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Formazione: ombre e luci sulla IAL. Ricordiamoci che tale Ente è stato oggetto di un attacco ‘politico’ mai chiarito/ MATTINALE 518

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  • La verità è che una parte politica ha voluto la fine di questo Ente storico. Battaglia politica mai chiarita che ha travolto anche i lavoratori
  • Il finanziamento della Formazione con i fondi europei: altro inghippo mai chiarito
  • L’attacco dei Governi di centrosinistra allo IAL
  • L’attacco dei Governi regionali allo IAL
  • La privatizzazione della Formazione professionale: obiettivo demenziale nel nome de liberismo, altrettanto demenziale, dell’Unione europea
  • Alla fine lo IAL è stato fatto fallire: missione compiuta!

La verità è che una parte politica ha voluto la fine di questo Ente storico. Battaglia politica mai chiarita che ha travolto anche i lavoratori

In questi giorni si torna a parlare dello IAL, che in Sicilia – prima sotto l’egida della Cisl, poi come IAL Sicilia – è stato uno dei più grandi Enti storici della Formazione professionale in Sicilia. Il primo a tornare a parlare di questo Ente è stato il segretario regionale del Sifus Confali, Costantino Guzzo, riportando la notizia apparsa su Facebook. Ieri abbiamo dato la notizia di un’interrogazione al Governo regionale presentata dal presidente della Commissione Antimafia del Parlamento dell’isola, Claudio Fava. Adesso vogliamo dire qualcosa anche noi, che siamo stati testimoni del mondo della Formazione professionale siciliana dai primi anni ’80 del secolo passato, quando il settore operava con la legge regionale n. 24 del 1976. Non è del passato che proveremo a parlare, ma di quello che è successo – e che noi abbiamo avuto modo di osservare da testimoni – a partire dai primi mesi del 2013.

Il finanziamento della Formazione con i fondi europei: altro inghippo mai chiarito

Una premessa. I problemi, per la Formazione professionale siciliana, cominciano con il Governo regionale di Raffaele Lombardo, che si insedia nel 2008. E’ allora che si capiscono due cose. La prima cosa è che la situazione finanziaria regionale va peggiorando. I segnali del peggioramento erano già stati segnalati anni prima dal Servizio Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana. Chi in quegli anni leggeva le relazioni di questo ufficio del Parlamento siciliano queste cose le sapeva. Nel 2008 si comincia a capire che i fondi regionali per la Formazione professionale siciliana – che in quegli anni ‘viaggiava’ intorno a 400 milioni di euro all’anno, in parte fondi regionali, in parte fondi europei – cominciavano a scarseggiare. L’ultimo PROF degno di questo nome (per PROF s’intende il Piano Regionale Offerta Formativa) è quello del 2010 (sul quale, peraltro, non sono mancate le ombre). Poi, a parte qualche ‘brandello’ di fondi regionali, la Formazione è stata piazzata tutta sul Fondo sociale europeo. E’ stato corretto? No. Perché ai fondi europei va associato il cofinanziamento dello Stato e della Regione. Quando gli uffici dell’Unione europea cominceranno – magari dalla Formazione professionale – a far rispettare le leggi europee sarà sempre troppo tardi.

L’attacco dei Governi regionali allo IAL

Ma il punto di questa storia è un altro. E comincia con il Governo regionale di Rosario Crocetta. Anche in questo caso, una premessa: non abbiamo mai fatto sconti alla Cisl siciliana (che, propria sulla Formazione, ci ha anche querelati). Ma siccome noi non abbiamo pregiudizi, le cose le dobbiamo dire per come le abbiamo vissute da testimoni. E arriviamo subito al dunque: i vertici dello IAL non si sono comportati bene con i lavoratori: e le testimonianze rese in questi da tanti ex dipendenti di questo Ente formativo storico ne sono la prova. Però noi non possiamo non ricordare che, a un certo punto, partendo grosso modo dal 2013, lo IAl Cisl prima e lo IAL Sicilia dopo sono stati oggetto, se non di una persecuzione, di qualcosa che gli somiglia un po’. Non abbiamo mai capito perché, all’interno del centrosinistra che all’epoca dei fatti governava la Sicilia e l’Italia (ricordiamoci che di lì a poco sarebbe arrivato il Governo Renzi, che succedeva a un altro Governo a guida PD, presieduto da Letta), è venuta fuori questa battaglia ‘ideologica’ contro lo IAL e, soprattutto, contro i personaggi politici che orbitavano attorno allo IAL.

La privatizzazione della Formazione professionale: obiettivo demenziale nel nome de liberismo, altrettanto demenziale, dell’Unione europea

Per essere precisi fino in fondo, va detto che la privatizzazione della Formazione professionale molto prima, e precisamente con il primo Governo di centrodestra della Sicilia di metà anni ’90. Ed è proseguito, tra altri e bassi, fino ai nostri giorni. La parola d’ordine era lo smantellamento degli Enti formativi no profit per fare posto ai privati. Linea politiche che noi abbiamo sempre cercato di contrastare, prima con Link Sicilia e poi con I Nuovi Vespri. A nostro avviso la privatizzazione del sistema formativo è stato ed è tutt’ora un gravissimo errore che ha fatto venire meno i diritti dei lavoratori e, in parte, anche la qualità della Formazione. Ed è in questo scenario che si inserisce la vicenda IAL. La linea politica liberista era quella di distruggere i grandi Enti formativi storici della Sicilia: e ci sono riusciti. E’ stata la linea dei Governi regionali di centrodestra e di centrosinistra. L’unico Governo regionale che si è mantenuto neutro rispetto a questo andazzo è stato quello di Totò Cuffaro. I successivi Governi – compreso l’attuale – sono tutti, rispetto al tema della Formazione, d’impostazione ‘privatistica’.

Alla fine lo IAL è stato fatto fallire: missione compiuta!

Gli Enti formativi storici no profit della Sicilia dovevano sparire per fare posto ai privati, in ossequio alle demenziali regole economiche imposte dalla fallimentare Unione europea che, quando scomparirà, sarà un bene per tutti. Ma sullo IAL – che era uno dei pochi Enti formativi storici che stava resistendo – c’è stato, da parte della politica, con riferimento soprattutto al centrosinistra, una sorta di accanimento che noi non abbiamo mai capito. Noi abbiamo grande rispetto per i lavoratori della Formazione professionale rimasti senza lavoro e, per quello che possiamo fare, proviamo a rappresentare le loro ragioni. Ribadiamo: anche sul fronte IAL – rispetto ai diritti dei lavoratori – sono state commesse ingiustizie. Ci sono stati, è vero, momenti in cui alla IAL non sono mancati fondi pubblici (non molti in verità) e Cassa integrazione. Ma, nel complesso, l’attacco a questo Ente – che, lo ribadiamo, stava resistendo – è stato preciso e deciso. Alla fine l’Ente è stato fatto fallire con le conseguenze che tutti sappiamo. Compreso il salvataggio di alcuni lavoratori di tale Ente che hanno usufruito di agevolazioni che sono state negate ad altri. Dopo di che, se si vuole veramente fare luce su quanto è accaduto in quegli anni nello IAL, ebbene, sarebbe interessante ricostruire tutti i passaggi di questa storia, compresi quelli politici. Perché l’attacco che, in quegli anni, è stato portato allo IAL rientrava in parte nella citata ‘filosofia’ liberista contro gli Enti formativi no profit e, in parte, in uno scenario politico che andrebbe decifrato meglio.

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