La Sicilia cade a pezzi, strade e ferrovie sono un disastro, si chiudono i Pronto Soccorso, ma pensiamo al Ponte di Messina! / MATTINALE 460

23 aprile 2021
  • L’Isola delle meraviglie ha trovato un altro slogan elettorale un po’ consunto in vista delle elezioni regionali del prossimo anno: fumo negli occhi dei siciliani
  • Claudio Fava: “Musumeci ha ribattezzato il Ponte sullo stretto ‘Ulisse’. Contento lui. Ai siciliani invece resta l’Odissea quotidiana di treni lenti come cent’anni fa e di autostrade che assomigliano alla Parigi-Dakar”
  • La verità sul Ponte di Messina l’ha scritta Gesualdo Bufalino nel 1985…

L’Isola delle meraviglie ha trovato un altro slogan elettorale un po’ consunto in vista delle elezioni regionali del prossimo anno: fumo negli occhi dei siciliani

Succede di tutto, nell’Isola delle ‘meraviglie’, nell’anno II del Covid. Oltre all’appiattimento sulla sanità globale controllata in modo militare dalle multinazionali farmaceutiche – i vaccini che inseguono un Coronavirus, come in un cartone animato – abbiamo anche un surreale dibattito sul Ponte di Messina che dovrebbe unire due Regioni, Sicilia e Calabria, nel nome dei grandi appalti. Il tutto mentre, all’insegna di un virus, si toglie ai cittadini la possibilità di lavorare e di vivere. Proprio due giorni fa abbiamo raccontato della richiesta della Federconsumatori di eliminare i pedaggi in due autostrade siciliane, la Palermo-Messina e la Messina-Catania. Perché togliere i pedaggi? Perché intere parti di queste autostrade cadono a pezzi e sono percorribili con grandi disagi per gli automobilisti. Che senso ha, dicono giustamente i vertici di Federconsumatori, fare pagare i pedaggi agli automobilisti condannati già ai disagi? E questo vale per due autostrade gestite dalla Regione siciliana attraverso il Cas, il Consorzio autostrade siciliane che non ha mai operato bene, a parte una brevissima parentesi nel 2009. Poi ci sono le autostrade siciliane gestite dall’ANAS. Basta percorrere la Palermo-Catania per capire di cosa stiamo parlando: un delirio! E poi ci sono le strade a scorrimento veloce, dove la parola “veloce” fa sorridere. E poi ci sono le ferrovie, quando ci sono. E già, perché tante linee ferroviarie, in Sicilia, sono state eliminate. Le chiamavamo i “rami secchi”, eliminate per fare ‘ingrassare’ i privati delle autolinee: trasporto dei passeggeri sui bus con le autostrade e le strade a scorrimento veloce sempre più sfasciate e sulle strade provinciali che, in parte, non ci sono più, ‘inghiottite’ dalla mancanza di manutenzione. E poi i trasporti marittimi su navi che cadono a pezzi e che perdono portelloni in mare, dove lavoratori marittimi, cittadini siciliani e turisti vengono ammassato ‘a come capita’.

Claudio Fava: “Musumeci ha ribattezzato il Ponte sullo stretto ‘Ulisse’. Contento lui. Ai siciliani invece resta l’Odissea quotidiana di treni lenti come cent’anni fa e di autostrade che assomigliano alla Parigi-Dakar”

Questa è la Sicilia che, ‘a cosce aperte’, aspetta adesso l’arrivo del Ponte sullo Stretto di Messina. Prima lo volevano realizzare con i soldi del Recovery Fund. Poi hanno ‘scoperto’ con i soldi europei del Recovery andranno in maggioranza al Nord Italia. E allora? Non l’abbiamo ancora capito. Faranno un prestito? Realizzeranno il Ponte con i soldi dei privati? Scrive in una nota Salvatore Grillo, già parlamentare nazionale, presidente del Consiglio nazionale di Unità Siciliana-LeApi e tra i promotori di Mezzogiorno Federato, movimento prossimo alla costituzione ufficiale, che unificherà una molteplicità di soggetti politici e movimenti civici: “Plaudiamo all’iniziativa dei Presidenti delle due Regioni dello Stretto, i quali finalmente si sono uniti tra loro e a quanti da tempo affermano la possibilità e la necessità della realizzazione del ponte sullo Stretto. Unità Siciliana non si è mai risparmiata nel perorare la causa del Ponte in quanto principale molla per l’aumento del PIL e dell’occupazione non solo nel Sud ma nell’intera Nazione e perché consentirà al Mezzogiorno di divenire la piattaforma dell’Europa nel Mediterraneo. E’ il momento che tutte le altre regioni meridionali si allineino rapidamente alla Sicilia e alla Calabria, in vista di un risultato che andrà a favore della crescita di tutto il Sud. Questo è l’obiettivo per il quale sta nascendo il Movimento Mezzogiorno Federato”. Saggio il commento di Claudio Fava, parlamentare regionale della sinistra non-PD, presidente della Commissione Antimafia del Parlamento siciliano: “Musumeci ha ribattezzato il ponte sullo stretto ‘Ulisse’. Contento lui. Ai siciliani invece resta l’Odissea quotidiana di treni lenti come cent’anni fa e di autostrade che assomigliano alla Parigi-Dakar”.

La verità sul Ponte di Messina l’ha scritta Gesualdo Bufalino nel 1985…

Fava coglie uno ‘scivolone’ del presidente della Regione, Nello Musumeci. Ulisse, infatti, non è un personaggio positivo: è sì un ribelle, è sicuramente astuto, molto astuto (“Ti mangerò per ultimo”, gli  diceva Polifemo: e poi sappiamo com’è finita…), ma pensa di potere imporsi anche agli dèi. E va ben oltre la morale. Ulisse utilizza il proprio ingegno – che è notevole – per perseguire i propri interessi personali: froda chi gli capita a tiro, usa l’intelligenza per fini di potere, ignorando l’etica e tutto il resto. Per questa seconda puntata del Ponte sullo Stretto di Messina, presentato come la panacea di tutti i mali, non si poteva trovare un nome migliore (la prima puntata del Ponte sullo Stretto di Messina porta il nome di Berlusconi, un mezzo Ulisse milanese, campagna elettorale 2001, “Contratto con gli italiani”)… Non è un bel nome, Ulisse, anche rispetto alla campagna elettorale per le prossime elezioni regionali siciliane. Non c’è bisogno di chissà quale analisi sociologiche per capire che tutta questa gazzarra sul Ponte di Messina non è altro che un’operazione mediatica in vista delle elezioni regionali, per provare a far dimenticare ai siciliani che l’Italia, dopo un anno di pandemia, invece di andare avanti va indietro, tra zone rosse, ospedali che si occupano solo di malati Covid dimenticando altre malattie e, magari, chiudendo Pronto Soccorso, coprifuoco ed economia che cola a picco. Chiudiamo con una riflessione dello scrittore siciliano Gesualdo Bufalino sul Ponte. E un passo di un articolo che il grande prosatore di Comiso scrisse per il quotidiano la Repubblica nel 1985: “E’ un morbo vecchio di secoli, ma non saranno né la segregazione né l’aggregazione a salvarcene: né una chirurgia che ci amputi, né un ponte che ci concilii. Occorrono cure diverse, e io dico timidamente: libri e acqua, libri e strade, libri e case, libri e occupazione. Libri”.

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