La Corrente del Golfo si va raffreddando. Per l’Europa un’ondata di gelo come in ‘The Day After Tomorrow’?

27 febbraio 2021

L’AGI riprende una ricerca di ‘Nature Geoscience’ dove si parla del raffreddamento della Corrente del Golfo

Impossibile non pensare al film di Roland Emmerich sulla glaciazione, tra l’altro molto contestato dal mondo scientifico 

Il fenomeno si accompagnerebbe a un aumento delle dannose ondate di calore e di siccità in tutta Europa: cosa che in Sicilia si sta già verificando

L’AGI riprende una ricerca di Nature Geoscience dove si parla del raffreddamento della Corrente del Golfo

Ci dobbiamo preparare a una glaciazione, come nel celebre film The Day After Tomorrow – L’alba del giorno dopo? A giudicare da un articolo dell’AGENZIA ITALIA (AGI) – che riprende una ricerca di Nature Geoscience, rivista scientifica mensile peer-review pubblicata dal gruppo internazionale, Nature Publishing Group. “La circolazione nell’Oceano Atlantico, alla base della Corrente del Golfo (il sistema meteorologico che porta un clima caldo e mite in Europa) è al suo livello più debole considerando l’ultimo millennio. Il cambiamento climatico ne è la causa più probabile. Questo è quanto riportato da un recente studio che ha visto la collaborazione di scienziati irlandesi, britannici e tedeschi”. Lo scrive su Facebook Ingv Ambiente, in riferimento alla ricerca resa nota da Nature Geoscience. I ricercatori hanno analizzato le informazioni provenienti da archivi naturali (come sedimenti oceanici o carote di ghiaccio) risalenti a molte centinaia di anni fa per ricostruire la storia del flusso dell’Atlantic Meridional Overturning Circulation (AMOC). Gli scienziati affermano che un ulteriore indebolimento dell’AMOC potrebbe provocare un numero maggiore di tempeste che colpiscono il Regno Unito, inverni più intensi e un aumento delle dannose ondate di calore e di siccità in tutta Europa. L’AMOC è uno dei più grandi sistemi di circolazione oceanica del mondo, trasporta l’acqua calda superficiale dal Golfo del Messico verso il nord Atlantico, dove si raffredda e diventa più salata fino a quando non affonda a nord dell’Islanda, che a sua volta attira più acqua calda dai Caraibi. Questa circolazione è accompagnata da venti che contribuiscono anche a portare un clima mite e umido in Irlanda, nel Regno Unito e in altre parti dell’Europa occidentale. I ricercatori prevedono che l’AMOC si indebolirà ulteriormente se il riscaldamento globale continuerà ad aumentare e potrebbe ridursi da circa il 34% al 45% entro la fine di questo secolo. Questo potrebbe portarci ad un ‘punto di non ritorno’ in cui il sistema potrebbe diventare irrevocabilmente instabile”.

Impossibile non pensare al film di Roland Emmerich sulla glaciazione, tra l’altro molto contestato dal mondo scientifico 

Ci dobbiamo preoccupare? Impossibile non pensare al citato film del regista Roland Emmerich sul conflitto tra natura e uomo. Dove il paleoclimatologo Jack Hall e i suoi colleghi Frank Harris e Jason Evans assistono al distacco di una grande porzione di banchisa dall’Antartide. E’ il primo dubbio del professor Hall. Non pensa a problema imminente, ma il surriscaldamento del clima, che è già in atto, lo porta a porre la questione nel corso di conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si tiene a Nuova Delhi in India. La politica non lo segue, a cominciare dal vice presidente degli Stati Uniti. Il film è un crescendo di accadimenti che, a poco a poco, convincono il paleontologo che sta per arrivare una nuova glaciazione: a New York, dove si è recato suo figlio, si materializzano prima una pioggia torrenziale e poi un maremoto. Los Angeles viene distrutta da una serie di tornado. In Scozia il professor Rapson, con il quale Hall è in contatto, registra un aumento della temperatura oceanica di 13 gradi. Il film finisce con mezzo mondo ghiacciato. Sotto il profilo scientifico il film è stato duramente criticato. Per gli scienziati che si occupano di tale materia la storia raccontata è tutt’altro che verosimile.

Il fenomeno si accompagnerebbe a un aumento delle dannose ondate di calore e di siccità in tutta Europa: cosa che in Sicilia si sta già verificando

Detto questo, un problema legato ai cambiamenti climatici c’è. Proprio in Sicilia assistiamo a un lento processo di desertificazione. In un’intervista a I Nuovi Vespri del Luglio 2017 l’ecologo siciliano, Silvano Riggio, è stato perentorio: “L’ho detto e lo ripeto: la Sicilia va verso la desertificazione. La situazione sta cominciando a diventare grave nella parte occidentale della nostra Isola, dove non piove quasi più. Palermo è al centro di questa desertificazione ormai in atto. Ebbene, non solo non c’è la consapevolezza di quello che sta succedendo, ma si continua a ‘cementificare’ la città, eliminando il poco verde rimasto. Gli oltre mille alberi tagliati per fare posto al Tram sono l’ultima follia di una classe dirigente, o presunta tale, che sta uccidendo Palermo. E ancora più folle è l’acqua del depuratore di Acqua dei Corsari che finisce in mare invece di essere riutilizzata!”. E ancora: “Sta succedendo quello che è stato previsto trent’anni fa: una specie di espansione del clima del deserto del Sahara. La Sicilia, soprattutto la Sicilia occidentale, è investita in pieno da questo fenomeno”. E quando gli abbiamo chiesto. Come finirà?, il professore Riggio ha risposto così: “Penso a quello che è successo in Siria. Anche se si parla della Siria solo per la guerra, va detto che in questo Paese ci sono state vere e proprie carestie dovute alla desertificazione. Milioni di persone hanno abbandonato le zone agricole colpite dalla siccità per riversarsi nelle città. In Sicilia il fenomeno è già in atto. Ma a Palermo si continuano a tagliare gli alberi per fare posto agli appalti milionari del Tram, si continua a ‘cementificare’ il territorio a colpi di varianti urbanistiche. Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”.

Foto tratta da Meteoservice

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