Palermo sprofonda nel baratro. Vi raccontiamo perché l’unico che può salvare Palermo è Barack Obama

17 aprile 2021
  • L’unico fatto positivo di questo ‘bordello’ politico cittadino è la ‘bocciatura’ del Piano triennale delle opere pubbliche che ‘azzoppa’ le nuove linee di Tram. I grillini con Orlando?   
  • Barak Obama – che è il vero presidente degli Stati degli Stati Uniti d’America – potrebbe liberare Palermo chiamando Leoluca Orlando all’ONU  
  • Il peggio deve ancora arrivare 

L’unico fatto positivo di questo ‘bordello’ politico cittadino è la ‘bocciatura’ del Piano triennale delle opere pubbliche che ‘azzoppa’ le nuove linee di Tram. I grillini con Orlando?   

Palermo, Comune di Palermo, Consiglio comunale di Palermo, Giunta comunale di Palermo: tanto rumore per nulla! Confessiamo che ci stiamo divertendo un mondo, negli ultimi giorni, nel vedere il grande ‘annacamento’ della politica cittadina, mentre la città sprofonda. Perché scriviamo tanto rumore per nulla? Esaminiamo gli eventi degli ultimi giorni: i consiglieri comunali renziani che escono dalla maggioranza che sostiene il sindaco Leoluca Orlando; gli amministratori della RAP che si dimettono determinando il ‘siluramento’ del presidente renziano della stessa RAP, Giuseppe Norata; i tre consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle che potrebbero entrare nella Giunta di Orlando spinti dal parlamentare nazionale grillino, Adriano Varrica; il Consiglio comunale che ‘boccia’ il Piano triennale delle opere pubbliche che ‘contiene’ in un emendamento le nuove linee di Tram i i nuovi avveniristici parcheggi (in realtà il Consiglio comunale aveva già ‘bocciato’ il previsionale, azzoppando le nuove linee di Tram); Orlando che andrà comunque avanti con una Giunta di minoranza, anche se senza le nuove linee di Tram il fine ultimo dell’esperienza di sindaco di Palermo viene meno. In una città normale il sindaco si sarebbe già dimesso, il Consigli comunale pure e la parola passerebbe agli elettori. Ma Palermo non è una città normale. A meno di un colpo di scena – che non può essere escluso solo perché in politica nulla si può escludere, anche l’evento statisticamente più improbabile – Orlando non si dimetterà mai. Anche se riuscirà – e probabilmente con Varrica ci riuscirà a ‘imbarcare’ i tre consiglieri comunali grillini – non dovrebbe avere in Consiglio comunale una maggioranza. Anche se il parlamentare Edy Tamajo resterà con Orlando, molto difficilmente il sindaco riuscirà a mettere in piedi una maggioranza di 21 consiglieri comunali. I renziani diventano l’ago della bilancia.

Barak Obama – che è il vero presidente degli Stati degli Stati Uniti d’America – potrebbe liberare Palermo chiamando Leoluca Orlando all’ONU 

Ribadiamo: le dimissioni di Orlando rimasto senza Piano triennale delle opere pubbliche e con il Tram azzoppato (appalti per circa 450 milioni di euro compresi i futuristici parcheggi: ma si fanno questi ‘scherzi in prossimità di tre campagne elettorali – elezioni comunali di Palermo della Primavera del prossimo anno, elezioni regionali siciliane del Novembre del prossimo anno, elezioni politiche nazionali del Marzo 2023?) non dovrebbero essere all’ordine del giorno. A meno che Barak Obama – che il vero vincitore delle elezioni americane e, di fatto, è il vero presidente degli Stati Uniti d’America, esercitando questo ruolo da dietro le quinte – gli offra un posto un posto all’ONU. Lascerebbe, in questo caso, la poltrona di sindaco di Palermo? Non lo sappiamo. Perché, in questo momento, il centrosinistra – che è lo schieramento al quale fa capo il primo cittadino del capoluogo siciliano – perderebbe matematicamente le elezioni. Molto più lungimirante la strategia dei renziani, che vorrebbero azzerare tutto per dare vita a una sorta di Giunta comunale di salute pubblica per imbrigliare le opposizione nello sfascio della città. Le opposizioni cadranno in questo tranello renziano? Non lo sappiamo. Ma una cosa la sappiamo: se Orlando resterà sindaco, ebbene, farà il sindaco senza una maggioranza in Consiglio comunale; nessuno lo manderebbe a casa e continuerà per un altro anno. Sarà così? Non lo sappiamo.

Il peggio deve ancora arrivare 

Una cosa invece la sappiamo. Palermo è ormai una città allo sbando, una città dove non funziona quasi nulla: raccolta dei rifiuti disastrosa, trasporti pubblici non ne parliamo, strade non ne parliamo, gestione delle strutture sportive inesistente, gestione commerciali disastrosa, gestione del verde cittadino disastrosa, finanze comunali che colano a picco e via continuando. Ed è incredibile che, in questo marasma, la città debba sopportare un altro anno di entropia amministrativa. La situazione peggiorerà, perché di mezzo c’è anche la pandemia gestita malissimo a tutti i livelli. Ci dispiace scrivere queste cose, ma considerata la qualità politica che oggi offre oggi il capoluogo della Sicilia, il peggio deve ancora arrivare. A tutti i livelli.

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