Recovery Fund (o Plan): Mario Draghi affida tutto alla società americana McKinsey. E Renzi ora che dice?

6 marzo 2021
  • La domanda è legittima: Renzi ha criticato Conte perché doveva essere “la politica” a decidere sulla spesa del Recovery Fund. Ora dovrebbe contestare anche Draghi. O no?
  • La McKisey è una società di stampo liberista nota per ‘esternalizzazioni’ e ‘privatizzazioni’. Ma anche per aver preso qualche cantonata… 
  • Magari i consulenti americani assegneranno al Sud Italia il 70% delle risorse del Recovery. O magari no
  • Il commento di Italexit: “Recovery Fund: si inaugura la grande mangiatoia delle multinazionali”

     

La domanda è legittima: Renzi ha criticato Conte perché doveva essere “la politica” a decidere sulla spesa del Recovery Fund. Ora dovrebbe contestare anche Draghi. O no?

Ricordate le polemiche di Matteo Renzi contro l’allora capo del Governo Giuseppe Conte? Non voleva la Task force per l’utilizzazione delle risorse del Recovery Fund (o Plan). Oggi assistiamo a qualcosa di incredibile: il Presidente del Consiglio attuale, Mario Draghi, ha dato incarico a una nota società americana, la McKinsey, di gestire il Recovery Plan. Indiscrezione lanciata da Radio Popolare e non smentita. Ebbene, ancora non abbiamo sentito cosa ne pensa Renzi. Come mai? Non è un po’ singolare questo comportamento? E cosa pensano i leghisti di Matteo Salvini di questa storia? E cosa ne dice il PD? E i nostri amici grillini diventati “moderati e liberali” sono d’accordo? E i ‘compagni’ di Liberi e Uguali? Draghi, sin dall’atto del suo insediamento, ha detto che l’Italia sarebbe stata un’alleata degli Stati Uniti. Ha mantenuto la promessa: la società che gestirà o riscriverà – ancora non è chiaro – la spesa dei circa 220 miliardi di euro di fondi europei (che in realtà ancora non ci sono) arriva proprio dal Paese dove il Deep State ha imposto Joe Biden alla Casa Bianca.

La McKisey è una società di stampo liberista nota per ‘esternalizzazioni’ e ‘privatizzazioni’. Ma anche per aver preso qualche cantonata… 

Per la cronaca, la McKinsey è una società che è stata fondata nel 1926. Oggi ha un  fatturato che ‘viaggia’ intorno ai 10 miliardi di dollari. Insomma, è una delle società di consulenza strategica più importanti del mondo. Anche se non è che le indovini sempre tutte. “Prendiamo il caso Enron – scrive Il Primato nazionale -. Il suo riposizionamento strategico, da società attiva nel settore petrolifero a vero e proprio ‘trader’ nel campo delle materie prime, fu curato negli anni proprio da McKinsey. Portando, insieme ad una gestione a dir poco allegra delle sue finanze (e che i consulenti avrebbero avallato), al crac del 2001. Con la conseguenza di lasciare sul lastrico decine di migliaia di persone tra dipendenti (fondi pensione compresi), azionisti e creditori. La filosofia, d’altronde, è nota. E ci parla di una società di consulenza che fa della massimizzazione del valore per gli azionisti la sua cifra. Pieno delirio di scuola monetarista, in religioso ossequio al detto friedmaniano per il quale ‘l’unica responsabilità sociale di un’impresa è quella di accrescere i suoi profitti’. Ecco allora lo snellimento delle strutture aziendale, ecco l’iperconcentrazione dei poteri nelle mani dell’alta dirigenza e di questa soltanto, ecco l’eliminazione di ogni ascensore sociale. Risultato: la classe media americana ne è uscita letteralmente dilaniata”.

Magari i consulenti americani assegneranno al Sud Italia il 70% delle risorse del Recovery. O magari no

Ragazzi, per chi non l’avesse ancora capito, ‘super-Mario’ il salvatore dell’Italia non sembra cambiato: sembra sempre quello dei primi anni ’90 del secolo passato, l’economista keynesiano convertito al liberismo economico spinto. Un liberismo sulla carta che, come insegnava il grande economista John Kenneth Galbraith porta sempre alla formazione di monopoli, ovvero verso un mondo dove i ricchi diventano sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. E dove il motto di chi controlla tutto è: “Al diavolo l’interesse pubblico!”. Siamo proprio curiosi di sapere che cosa partoriranno i ‘geni’ della società di consulenza americana: magari sono seri e assegneranno al Sud e alla Sicilia il 70% dei circa 220 miliardi di euro? Oppure è tutta una messa in scena per assegnare il 90% delle risorse al Nord per consentire a Draghi di dire: “Come potete vedere, hanno deciso i tecnici…”.

Il commento di Italexit: “Recovery Fund: si inaugura la grande mangiatoia delle multinazionali”

Duro il commento di Italexit per Paragone – No Europa per l’Italia, il partito che si batte per portare l’Italia fuori dall’Unione europea: “RECOVERY FUND: SI INAUGURA LA GRANDE MANGIATOIA DELLE MULTINAZIONALI. Davvero la McKinsey può dire a uno Stato come gestire i soldi? La stessa McKinsey della crisi 2008 e dell’Ilva? Ci stanno dicendo che centinaia di professionisti dello Stato non sono in grado di fare previsioni econometriche? Vogliono per caso privatizzare i Ministeri, dopo aver privatizzato la Sanità, con gli esiti che conosciamo? Se c’è un problema è che da anni le grandi società multinazionali sono dentro i ministeri, questo perché i concorsi sono bloccati da decenni.
FUORI LE MULTINAZIONALI DAI MINISTERI! RIAPRIRE SUBITO I CONCORSI PUBBLICI PER IL LAVORO DEI GIOVANI ITALIANI”.

 

 

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