In Corsica monta la protesta dei giovani: “Libertà per i prigionieri politici”

22 febbraio 2021
  • Su ANTUDO un articolo su quanto sta avvenendo in Corsica 
  • L’occupazione delle Prefettura 
  • Le rivendicazioni
  • A Francia fora!

Su ANTUDO un articolo su quanto sta avvenendo in Corsica 

Su ANTUDO (Animus Tuus Dominis) va un interessante articolo sulla Corsica. Titolo dell’articolo: “Corsica, occupata la Prefettura: «libertà per i prigionieri politici»”. Sommario: “Questa mattina un gruppo di giovani corsi ha fatto irruzione presso i locali di Palazzo Lantivy, sede della Prefettura, – e l’ha occupata – per denunciare il trattamento riservato da parte dello Stato francese ai prigionieri politici Alan Ferrandi e Petru Alessandri, protagonisti del caso Erignac”. Insomma, la Corsica – come altre realtà europee – si batte per l’Indipendenza. Insomma, non è solo la Catalogna che si batte per l’Indipendenza. C’è anche la Corsica. Che si unisce ai Paesi Baschi e un po’ anche alla Galizia (dove le spinte nazionalistiche si sono un po’ indebolite). Spinte indipendentiste si registrano anche nell’Irlanda del Nord e nella Scozia, dove si è già votato con un referendum nel 2014: con il 55% degli scozzesi che hanno detto no alla separazione dal Regno Unito. Ma con la Brexit tutto potrebbe essere rimesso in discussione. In Germania c’è la Baviera, che gode già di una larga autonomia, ma che sotto sotto vorrebbe separarsi. E poi la Corsica, dove la voglia di Indipendenza dalla Francia cresce. E dove si contano migliaia di attentati. E dove il Fronte di Liberazione Nazionale non ha mai deposto le armi. In Italia ci sarebbero la Sicilia e la Sardegna, dove la voglia di Indipendenza ancora non coinvolge ampi strati di popolazione. Ma è solo questione di tempo.

L’occupazione delle Prefettura 

Leggiamo nell’articolo di ANTUDO, sempre con riferimento alla Corsica: “Un gruppo di giovani, tra cui il figlio del signor Ferrandi, è entrato nel palazzo della prefettura della Corsica. Hanno esposto uno striscione con su scritto Libertà per Ferrandi. L’obiettivo era entrare nell’ufficio del prefetto per chiedere: il ritiro dello stato di DPS (prigiuneru particularamente survegliati) per Alain Ferrandi e Petru Alessandri e l’avvicinamento dei prigionieri politici in Corsica, attualmente detenuti in Francia. I due prigionieri facevano parte del «commando Erignac» e sono stati accusati dell’uccisione del prefetto Erignac, avvenuta il 6 febbraio del 1998. «L’arresto è avvenuto 22 anni fa» ci racconta Antea Ferrandi, cugina di Alain «dopo 18 anni c’è la possibilità di chiedere almeno il rientro in patria e scontare la pena qui, ma nulla ancora è stato fatto. Senza il ritiro del DPS non è possibile rientrare in Corsica»”. Nell’articolo si racco9nta che i manifestanti “sono stati ricevuti dal coordinatore della sicurezza della Corsica e si sono rifiutati di lasciare i locali dopo l’incontro. La polizia ha provato a farli uscire, ma i manifestanti si sono opposti con la forza rimanendo dentro i locali. Alcuni funzionari della prefettura, poliziotti e manifestanti sono rimasti feriti.

Le rivendicazioni

“Sono giorni di protesta in Corsica – leggiamo sempre nell’articolo -. I giovani sono i protagonisti di questa lotta. Chiedono lo status di residente, l’ufficialità della lingua corsa, lo status fiscale «che avrebbe potuto permettere, in questo periodo emergenziale, di avere entrate necessarie per far fronte alla crisi economica», la piena autonomia, la liberazione dei prigionieri politici, la fine dell’iscrizione al FIJAIT (registro per i terroristi condannati) e della repressione. Le azioni si oppongono pure alla decisione di mantenere lo stato di DPS (detenutu particularmente survegliatu)”. Sabato scorso “i militanti di Ggjiuventu libera (gruppo giovanile di Corsica Libera) avevano manifestato contro le violenze della polizia e le provocazioni da parte dello Stato francese davanti una delle ambasciate francesi presenti in Corsica. In quell’occasione avevano annunciato che sarebbero seguite diverse azioni. Proteste che cesseranno solo con l’apertura al dialogo dello Stato francese in merito a tutte le richieste per cui il popolo corso ha votato democraticamente”.

A Francia fora!

“A poche settimane della partecipata manifestazione in Corti, queste azioni dimostrano come i corsi – e soprattutto i giovani – muoveranno le piazze finché non otterranno ciò che chiedono. «Finché lo Stato non darà segni concreti di un reale cambiamento, ci mobiliteremo. Quando pensi di andartene e non tornare mai più. Oggi più che mai, A FRANCIA FORA!» si legge nei loro comunicati.

Foto tratta da Wikiwand

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