I carciofi siciliani massacrati dai carciofi tunisini ed egiziani. E in Puglia succede di peggio… E la politica?

4 marzo 2021
  • Esattamente due anni fa abbiamo lanciato l’allarme per i carciofi siciliani confermato oggi da ITAL FRUIT NEWS
  • La denuncia di Giuseppe Scudera, economista, produttore di carciofi a Gela: come Tunisia ed Egitto violano le leggi senza che nessuno controlli alcunché
  • I siciliani che sbaraccano le aziende agricole in Sicilia e vanno nel Nord Africa per sfruttare il basso costo del lavoro agricolo 

Esattamente due anni fa abbiamo lanciato l’allarme per i carciofi siciliani confermato oggi da ITAL FRUIT NEWS

Esattamente due anni fa abbiamo lanciato l’allarme in difesa dei carciofi siciliani. “Buona notte ai carciofi siciliani soppiantati da carciofi egiziani e cinesi“, era il titolo del nostro articolo. Ebbene, ad avvalorare quello che abbiamo scritto – con l’aggiunta che ci sono anche i carciofi tunisini a mettere in grande difficoltà i produttori di carciofi della Sicilia e, in generale, del Sud Italia – si sono aggiunti i tunisini. Quello che sta succedendo a noi e agli agricoltori siciliani è chiarissimo: i carciofi che arrivano dal Nord Africa a prezzi stracciati – in alcuni casi prodotti da italiani che si sono trasferiti da quelle parti – sta letteralmente massacrando la produzione di carciofi della Sicilia e di alcune Regioni del Sud. A certificare quanto scriviamo da due anni è un articolo pubblicato da ITALIA FRUIT NEWS. Titolo: “In Nord Africa il carciofo si chiama oro”. Peccato che l’oro di Egitto e Tunisia – dove il costo del lavoro agricolo è venti volte inferiore al costo del lavoro agricolo in Italia – significhi distruzione della carcioficoltura siciliana!

La denuncia di Giuseppe Scudera, economista, produttore di carciofi a Gela: come Tunisia ed Egitto violano le leggi 

L’articolo riporta una dichiarazione di Giuseppe Scudera, produttore trentenne, laureato in Economia, che guida la Golden Fruit, azienda siciliana con 100 ettari di carciofaie nella Piana di Gela. “In Tunisia ed Egitto – dice Scudera – il carciofo è ormai considerato come l’oro verde da tutti operatori del settore agroalimentare. “Le persone intelligenti ci sono ovunque nel mondo, anche in Nord Africa. Le aziende tunisine ed egiziane, in questo caso, hanno capito che devono offrire i loro carciofi più belli sul mercato italiano. Ma lo stanno facendo senza rispettare le leggi: i capolini freschi egiziani e tunisini, infatti, potrebbero entrare in Italia e nell’Ue solo sprovvisti di foglie per garantire il rispetto delle norme fitosanitarie. Invece il loro prodotto con le foglie entra stabilmente e si può trovare ovunque.  Bisognerebbe, a rigor di logica, che i controlli fitosanitari alle dogane venissero realmente svolti. E’ assurdo che noi imprese italiane siamo tenute a rispettare tutte le leggi possibili, mentre non si presta la stessa attenzione alle importazioni extra Ue”.

I siciliani che sbaraccano le aziende in Sicilia e vanno nel Nord Africa per sfruttare il basso costo del lavoro agricolo 

Non solo in Egitto e in Tunisia hanno costi di produzione di gran lunga inferiori a quelli siciliani e, in generale, italiani. Ma contravvengono alle leggi, senza che le autorità controllino i carciofi che arrivano da quelle parti. “Ci piacerebbe discutere di questo tema in televisione, nei talk show in prima serata, davanti a politici in grado di fornirci delle risposte – dice Scudera -. Negli anni scorsi avevamo portato all’attenzione dell’ex ministro Centinaio (Gian Marco Centinaio, leghista, Ministro delle Politiche agricole del Governo tra glillini e leghisti, oggi Sottosegretario all’Agricoltura del Governo di Mario Draghi ndr) il problema dell’import selvaggio da Tunisia ed Egitto. Da allora non è cambiato niente, nessuno si è ancora mosso per difenderci”. ITALFRUIT NEWS conferma quello che noi scriviamo da anni: e cioè che ci sono italiani – e anche siciliani – che chiudono le proprie aziende qui da noi e se ne vanno a fare impresa agricola in Egitto e in Tunisia per sfruttare il basso costo del lavoro: loro sicuramente ci guadagna no, la Sicilia no. Ma che importanza ha? Stesso discorso per la Puglia:  “Tre delle più importanti industrie di carciofini della Puglia – conclude Scudera – hanno realizzato fabbriche in Nord Africa. Alla politica italiana questo fatto non interessa?”.

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