La Palermo che si sbriciola: l’incredibile storia del Ponte Oreto che ‘trema’ dal 2002. Spuntano due relazioni tecniche dei primi anni 2000 che…

12 aprile 2021
  • Il Ponte Oreto come il Ponte Corleone? Forse anche peggio, a giudicare di documenti pubblicati da Sicilia in Progress 
  • Quasi venti anni fa: “Il quadro lesivo e fessurativo dell’opera nel suo complesso manifesta con evidenza uno stato di avanzato degrado della struttura…”
  • “… distacco del calcestruzzo di copriferro,… armature in avanzato stato di ossidazione… pericolo per i veicoli e per le persone che transitano sotto il ponte…”
  • Finalmente qualcosa si muove: i giunti…
  • “… 20 anni di totale noncuranza, sancita da relazioni e perizie molto dettagliate e chiare nel richiedere interventi urgenti…”. Diego Cammarata e Leoluca Orlando cosa dicono?

Il Ponte Oreto come il Ponte Corleone? Forse anche peggio, a giudicare di documenti pubblicati da Sicilia in Progress 

Mentre si progettano nuove linee di Tram all’insegna dei grandi appalti, tra silenzi e cavilli della Giustizia amministrativa, Palermo sprofonda sempre di più. Dopo che il Ponte Corleone è stato precluso ai mezzi gommati pesanti – che ormai da settimane invadono le vie della città con un aumento dell’inquinamento che sarebbe interessante conoscere nei dettagli – tocca al Ponte Oreto che, a quanto pare, non è messo meglio del Ponte Corleone: anzi! Argomento affrontato in un articolo pubblicato da Sicilia in Progress: “La condizione del Ponte Oreto – leggiamo nell’articolo – appare in tutta la sua evidenza in una nota di pochi giorni fa (04/04/2021) avente come oggetto il ‘Restauro, risanamento conservativo, recupero funzionale e strutturale del ponte sul fiume Oreto lungo l’omonima via’ -Stato di conservazione dell’opera e richiesta interventi urgenti”.  La nota porta la firma “del Responsabile Procedimento, ingegnere Tonino Martelli, inviata al proprio Capo Area, al Dirigente del settore OO.PP.al Sindaco ed all’assessore ai LL.PP”. La cosa veramente incredibile di questa nota è che riprende due documenti, che risalgono ai primi anni del 2000, dove c’è scritto a chiare lettere di interventi “indispensabili ed indifferibili…” da realizzare già nel 2002 “per ridurre i rischi per la pubblica incolumità”. Da allora ad oggi milioni di automobili – compresi i mezzi pesanti – sono passati da questo ponte considerato già a rischio! Leggendo questo articolo tanti cittadini siciliani – con in testa i palermitani – non potranno fare a meno di chiedersi: “Ma nelle mani di chi siamo?”.

Quasi venti anni fa: “Il quadro lesivo e fessurativo dell’opera nel suo complesso manifesta con evidenza uno stato di avanzato degrado della struttura…”

Nell’articolo di Sicilia in Progress si citano “2 elaborati tecnici significativi sullo stato di conservazione e sulle condizioni statiche del Ponte, notevolmente dettagliate, ancorché risalenti nel tempo (2002/2004)… In pratica, due relazioni specialistiche vecchie di 16/19 anni, che sembrano ‘emergere’ soltanto negli ultimi giorni”. Vediamo di che si tratta. ”Relazione del DISEG (Dipartimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica) dell’Università di Palermo, datata 01.07.2002, a firma dei Proff. Ingg. Maurizio Papia, Mario Di Paola e Marcello Arici, riportante gli esiti di una INDAGINE CONOSCITIVA sul ponte Oreto in adempimento del Contratto stipulato con il Comune di Palermo giusta DGM n. 70 del 29/02/2000… CONSULENZA finalizzata all’individuazione delle condizioni statiche del ‘Ponte Oreto’ sul Fiume Oreto sito nell’omonima via e degli eventuali interventi esecutivi da realizzare sul medesimo, datata giungo 2004, a firma del Professionista Incaricato Ing. Francesco Paolo Filizzola. Nella prima relazione si legge con parole facilmente comprensibili anche ai non addetti ai lavori, che: ‘Il quadro lesivo e fessurativo dell’opera nel suo complesso manifesta con evidenza uno stato di avanzato degrado della struttura, come peraltro ampiamente documentato nelle documentazioni fotografiche che fanno parte integrante della… relazione. Tale situazione di degrado, dovuta anche alla mancanza di manutenzione nel tempo, denuncia uno stato di sofferenza strutturale di alcuni elementi costituenti il manufatto. In particolare le solette di intradosso degli archi del primo e del terzo tratto appaiono in cattivo stato di conservazione”.

“… distacco del calcestruzzo di copriferro,… armature in avanzato stato di ossidazione… pericolo per i veicoli e per le persone che transitano sotto il ponte…”

“Infatti – leggiamo sempre nella relazione citata nell’articolo di Sicilia in Progress – in alcune zone è avvenuto il distacco del calcestruzzo di copriferro e le armature risultano in avanzato stato di ossidazione. Tale fenomeno, ove non si intervenga, è ovviamente destinato ad estendersi ed aggravarsi… I parapetti dell’impalcato sono in pessime condizioni; molti di essi presentano infatti lesioni strutturali importanti. I distacchi di alcuni di essi dalle mensole portanti sono dovuti a spostamenti relativi degli elementi strutturali. Le lastre di marmo di Billiemi che rivestono i paramenti del ponte sono in gran parte distaccate o in fase di prossimo distacco. Tale accadimento provoca pericolo per i veicoli e per le persone che transitano sotto il ponte. Si e verificata la presenza di estesi fenomeni di umidita all’interno delle spalle del manufatto, dovuti certamente a perdite e rotture delle tubazioni che le attraversano. Tali fenomeni hanno determinato un’aggressione delle strutture delle spalle provocando carbonatazione nel calcestruzzo ed ossidazione delle armature. All’atto dei sopralluoghi, nella spalla lato Palermo, si è riscontrata la presenza di una notevole quantità d’acqua, raccolta al piede del manufatto, che ricopriva le fondazioni. Alcune sezioni degli elementi (travi, pilastri, puntoni) che costituiscono l’intrecciata struttura delle spalle manifestano evidenti segni di sofferenza strutturale, rendendo praticamente inservibile ed inefficace l’elemento stesso… seppure può affermarsi che non vi sia attualmente pericolo di crollo immediato… del manufatto, certamente la situazione e tale da non consentire un giudizio positivo sul comportamento strutturale dell’opera e tale da non garantire un adeguato coefficiente di sicurezza per la struttura nel suo complesso…”.

Finalmente qualcosa si muove: i giunti…

“Il movimento dei giunti – prosegue la relazione citata nell’articolo – ha generato la perdita di impermeabilità degli stessi permettendo l’infiltrazione delle acque meteoriche all’interno della spalla…”. Condizioni che “non consentono di affermare l’adeguatezza dei margini di sicurezza nei confronti di una crisi locale”. Commenta Sicilia in Progress: “Insomma, sembra quasi di rileggere esattamente quanto è stato scritto sul Ponte Corleone dagli esperti chiamati a valutarne le condizioni. La relazione, inoltre, non manca di elencare gli interventi da mettere in atto come ‘indispensabili ed indifferibili…’ già nel luglio del 2002. Non molto diverse le conclusioni del Prof. Filizzola, corredate di ampia documentazione fotografica, dove si legge che: ‘In alcuni nodi della struttura intelaiata la sezione resistente residua delle stesse barre e praticamente nulla…’ e che ‘si riscontrano gravi segni di ammaloramento della struttura in c.a. Con distacchi di placche di calcestruzzo e messa a nudo dei tondini di armatura’. Il tutto, naturalmente, in presenza delle solite, immancabili ‘cospicue e diffuse infiltrazioni d’acqua attraverso la soletta dell’impalcato stradale’ che l’autore della relazione, con una nota a piè di pagina, si affretta a confermare scrivendo: ‘Analoga constatazione si è potuta registrare nel corso del sopralluogo del 19.03.2021 accedendo all’interno della struttura intelaiata/pila del ‘terzo tratto’ notando percolazioni d’acqua copiose e diffuse pur a distanza di molte ore dagli eventi meteorici”. Commenta ancora Sicilia in progresso: “Lo crediamo bene: se le infiltrazioni erano già ‘cospicue’ nel 2004, come dovevano essere pochi giorni fa?”.

“… 20 anni di totale noncuranza, sancita da relazioni e perizie molto dettagliate e chiare nel richiedere interventi urgenti…”. Diego Cammarata e Leoluca Orlando cosa dicono? 

“Le conclusioni – prosegue l’articolo – non sono più confortanti rispetto alla relazione precedente. Si sottolinea la “mancanza di manutenzione ordinaria….” e si precisa che “deve essere eseguito con assoluta priorità un intervento idoneo a ripristinare le originarie caratteristiche di resistenza di tutte le componenti strutturali e, nel contempo, finalizzati ad eliminare le cause che lo hanno innescato ed alimentato”. E ancora: “Il tecnico, a questo punto – leggiamo sempre nell’articolo – informa i destinatari che non esiste agli atti un progetto definitivo che consenta di effettuare i necessari lavori di risanamento, e che per farlo occorre ricorrere ad incarico esterno in ragione delle ‘ulteriormente ridotte risorse umane e professionali degli uffici tecnici…”. Quindi la parte più preoccupante di questa incredibile storia: “è ora URGENTISSIMO ed INDEROGABILE adottare adeguati provvedimenti (già all’epoca richiesti all’unisono) per ridurre i rischi per la pubblica incolumità”. Provvedimenti di manutenzione straordinaria, insomma, finalizzati soltanto a “evitare l’ulteriore deperimento delle strutture che potrebbe, realisticamente, compromettere la stabilità dell’opera”. Nell’articolo si sottolinea che “Per il risanamento del ponte ed il suo adeguamento alla normativa vigente occorrono invece interventi più pesanti, per i quali è necessario procedere all’incarico esterno di progettazione definitiva/esecutiva e, quindi, all’affidamento dei lavori. La stima ottimistica, è di almeno 3 anni. Nel frattempo, il funzionario chiede ‘ove non sia ritenuta possibile la chiusura totale della struttura, quantomeno la inibizione dei passaggi pedonali (marciapiedi) e la limitazione del traffico al solo transito di veicoli leggeri, con esclusione degli autocarri (con peso superiore a 35 q.li), o altra misura ritenuta idonei’. Insomma – conclude l’articolo – un’altra tegola che cade sul complicato sistema viario palermitano, che può contare, ormai, solo su due ponti su 4 per attraversare, senza limitazioni di sorta, il fiume Oreto. E’ il risultato, nemmeno tanto imprevedibile, di almeno 20 anni di totale noncuranza, sancita da relazioni e perizie molto dettagliate e chiare nel richiedere interventi urgenti. Che questi ponti ancora aspettano”. Ci piacerebbe capire: l’ex sindaco Diego Cammarata (eletto nel 2001 e rimasto in carica fino al 2011) e l’attuale sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (eletto nel 2012, rieletto nel 2017) non sanno niente di questa storia?

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DISICILIA IN PROGRESS

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