A Tortorici, nel cuore dei Nebrodi, è arrivato il virus. Il dottor Foti racconta che è successo

13 febbraio 2021
  • Una chiacchierata con Carmelo Raffa per capire cos’è successo a Tortorici 
  • Qualcosa non ha funzionato. Nella scorsa Estate troppo persone arrivate a Tortorici da zone con positività al Covid-19 
  • L’alternanza di colore – giallo, arancione, rosso – non ci ha liberato dal virus
  • L’importanza del saturimetro da raccomandare ad ogni famiglia
  • Non trascurare i paesi montani in cui si assiste ad uno spopolamento prima per migrazione oggi purtroppo per decessi
  • Non sottovalutare la Long Coronavirus: una sindrome post Covid che preoccupa tanti pazienti e operatori sanitari

Una chiacchierata con Carmelo Raffa per capire cos’è successo a Tortorici 

Quando abbiamo saputo che Tortorici – bellissimo paese sui Nebrodi – era diventato zona rossa abbiamo subito pensato al nostro vecchio amico Carmelo Raffa, leader storico della FABI siciliana, che è nato proprio lì e di quello che succede nel suo paese, anche se non ci vive, è sempre informato. Che ci fa il virus sui Nebrodi?, gli abbiamo chiesto. “Non è a me che dovete chiederlo – ci ha risposto – ma al dottor Maurilio Foti, medico di famiglia molto apprezzato a Tortorici e per alcuni anni sindaco della mia bellissima cittadina”. Così, grazie a Carmelo Raffa, siamo riusciti a rintracciare il dottor Maurilio Foti, che ci ha raccontato cos’è successo a Tortorici e alcune sue riflessioni umane e professionali dopo un anno di pandemia.   

 

di Maurilio Foti

Qualcosa non ha funzionato. Nella scorsa Estate troppo persone arrivate a Tortorici da zone con positività al Covid-19 

“Tortorici zona rossa tra l’incredulità di tantissime persone e la rassegnazione di tante altre. La positività di circa 60 persone messe in quarantena, un centinaio in isolamento e due decessi: è il bilancio Covid-19 nel mio paese, un’oasi incastonata nel centro dei Nebrodi. Vantavamo il primato di aver scansato la prima pandemia, ma la seconda ondata pandemica ci ha colpiti insieme a tanti altri paesi e città siciliane. Sul territorio nazionale la gravità del Covid-19 ha messo a dura prova sia il sistema sanitario ospedaliero che territoriale. Cos’è successo? Qualcuno egregiamente avrebbe detto: ‘’Elementare Watson’’. Qualcosa non ha funzionato. Nell’estate scorsa il nostro territorio è stato meta di tantissime persone provenienti da zone con positività al Covid-19. A queste, seguono le festività natalizie, usi, costumi e sagre familiari ed un pessimo comportamento, trasgressivo delle regole (corretto utilizzo di sistemi di sicurezza come mascherine e distanziamento sociale e, soprattutto, igiene delle mani) decretate nella prima pandemia.

L’alternanza di colore – giallo, arancione, rosso – non ci ha liberato dal virus

La malattia respiratoria acuta Sars-Cov-2, o malattia da Coronavirus, è una malattia infettiva, contratta per inalazione del virus da soggetto infetto, che con un colpo di tosse, starnuto e movimenti espiratori rilasciano goccioline infette, che si depositano contaminando ogni superficie che incontrano. Basta un semplice contatto, ed avvicinando le mani alla bocca, agli occhi o al naso ci si infetta. Di fronte ad un agente patogeno che corre da persona a persona, da famiglia a famiglia, solo misure straordinarie, chiare e precise, per chi le deve osservare e a chi le deve far rispettare, possono bloccare una pandemia e tutelare la salute. Dopo la tempesta la comparsa dell’arcobaleno che sovrasta valli, paesi e città, rallegra bimbi e adulti per la gioia che sprigiona. L’alternanza di colore – giallo, arancione, rosso – non ha premiato le città, né ha garantito sviluppo socio-economico, né ha fatto allontanare il Coronavirus.

L’importanza del saturimetro da raccomandare ad ogni famiglia

Dopo due mesi e mezzo di lockdown avevamo avuto la possibilità di bloccare il virus, approfittando dell’Estate per poterci organizzare, invece siamo passati alla seconda ondata grazie ai buoni vacanza, monopattini, biciclette. Il virus non si è fermato, ha ripreso la corsa: più superbo, più virulento di prima. Un nuovo fronte di sfida si è aperto contro il Coronavirus con comparsa delle varianti Inglese, Sud Africana, e Brasiliana.Il dramma della prima ondata è sotto gli occhi di tutti: la difficoltà respiratoria, la fame d’aria, chi non l’ha mai vissuta non la può percepire. Un piccolo strumento: il saturimetro, un’attenta anamnesi, il contatto telefonico, l’uso di whatsApp (mi ha permesso il contatto visivo) sono stati elementi preziosi, insieme con sedativi della tosse, antibiotici, antinfiammatori, cortisonici, calciparina e complessi vitaminici come: quercetina, vitamina C e Lapacho, nella gestione dei pazienti Covid-19 lievi e moderati, non incidendo sull’economia sanitaria e permettendomi di lavorare in sicurezza. Ribadisco l’importanza del saturimetro che ogni famiglia doveva ricevere a casa fin dalla prima ondata pandemica, perché presidio salva vita.

Non trascurare i paesi montani in cui si assiste ad uno spopolamento prima per migrazione oggi purtroppo per decessi

Tutto ciò ha contribuito a riservare l’eventuale ospedalizzazione ai pazienti compromessi per patologie croniche: diabetici, ipertesi, broncopatici, immunodepressi, oncologici, dove dalle drammatiche riprese televisive per farli uscire dal tunnel ci vogliono: strutture adeguate, personale formato, rianimatori. La prima ondata ci aveva dato l’input per attrezzare il territorio di strutture idonee per Prevenzione e Cure Intensive, riprogrammando quelle già esistenti. A tutt’oggi 90.000 vittime accompagnati da 300 medici di MMG è il grave tributo di questa pandemia. È necessario ed è indice di civiltà riprogrammare la Sanità sul territorio per affrontare le continue emergenze, senza trascurare i paesi montani in cui si assiste ad uno spopolamento prima per migrazione oggi purtroppo per decessi.

Non sottovalutare la long Coronavirus: una sindrome post Covid che preoccupa tanti pazienti e operatori sanitari

Concludo con un Vaf (Valutazione a freddo) ed una speranza. Pochi ma efficienti Dpcm, mirati a sconfiggere la pandemia. Un grazie ai tanti scienziati che, lavorando in sintonia, hanno contribuito alla creazione di terapie contro il Covid: anticorpi monoclonali in monoterapia o combinati per le forme di Covid-19 lieve e moderata, antinfiammatori, antivirali, vaccini e vitaminici (naturali difese dell’organismo e funzionalità delle prime vie respiratorie). Raggiungere un grande obiettivo: la vaccinazione di massa, sdoganando e togliendo il brevetto dei vaccini, con leggi speciali emanate in momenti drammatici che colpiscono il nostro Pianeta, ciò permetterà a tante aziende di produrre vaccini a sopperire il fabbisogno mondiale. La storia ci insegna che grazie a scienziati generosi – Sabin e Salk – si è sconfitta la Poliomelite in Europa e nel mondo, ma non hanno voluto brevettare il vaccino, considerandolo un prezioso “regalo” a milioni di bambini. Oggi gli uomini potenti, debbono farsi sentire e restare nella storia per avere emanato decreti per salvare l’umanità. Il SSN (Servizio Sanitario Nazionale) italiano ha un patrimonio umano: 50.000 medici professionisti formati, conoscitori dei territori, in grado di vaccinare tutti i cittadini se questi venissero messi a nostra disposizione, ciò permetterebbe il raggiungimento di una vaccinazione di massa. Sono convinto che Non bisogna trascurare la long Coronavirus: una sindrome post Covid che preoccupa tanti pazienti e operatori sanitari. Solo così possiamo togliere terreno fertile al Coronavirus e alle sue insidianti varianti, dando speranza alla ripartenza per evitare un ulteriore tracollo economico e finanziario.

Foto di Tortorici tratta da Globalist

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