Eolie: zero servizi per trasporto disabili, problemi su aliscafi e traghetti, niente punto nascite

21 aprile 2021
  • La denuncia del parlamentare nazionale di Italia Viva, Michele Anzaldi. Che pubblica su Facebook una lettera del presidente del Comitato Eolie, Danilo Conti 
  • “Né un aliscafo a norma, né alcun navi traghetto, né servizi di mobilità sull’isola, né tantomeno servizi di taxi capace di trasportare i disabili”

La denuncia del parlamentare nazionale di Italia Viva, Michele Anzaldi. Che pubblica su Facebook una lettera del presidente del Comitato Eolie, Danilo Conti 

Per noi che proviamo a seguire quello che succede nel complicato mondo dei trasporti via mare della Sicilia non può sfuggire un post scritto dal parlamentare nazionale di Italia Viva, Michele Anzaldi. Dove si racconta quello che succede a Lipari, anche in riferimento ai trasporti marittimi. Anzaldi pubblica la lettera del presidente del Comitato Eolie, Danilo Conti. “Ricevo e pubblico – scrive Anzaldi – la lettera di un cittadino che denuncia come al Sud in alcune realtà la legge 13/89 sull’ abbattimento delle barriere architettoniche sia totalmente non rispettata. La situazione nelle Eolie e in particolare a Lipari è gravissima. Come viene denunciato, in queste isole l’unità d’Italia si riscontra ormai solo dal punto fiscale o meglio contributivo. Nessun servizio per il trasporto disabili nell’isola, nessun aliscafo o traghetto a norma per il trasporto di disabili, nessuna assistenza ai malati gravi e gravissimi. A questo si aggiunge la chiusura del punto nascite. In pratica nelle Eolie non nascono più bambini o meglio nascono a Reggio o Messina! Non avendo un ospedale attrezzato per la nascita, a ridosso dell’evento si scappa in Calabria o Sicilia! Un trattamento da serie B, nonostante il pagamento delle tasse da serie A come tutti. Cercherò con altri colleghi, anche di altri partiti, di presentare un’interrogazione su questi fatti”.

“Né un aliscafo a norma, né alcun navi traghetto, né servizi di mobilità sull’isola, né tantomeno servizi di taxi capace di trasportare i disabili”

La lettera di Danilo Conti pubblicata su Facebook non si legge bene (almeno noi non ci riusciamo). MESSINA TODAY pubblica la lettera di Conti che noi riportiamo: “Disabili e sanità, il grido di aiuto del Comitato del Comitato Eolie: “Situazione gravissima, nessun servizio”. “Combattiamo in Regione da anni – scrive Conti – per non vedere calpestati i nostri diritti di cittadini che pagano le tasse senza avere chissà che servizi in cambio, non possiamo più nascere a Lipari essendo stato chiuso il punto nascite; viviamo nelle isole più belle del mondo, paradiso Unesco, ma non riusciamo a trattare i nostri amici disabili come vorremmo e come loro spetterebbe. Dimenticare di rinnovare il servizio del pulmino dei disabili sull’isola è un fatto gravissimo. Grazie all’associazione Anci che si è resa disponibile a portare avanti il servizio con l’aiuto anche di qualche sponsor, si è potuto transitoriamente risolvere il problema”. Nella lettera si cita il caso del servizio svolto da un’associazione per portare “i bambini disabili al centro riabilitazione ed a scuola”, sevizio che è stato sospeso da un anno “per mancanza fondi”. Sempre per negligenza e carenza fondi, prosegue la lettera,  è stata “sospesa l’assistenza ai malati gravissimi lasciandoli al proprio destino. Insomma un fallimento gestionale dell’amministrazione che necessita quanto prima una modifica del modo di amministrare. Perché devono essere sempre le categorie più fragili a pagare? Trattati come figli di un Dio Minore. Ci apprestiamo – continua Conti – ad iniziare, se Dio ce lo permetterà, una stagione turistica fondamentale per l’economia territoriale, seriamente provata, e non siamo in grado di accogliere sulle isole le persone fragili. Né un aliscafo a norma, né alcun navi traghetto, né servizi di mobilità sull’isola, né tantomeno servizi di taxi capace di trasportare i disabili. E’ persino negato loro di andare a pregare in una chiesa o comprare 500 grammi di carne o pesce, dovendo attendere fuori la porta per mancanza di accesso disabili. Un paese che non ha cura dei propri fratelli disabili non è un paese civile. Spero – conclude – anche attraverso la sua voce possa innescarsi un radicale cambio di marcia”.“

 

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