Catania tra l’Etna che sbuffa, ‘Mafia & voti’ a Librino e il futuro di Fontanarossa: parla Giovanni Grasso, di ET, musicista e politico

23 marzo 2021
  • Primo degli eletti in Consiglio comunale della città Etnea, Giovanni Grasso ha aderito al Movimento 24 Agosto Equità territoriale di Pino Aprile
  • Tra l’Etna che erutta e i ‘buchi’ del Bilancio comunale
  • Nel quartiere Librino, dove la mafia controlla i voti
  • Aeroporto di Fontanarossa: la follia della privatizzazione
  • “Le strade di Catania? Autentiche mulattiere”

Primo degli eletti in Consiglio comunale della città Etnea, Giovanni Grasso ha aderito al Movimento 24 Agosto Equità territoriale di Pino Aprile

Docente di Arte Scenica al Conservatorio di Catania, pianista, direttore d’orchestra e regista, laureato all’Università di Catania in Economia e Commercio, Giovanni Grasso è il consigliere comunale di Catania più votato. Eletto nel Movimento 5 Stelle, ha abbandonato i grillini e ha aderito al Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale di Pino Aprile. Un’occasione per parlare di Catania, alla luce di tutte le cose che stanno avvenendo in questa città: eruzione dell’Etna, ma anche qualche ‘eruzione’ giudiziaria, per non parlare della gestione del Comune.

Cominciamo dalla sua vita: quando ha iniziato ad occuparsi di politica?

“Ho cominciato ad occuparmi di politica sociale spinto dall’onda emozionale provocata dalle stragi di Falcone e Borsellino, partecipando attivamente in seguito ai Cantieri programmatici istituiti durante la campagna elettorale alla presidenza della Regione di Rita Borsellino, per poi aderire alla costruzione del Movimento 5 Stelle a Catania, Movimento col quale mi sono candidato alla sindacatura di Catania durante le ultime amministrative, raggiungendo quasi il 20 per cento delle preferenze, ottenendo inoltre il maggiore numero di voti quale consigliere comunale. Attualmente faccio parte del gruppo misto ed ho aderito al M24A – ET fondato da Pino Aprile. Sono stato infine eletto presidente della VII° commissione permanente cultura, P.I., sport e turismo e della commissione speciale Recovery Fund”.

Tra l’Etna che erutta e i ‘buchi’ del Bilancio comunale

E’ più pericolosa l’Etna che sbuffa lava e cenere o il ‘buco’ di Bilancio del Comune? A proposito, a che punto è il risanamento dei conti comunali?

“L’una e l’altro sono perigliosi, alla ‘Montagna’, come la chiamiamo noi catanesi, ci siamo abituati, ci conviviamo ed è una grande amica, da temere certo, ma fatalmente confidiamo nel suo sonno secolare e dal velo della nostra patrona Sant’Agata che ha protetto la nostra città più di una volta. Per la voragine di bilancio, ahimè, credo che ci voglia lo stesso genere di miracolo, non solo per la poderosa mole di debiti che ad ogni seduta viene scaricato in Consiglio comunale, quanto per la scarsa visione programmatica che ho spesso rimproverato a questa amministrazione, per cui non è chiaro come intenda procedere al risanamento delle ‘casse’ comunali, dopo la dichiarazione di dissesto. Certamente la strada di affidare ai privati tutti quei servizi che sono pubblici per loro natura, ma che l’amministrazione non è capace di gestire, non è quella da seguire, così come sta accadendo con l’affidamento dei servizi di box-office dei musei civici, col quale si rinuncia all’incasso diretto a favore di una società esterna”.

In questi giorni la Corte dei Conti ha chiamato in causa l’ex sindaco Enzo Bianco e l’attuale sindaco, Salvo Pogliese. Cosa pensa lei di questa storia?

“Essendomi candidato in alternativa all’ex sindaco di Catania e all’attuale primo cittadino, mi sarebbe facile speculare su vicende che sono al vaglio dell’autorità giudiziarie e amministrativa contabile, preferisco pertanto non esprimere alcuna valutazione a riguardo, bensì auspico che i miei contendenti risolvano positivamente e al più presto le loro questioni. Ben altra naturalmente è la valutazione politica nei confronti della passata amministrazione e della presente, che agisce per molti versi quasi in continuità, come ho più volte affermato pubblicamente in Consiglio comunale. Non posso esimermi tuttavia dal riconoscere l’attuale autentica difficoltà di governare un ente locale a causa del noto caos normativo e della progressiva disfunzione degli enti periferici attuata dai governi centrali a partire degli anni ’90, che ha stravolto l’impianto che si era consolidato fondato su un proficuo e funzionale decentramento amministrativo”.

Vediamo se sbagliamo: a fine anni ’80 del secolo passato cominciano ad apparire i primi ‘buchi’ nel Bilancio del Comune. Poi inizia l’éra Scapagnini e i ‘buchi’ si allargano. Raffaele Stancanelli sindaco di Catania non fa nulla. Arriva di nuovo Enzo Bianco e…

“I Comuni come le ex Provincie hanno da sempre confidato sui trasferimenti nazionali, procurati spesso da relazioni politiche autorevoli da parte di autorevoli amministratori. Il federalismo fiscale introdotto con le note riforme costituzionali, la conseguente progressiva riduzione dei trasferimenti nazionali, uniti al mutamento della funzione degli enti locali, non solo in termini politici, ma spesso organizzativi – vedi le leggi contro il turn over – hanno confinato il ruolo dei municipi e affidato maggiore forza al governo centrale, che fino ad ora ha aumentato piuttosto che ridurre il divario regionale fra Nord e Sud. Complice una classe dirigente che ha spesso trascurato la sua funzione rappresentativa sul proprio territorio. Il che mi induce a pensare che è necessaria una generale riforma degli enti locali, in direzione a mio modesto parere, di un nuovo decentramento di competenze e funzioni”.

Nel quartiere Librino, dove la mafia controlla i voti

Ci racconta che cosa sta succedendo a Librino? Pare che la cosa sia più grossa di quanto appare. O no?

“Approfitto di questa occasione per rendere plauso alla Guardia di Finanza e all’Autorità giudiziaria per il lavoro svolto con la cosiddetta Operazione Sipario,a carico fra gli altri, di chi dovrebbe proteggerci visto il coinvolgimento di uomini appartenenti alle stesse forze dell’ordine. Il che ci induce a riflettere sul degrado morale e civile della città di Catania, simile ad un paese di frontiera sudamericano. Condivido l’amarezza della mia amica Sara Fagone, che con l’associazione Piattaforma per Librino svolge un lavoro eccezionale per il riscatto di un quartiere che conta oltre 50.000 abitanti, una città nella città. Nel suo articolo pubblicato su internet dal titolo “Mafia e voti” analizza il meccanismo del cosiddetto mercato dei voti, individuando ruoli e responsabilità, che in ultima analisi rimangono,a carico di quella classe politica che di quel mercato di voti ne fa incetta. C’è da dire che quello che succede a Librino succede in tutti i quartieri popolari di Catania, di Palermo e della Sicilia e tutto ciò viene magnificamente descritto nel terzo atto del rifacimento dei Mafiusi della Vicaria di Leonardo Sciascia. In definitiva il mercato dei voti più che mostrare la forza di chi malauguratamente ne sa approfittare, mostra chiaramente la miseria di una classe sociale assoggettata e priva di sostegno autenticamente politico”.

Catania registra una grande concentrazione di investimenti: nella sanità – e questo magari ci sta – e negli appalti ferroviari. Invece l’economia cittadina come va in tempo di Covid? Il Governo nazionale, il Governo regionale e il Comune cosa hanno fatto per le imprese e per le famiglia della città?

“È vero Catania è al centro di forti investimenti che stanno dando un modesto respiro all’economia cittadina; la dichiarazione di disseto non consente all’amministrazione di Catania ampi spazi di manovra e dipende sempre dai trasferimenti del governo centrale, così credo alla Regione, che non è di mia specifica pertinenza. Per il resto, ciò che sta facendo il governo per le famiglie ed imprese è sotto gli occhi di tutti. Per il Sud la condizione del mercato del lavoro che si contraddistingue per essere in maggior parte irregolare e pertanto privo di coperture sanitarie, non ha consentito di usufruire dei vari sostegni emanati fino adesso dal governo, come ne sono un evidente esempio i lavoratori dello spettacolo”.

Aeroporto di Fontanarossa: la follia della privatizzazione

E’ ancora in corsa la follia della privatizzazione dell’aeroporto di Fontanarossa che – lo ricordiamo – è il più grande e più importante aeroporto del Sud Italia?

“Mi ero già espresso in campagna elettorale contro la privatizzazione dell’aeroporto e ho firmato una mozione condivisa contro la vendita della quota comunale che è stata approvata dal Consiglio comunale. Sulla questione valgono inoltre le mie reiterate richieste di chiarimento svolte pubblicamente all’amministrazione sia in Consiglio che in commissione per conoscere fra l’altro quali siano le aree eventualmente interessate”.

Già prima della pandemia il Teatro Bellini di Catania non brillava causa problemi finanziari. Oggi la situazione qual è?

“Sin dal mio insediamento in VII° commissione ho sollecitato gli interventi necessari per il recupero del Bellini il cui immobile è di proprietà comunale; teatro a cui sono legato per ragioni professionali e per ragioni familiari, perché lì mio nonno l’attore Giovanni Grasso recitò diverse volte all’inizio del ‘900 i citati Mafiusi della Vicaria quelli originali del palermitano Giuseppe Rizzotto. La gestione rimane di competenza regionale e credo che il presidente Musumeci e l’assessore Messina stiano assicurando al teatro un equilibrato futuro”.

“Le strade di Catania? Autentiche mulattiere”

Le strade di Catania sono ancora tutte buche o sono state sistemate?

“Mi è capitato di definire in Consiglio comunale le strade di Catania autentiche mulattiere. Continuano ad essere quelle che sono, piene di buche e prive di segnaletica orizzontale”.

Ha seguito la storia de nuovo logo dell’università di Catania?

“Dico subito che il logo non mi piace! Sono convinto tuttavia che non è il logo che segna le cifre di una università, ma il rettorato, e colui il quale è stato oggi chiamato ad ordinare le affannose questioni dell’università di Catania sono certo che saprà fare un ottimo lavoro. Proprio sui rapporti di collaborazioni fra il Comune e l’Università si è svolta, ospite il magnifico Rettore Priolo, una delle ultime riunioni della commissione che ho l’onore di presiedere, che ha dato inizio ad un prezioso percorso di collaborazione insieme all’assessore Trantino titolare della specifica delega”.

Mario Ciancio è ancora il ‘re’ di Catania?

“Non ho il piacere di conoscerlo”.

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