Il programma di Italexit per il Sud e per la Sicilia

27 aprile 2021
  • L’attuazione dello Statuto Siciliano nelle sue parti più vitali è una grande emergenza che Italexit si propone di affrontare
  • Emissione di titoli diretti a finanziare opere strategiche e cofinanziare opere in project financing. A cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina
  • Emissione di titoli diretti a finanziare opere strategiche e cofinanziare opere in project financing. A cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina
  • Lotta alle cause che che consentono alle multinazionali e ai grandi gruppi della distribuzione, del credito e dei servizi di continuare ad estrarre ricchezza e ad eliminare lavoro
  • La corrispondenza fra il valore del proprio lavoro e il compenso è alterato in questo momento da una moneta che deprime questo rapporto a tutto svantaggio di chi lavora
  • Va salvaguardato il lavoro
  • Il ritorno alla sovranità monetaria per garantire il rilancio economico

da Gaetano Caramanno
del coordinamento regionale di Italexit
riceviamo e pubblichiamo

L’attuazione dello Statuto Siciliano nelle sue parti più vitali è una grande emergenza che Italexit si propone di affrontare

Italexit si batterà per un New Deal per il Sud d’Italia, fatto di completamenti velocizzati di opere in corso e di nuove realizzazioni con ottimizzazione delle risorse appostate e di nuove disponibilità da reperire sui mercati finanziari. La riduzione del divario infrastrutturale Sud/Nord è per noi priorità nazionale in quanto un Sud logisticamente potenziato nell’offerta portuale e logistica per i grandi traffici mediterranei darebbe nuova linfa economica e commerciale all’intero Mezzogiorno a per esso alla penisola. L’attuazione dello Statuto Siciliano nelle sue parti più vitali è la seconda grande emergenza che Italexit si propone di affrontare. L’ottenimento di risorse finanziarie utili al finanziamento dell’ammodernamento infrastrutturale siciliano passa per un recupero della fiscalità sottratta al governo dell’Isola e alla opportunità di attrarre capitali privati interni ed esteri tramite emissioni dedicate di obbligazioni regionali. Esprimiamo la volontà inoltre di stabilire in Sicilia due nuove Sedi Ministeriali dedite al controllo dei flussi migratori (Interni) e ad una strategia geopolitica (Esteri) che rivolge allo spazio mediterraneo un nuovo protagonismo politico ed economico del Paese.

Emissione di titoli diretti a finanziare opere strategiche e cofinanziare opere in project financing. A cominciare dal ponte sullo Stretto di Messina

Più specificamente Italexit propone una pianificazione finanziaria che liberi i bilanci regionali di tutti quegli esborsi riparatori verso lo Stato per i deficit cumulati liberando spazi per l’emissione di titoli diretti a finanziare opere strategiche e cofinanziare opere in project financing (il ponte sullo Stretto ha un senso se assecondato dalle tante contemporanee realizzazioni di infrastrutture utili per il rilancio dell’entroterra agricolo e la qualificazione turistico ambientale delle coste). Investimenti in infrastrutture viarie, ferroviarie, portuali e aereoportuali, incremento bacini idrici e riqualificazione sistemi di distribuzione, introduzione di sistemi di protezione ambientale e di lotta al cambiamento climatico, depurazione, sviluppo tecnologie a supporto dell’agricoltura e del commercio di prodotti locali. Il modello di sviluppo locale è fatto di programmazioni di spesa che partono dai Comuni e ancor di più dalle città metropolitane, dalla concertazione locale e invertono la tendenza a centralizzare le scelte di allocazione delle risorse, secondo uno schema che consente alle lobbies di penetrarle e condizionarle. A supporto di questa impostazione verranno assunte migliaia di figure professionali tecniche e gestionali nei Comuni e negli enti metropolitani responsabili della pianificazione, realizzazione e della gestione delle opere realizzate.

Lotta alle cause che che consentono alle multinazionali e ai grandi gruppi della distribuzione, del credito e dei servizi di continuare ad estrarre ricchezza e ad eliminare lavoro

Le strutture burocratiche regionali subiranno un netto ridimensionamento funzionale e dimensionale. Al pari delle bad company saranno decomposte e portate ad esaurimento o rivitalizzate nella parte più utile alle politiche di sviluppo citate. Offrendo tutti gli strumenti di ammortizzazione previsti o prevedibili per il personale in uscita. Ogni sfruttamento delle risorse locali (dalle concessioni estrattive e trasformative di idrocarburi alle reti idriche, elettriche e a quelle del gas, per arrivare fino a quelle telefoniche e satellitari) e ogni bolletta di consumo elevata ad una famiglia meridionale sarà sottoposta a specifico screening e valutazione di sostenibilità economica e occupazionale. Introdurremo un indice di ricaduta occupazionale di ciascuna nuova concessione o rinnovo di quelle esistenti. Velocizzeremo le opere che nei piani di spesa del Recovery Fund sono coerenti con questa impostazione e lotteremo contro quelle che consentono alle multinazionali e ai grandi gruppi della distribuzione, del credito e dei servizi di continuare ad estrarre ricchezza e ad eliminare lavoro. Ma su tutto diciamo che la nostra missione si chiama lavoro! E la sovranità monetaria è presupposto irrinunciabile per tornare a creare lavoro e a vivere di lavoro, non di assistenza né di sopravvivenza.

La corrispondenza fra il valore del proprio lavoro e il compenso è alterato in questo momento da una moneta che deprime questo rapporto a tutto svantaggio di chi lavora

Questo Paese è stato smascherato dalla pandemia. Sanità, scuola, giustizia, pubblica amministrazione… un evento stressante ma non imprevedibile come l’esplosione del Covid19 ha messo a nudo le inefficienze clamorose dell’organizzazione statale e regionali. Sotto la maschera abbiamo scoperto uno Stato patrigno che ha segnato uno spartiacque preciso fra coloro che godono di garanzie, diritti e coperture economiche e tutti gli altri che, a mercati chiusi, vengono abbandonati a se stessi. Il nostro programma è semplice. Rimuovere ogni tipo di ostacolo che impedisce alle persone, ai professionisti, agli agricoltori, agli artigiani, ai piccoli operatori del terziario, alle piccole e medie imprese industriali di lavorare e di essere retribuiti secondo il valore che producono. La corrispondenza fra il valore del proprio lavoro e il compenso è alterato in questo momento da una moneta che deprime questo rapporto a tutto svantaggio di chi lavora. Sentire dire che il Recovery fund ha salvato l’Europa è continuare a mentire sulle condizioni reali del Paese. Queste risorse sono gocce nel mare del bisogno!

Va salvaguardato il lavoro

La mutualizzazione del debito europeo è certamente un fatto nuovo ma le condizioni di attuazione sono rigide e l’Italia perderà ancora un’occasione e ciò che è peggio avrà impedito che il Sud avanzi in termini di dotazione infrastrutturale e di ritrovata produttività. In ambito regionale e soprattutto provinciale abbiamo una missione ancora più specifica. La tutela dei beni comuni per soddisfare i fabbisogni primari delle nostre comunità, prima di tutto ancora IL LAVORO, IL BENE PRINCIPALE E IRRINUNCIABILE PER UNA ESISTENZA DIGNITOSA E UTILE. NON PUO’ ESISTERE UN’AZIONE POLITICA o AMMINSITRATIVA CHE NON SI MISURI CON LA CREAZIONE E LA SALVAGUARDIA DEL LAVORO IN OGNI SUA RAPPRESENTAZIONE. E’ su questo terreno che lanciamo un appello a tutti i movimenti che hanno nella loro costituzione l’autonomismo e l’autodeterminazione dei popoli. Non esiste una dimensione autonomistica più importante di quella monetaria. L’appartenenza al sistema monetario e finanziario europeo è una condizione di sudditanza che soffoca l’economia, i diritti politici e civili, l’ambizione al progresso e al benessere collettivo raggiungibili attraverso il proprio lavoro, i mestieri, le arti, le vocazioni produttive e lo sfruttamento intelligente delle risorse locali.

Il ritorno alla sovranità monetaria per garantire il rilancio economico

La declinazione più autentica e urgente di un sicilianismo aggregante e inclusivo è quella di una nuova stagione di sovranità monetaria che garantisca un ritorno al lavoro, alle produzioni nel settore primario, in quello trasformativo e infine nell’industria turistica, il nostro paradiso che tutti ci invidiano e attorno al quale costruire un ambiente sano da consegnare integro ed evoluto alle generazioni che verranno. Poi la viabilità, la scuola, la sanità, l’acqua, la depurazione e il riuso, le concessioni nei settori dell’energia, dei trasporti, le infrastrutture. Il tema dello smaltimento dei rifiuti secondo criteri di innovazione negli investimenti in tecnologie e impianti che chiudano la fase ventennale dell’emergenza ambientale nella nostra provincia e procurino una riduzione dei costi per i cittadini. La qualità dei nostri ambienti costieri ed interni, essi rappresentano beni unici, rafforzabili e differenzianti per l’industria del turismo.

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti