Quindi, nel M5S Alessandro Di Battista non conta nulla e i grillini voteranno per Mario Draghi?/ MATTINALE 491

5 febbraio 2021
  • “Finiu comu a festa da Santuzza, si vippiru u vinu…”
  • “Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton”
  • Mario Draghi? Punta alla presidenza della Repubblica
  • Il sì della Lega a Draghi imposto a Salvini dal PUN, il Partito Unico del Nord 

“Finiu comu a festa da Santuzza, si vippiru u vinu…”

Quindi, se abbiamo ben capito, Alessandro Di Battista non conterebbe nulla, il Movimento 5 Stelle sarebbe nelle mani di Giuseppe Conte – che da ‘statista’ ora diventa ‘leader politico’ – e di Luigi Di Maio e tutti i parlamentari grillini ignoreranno Di Battista e si catapulteranno ad appoggiare il Governo di Mario Draghi. E lo voteranno insieme con PD, LEU, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, magari, con la Lega di Matteo Salvini. Abbiamo dimenticato qualcosa o qualcuno? Veramente i parlamentari grillini si sputtaneranno così? Veramente decideranno di sparire dalla faccia della politica italiana in questo modo, magari eleggendo Mario Draghi alla presidenza della repubblica prima di andare via?

“Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton”

Per fortuna che c’è ancora qualcuno che, nel Movimento 5 Stelle, conserva ancora lucidità e moralità politica. E’ Alessandro Di Battista che in un post su Facebook scrive: “Ogni ora che passa, per quanto mi riguarda, si aggiungono ragioni su ragioni per dire NO a Draghi. Si dice: ‘non sarà un governo tecnico ma un governo politico”. Benissimo. Allora ragioniamo di politica. C’è chi si batte da 906 giorni, ovvero dal 14 agosto del 2018 (giorno della Strage di Genova), per revocare le concessioni autostradali ai Benetton. Davvero qualcuno crede che Draghi, colui che, da Direttore generale del Tesoro, assegnò le concessioni autostradali ai Benetton, possa revocarle? C’è chi combatte per l’istituzione di una banca pubblica di investimento. Pensate davvero che Draghi, uomo legato a doppio filo alla Goldman Sachs possa realizzarla? Io credo che sia indispensabile un durissimo provvedimento sul conflitto di interessi che proibisca, per legge, consulenze (o conferenze ben retribuite) a politici ed amici della politica. Si potrà mai approvare una legge del genere con Renzi al governo, per giunta rafforzato politicamente, che si sta arricchendo a dismisura grazie a conferenze estere strapagate?”.

Draghi? Punta alla presidenza della Repubblica

E ancora: “Pensate che sarà possibile portare avanti battaglie sulla legalità e sulla giustizia stando al governo con Berlusconi? E ancora. C’è chi crede nei beni pubblici, nella scuola pubblica, nella sanità pubblica. Secondo voi i Calenda e le Bonino, sponsor delle privatizzazioni, saranno d’accordo? E chi sostiene interventi per le piccole medie imprese crede davvero che un governo che nasce con la benedizione di Confindustria li sosterrà? Governo politico è una parola che non ha alcun senso in questo scenario. Cosa c’è di Politico nel governare con PD, LEU, Forza Italia, Più Europa, Centro Democratico e, probabilmente, Lega Nord? Ci sarà qualche ‘politico’ dentro. Un numero, tra l’altro, decisamente inferiore a quel che si immaginano molti sostenitori del sì a Draghi. Ma di politico non vi sarà nulla. Draghi, nei primi mesi di luna di miele concessa da una pubblica opinione stremata da un anno di pandemia, si dedicherà al piano vaccinale e a mettere nero su bianco un Recovery gradito ai potentati che lo incensano. Nulla più. Poi, senza colpo ferire, si farà eleggere Presidente della Repubblica. D’altro canto non avrebbe mai accettato senza questa garanzia. A quel punto ci si renderà conto che il ‘governo dei migliori’ come già viene definito, era solo l’inizio della restaurazione. Un film già visto. Opporsi a questo scenario è l’unica scelta, propriamente politica, che si possa fare”.

Il sì della Lega a Draghi imposto a Salvini dal PUN, il Partito Unico del Nord 

Davvero come titola il Corriere della Sera – quotidiano di grandissima autorevolezza, soprattutto a partire dalla cosiddetta Seconda Repubblica – siamo in presenza di un Movimento 5 Stelle “verso il via libera” al Governo Draghi? Possiamo capire il sì della Lega di Matteo Salvini a Draghi – spinto dal Veneto, dalla Lombardia e, in generale, dal PUN, il Partito Unico del Nord che contano di accaparrarsi il 90% del Recovery Fund – ma che centrano i grillini che dovrebbero difendere il Sud con il Nord? Forse gli accordi mai del tutto spiegati tra Beppe Grillo e il PD e le poltrone dei vari Di Maio, Cancelleri e via continuando, nel Movimento 5 Stelle, contano di più di qualsia altra cosa? Bene. Lo vedremo in Parlamento al momento del voto sulla fiducia al signor Draghi.

Foto tratta da Dagospia

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