Quando nelle pacifiche regioni del Sud e in Sicilia irruppero tagliatori di teste del Piemonte

8 aprile 2021
  • Quando uno Stato aggredisce un altro Stato, lo occupa e massacra i civili non si ha unità, ma conquista violenta
  • A questo si aggiunge il tentativo di cancellare l’identità e la storia: quello che ha fatto l’Italia con il Sud e la Sicilia

Quando uno Stato aggredisce un altro Stato, lo occupa e massacra i civili non si ha unità, ma conquista violenta

Una vera unità politica si ha quando alcuni popoli, che hanno affinità etniche e culturali, rapporti amichevoli fra di loro ed interessi comuni, decidono di formare uno stato unico. Quando invece uno Stato aggredisce un altro a cannonate, lo occupa, massacra civili ed incendia paesi, non si ha una unità, ma una conquista violenta. Questo, purtroppo, è quello che fece il Piemonte nel Sud a partire dal 1860, quando nelle pacifiche regioni meridionali, eredi della civiltà della Magna Grecia, irruppero i “tagliatori di teste” provenienti dal Piemonte. Bisogna chiarire che questa espressione, “tagliatori di teste”, non è una battuta spiritosa di cattivo gusto, ma è la presentazione di una tragica realtà documentata anche da fotografie, che mostrano le sanguinolente teste di partigiani del Sud tagliate e messe in gabbie di vetro a monito delle atterrite popolazioni meridionali.

A questo si aggiunge il tentativo di cancellare l’identità e la storia: quello che ha fatto l’Italia con il Sud e la Sicilia

E questo non fu tutto. Oltre all’invasione violenta del Regno delle Due Sicilie vi fu dal 1860 l’ostilità e la persecuzione della Chiesa Cattolica. A questo proposito sono indicative le parole con le quali in un proclama autorizzato dal governo, il generale dell’esercito piemontese Ferdinando Pinelli parlava del Papa Pio IX, che la Chiesa ha di recente proclamato beato. Il Papa è definito “il Sacerdotal Vampiro che con le sue sozze labbra succhia da secoli (quindi il termine “elogiativo” è esteso anche ai Papi precedenti) il sangue della madre nostra”; ed il Pinelli assicura che “purificheremo col ferro e col fuoco (per questo bruciavano i paesi) le regioni infestate dell’immonda sua bava”. Bisogna anche ricordare, dall’unità in poi, l’uso continuo, sistematico, della menzogna, l’irrisione volgare e plebea dei vinti, la loro sistematica denigrazione, il tentativo di cancellare la storia e l’identità di intere popolazioni.

Corrado Mirto già Docente di Storia Medievale presso l’Università di Palermo, in “Riflessioni e pensieri indipendentisti…in libertà”, di Corrado Mirto e Giuseppe Scianò, Palermo, ottobre 2007.

Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

Foto tratta da Sardegna Blogger

 

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