I Siciliani non si sono mai arresi ai Savoia e la conquista dello Statuto speciale nel 1946 lo testimonia

8 febbraio 2021
  • Che cosa non si sono inventati in Italia per non ammettere la verità sull’animo dei Siciliani!
  • Il Separatismo siciliano e l’Autonomia conquistate dal Siciliani nel 1946

In questo passo del libro Carnefici di Pino Aprile si coglie un aspetto fondamentale della conquista dello Statuto autonomistico speciale da parte della Sicilia. I padri costituenti dell’Autonomia siciliana battevano molto sulle sofferenze che l’Italia post 1860 ha inflitto alla nostra Isola. La stessa impostazione ‘riparazionista’ dello Statuto – imposta soprattutto da Errico la Loggia – con l’articolo 38 dello Statuto ne è una testimonianza. Che poi la politica siciliana degli anni successivi abbia utilizzato male lo Statuto e, addirittura, dimenticato l’articolo 38, questa è un’altra storia. Ma le continue ribellioni dei Siciliani contro l’Italia – che sfoceranno nella grande stagione separatista post secondo guerra mondiale – ne sono la più alta testimonianza.

Che cosa non si sono inventati in Italia per non ammettere la verità sull’animo dei Siciliani!

Ma pur di non essere costretti ad ammettere che l’isola si era resa conto di essere stata usata, per giustificare il ribellismo continuo dei siciliani, sino alla rivolta di massa, si costruì una versione di comodo che attribuiva le responsabilità ai borbonici, sostenuti e sobillati dal re in esilio a Roma, Francesco II, e ai preti, con una spruzzatina di repubblicani. Sì, qualcosa del genere c’era, ma giusto perché il risentimento era così profondo e diffuso, che a sparare insieme contro i liberatori si trovarono quelli che in altri momenti si erano sparati addosso.

Il Separatismo siciliano e l’Autonomia conquistate dal Siciliani nel 1946

Riconoscere questo, però, avrebbe messo in crisi la narrazione che giustificava, politicamente e agli occhi dell’Europa, l’intera avventura risorgimentale. Palermo era stata fatta passare per città madre dell’impresa e dell’idea unitaria; e, come tale, era la porta d’ingresso, il biglietto da visita di quelle pagine di storia. Peccato che la storia non fosse quella (lo stesso Bixio ammise in Parlamento “che la Sicilia sarebbe rimasta pacifica sotto i Borbone, se la rivoluzione non fosse stata ivi portata dalle altre province d’Italia, o sia dal Piemonte”). L’operazione “soffocare e distorcere la verità” ha trasmesso l’idea di una Sicilia così ostile ai Borbone, da donarsi ai Savoia. E in questo c’è del vero. Quello che non è vero è stato detto o detto male, è che nessun’altra regione del Sud fu così ostile ai Savoia, dopo averne assaggiato il bastone. Per decenni, quasi mezzo secolo, i siciliani si solleveranno, trameranno, si opporranno in ogni modo, più di quanto non avessero fatto con i Borbone. L’isola, si può dire, non fu mai davvero domata, nonostante lo svuotamento dell’emigrazione, specie dopo il fallimento e la strage dei fasci, alle soglie del Novecento; tant’è vero che appena il potere centrale italiano si affievolì, per l’occupazione alleata e, dal 1943, per il governo provvisorio anglo – americano, i siciliani insorsero nuovamente in armi, sino alla concessione di De Gasperi dello Statuto speciale…

Pino Aprile Carnefici, pag. 294, 295.

Tratto da Regno delle Due Sicilia.eu

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