionali-popolari. Sotto questo riguardo, l’emergenza epidemiologica è stata ampiamente sfruttata dai gruppi dominanti per ristrutturare, come più volte ho detto, il rapporto di forza in chiave autoritaria e verticistica, imponendo divieti di assemblea e distanziamento sociale. Insomma, a voler essere conseguenti, il fabula docet che apprendiamo con i festeggiamenti meneghini per la vittoria dell’Inter dovrebbe essere, a ben vedere, il seguente: l’emergenza epidemiologica è finita, le piazze sono tornate disponibili per le assemblee. Su che basi, infatti, da qui in avanti negheranno il diritto alla piazza che è stata letteralmente invasa liberamente dai tifosi giubilanti dell’Inter trionfante?

Foto tratta da Il Messaggero 

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