Formazione/ Il sistema delle certificazioni? Finge di selezionare e poi riporta tutti al punto di partenza!

2 marzo 2021
  • Il sistema delle certificazioni è il nuovo meretricio del mondo del lavoro
  • “… l’appetito, il famelico interesse nel gioco delle parti, ogni qual volta si rinnovano graduatorie, albi, liste…”
  • Bisogna rompere questo sistema e non diventarle la quinta colonna!

da Tiziana Iocolano
Responsabile Provinciale di Siracusa Sifus Confali
riceviamo e pubblichiamo

Il sistema delle certificazioni è il nuovo meretricio del mondo del lavoro

Tempi molto duri quando il sindacato si fa sistema! La riflessione nasce dalla lettura di un lancio pubblicitario su corsi di formazione per il rilascio di titoli valutabili per l’inserimento nelle graduatorie Ata organizzati da IAL e sponsorizzati da CISL scuola. Chiunque abbia esperienza in servizi di selezione del personale sa bene come il mondo del lavoro, in tutti i suoi livelli e comparti, sia inondato dalla marea di certificazioni inflazionate di presunti titoli, attestanti presunte competenze, che con l’obiettivo di selezionare, contribuiscono invece a creare un apparato, un livello burocratico e di sistema, elefantiaco, capace di succhiare risorse economiche e creare potere in una grande piramide in fin dei conti fatta di “carte”. Il sistema delle certificazioni è il nuovo meretricio del mondo del lavoro in questa società globalizzata di massa; società che finge di selezionare il migliore ma che in realtà, distribuendo foglietti e certificati, nuovamente, livella e riporta le speranze di tutti ad un frustrante democratico appiattimento alle basi di partenza. Ognuno innalza il proprio punteggio ben sapendo che il collega innalzerà il suo: ma si badi bene, non solo alla fine questa corsa ad innalzare stupidamente l’asticella, che in fin dei conti tutti supereranno, sarà una mistificazione per la classe lavoratrice ma soprattutto sarà un affannoso rincorrere quella competenza che esiste solo nella mente degli dei; il prossimo anno, l’anno a venire, il sistema cercherà e vorrà ancor di più, nuovi titoli, nuovi corsi, nuove patenti, in un gioco di tipologizzazioni, categorizzazioni e presunte specializzazioni.
A parer nostro, un sindacato popolare, forte nella sua rappresentanza di una visione partecipata della società, non dovrebbe compartecipare a tali mercimonii e così sostenere il sistema di questo moderno “mandarinato”, elefantiaco ed opprimente come quella burocrazia prussiana che fu causa della caduta dell’Impero.

“… l’appetito, il famelico interesse nel gioco delle parti, ogni qual volta si rinnovano graduatorie, albi, liste…”

Invece osserviamo la concupiscenza, l’appetito, il famelico interesse nel gioco delle parti, ogni qual volta si rinnovano graduatorie, albi, liste: le segreterie sindacali letteralmente impazziscono, gioiscono, orgasmano! Si tratti di insegnanti, di Ata, di forestali, di tutto, di più e di ogni cosa! Ben venga! Importante è che il sistema possa nutrirsi e crescere: chi oserà dire che quella tale competenza non sia necessaria? Bene, allora studiamo per cercarne un’altra e quindi poterla poi certificare e “titolare” a quel costo unitario che il mercato stabilirà. Nel gioco delle parti, poi, spesso, sarà proprio l’organizzazione sindacale a suggerire ad indicare al Ministro di turno, al suo entourage, le strade per nuove certificazioni, nuove corsualità e nuove acquisizioni di punteggio. Ci sarebbe da riflettere ancor di più, su come questo sistema sia particolarmente forte nel Meridione, nel nostro Sud: certamente, perché ove il mercato del lavoro è forte e ove la sua parte privata è più robusta, la trappola del sistema certificatorio e titolante non funziona. Questo tema però merita un altro spazio e qui lo possiamo solo accennare. E’ tempo allora che i sindacati facciano i conti con la loro storia, pena il riflusso della loro rappresentanza, quel riflusso che ormai è sotto gli occhi di tutti ed evidente non solo nel calo dei tesseramenti ma nella vera partecipazione alla vita sociale delle sedi e delle strutture.

Bisogna rompere questo sistema e non diventarle la quinta colonna!

Attenzione quindi a sbandierare, proporre, invitare i lavoratori alle olimpiadi delle certificazioni: il re ormai è nudo e si manifesta come una lenta macchina burocratica del gioco “a chiangi e futti”. Ai neo manager delle rappresentanze sindacali regionali tout court, indichiamo come ad una crescita esponenziale del successo imprenditoriale all’interno dell’esperienza IAL-Cisl non abbia corrisposto il successo sociale fra tesserati e gli stessi lavoratori: il fallimento dell’Ente è emblematico della cosa, la successiva macelleria sociale dei dipendenti licenziati e lo scricchiolare dell’intero comparto Formazione con le sue storie di malcostume gestionale; crescere, gonfiare il sistema non corrisponde necessariamente ad un giovamento per la collettività e le rappresentanze: i servizi di Report hanno fatto storia e taluni strascichi lambiscono pure le aule di tribunale. Sganciarsi presto dal sistema è l’unica via; non lasciarsi blandire da questa nuova tentazione “certificazionista” a creare strutture e tornaconti rispettando quel qualcosa di sacro che è la rappresentanza dell’interesse esclusivo dei lavoratori: “rompere il sistema e giammai divenirne la quinta colonna”.

 

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