Avanzo primario: così la Ue toglie risorse all’Italia per darle ai mercati finanziari

4 febbraio 2021
  • In trent’anni l’Italia ha pagato quasi 4 mila miliardi di euro di interessi sul debito pubblico: più dell’attuale debito pubblico (2 mila e 600 miliardi) 
  • In 20 anni l’Italia ha tolto dal proprio sistema economico 700 miliardi di euro  
  • La Francia? Peggio di noi, ma va meglio di noi

In trent’anni l’Italia ha pagato quasi 4 mila miliardi di euro di interessi sul debito pubblico: più dell’attuale debito pubblico (2 mila e 600 miliardi) 

ASSET ITALIANI ALL’ASTA? – Se la situazione economica, in Italia, è problematica, questo è il frutto delle politiche di austerità imposte al nostro Paese. Perché tale imposizione? Forse per consentire ad altri Paesi di acquisire assett italiani? Illuminante, a questo unto, quello che scrive Scenari economici.it: L’AVANZO PRIMARIO – “Rimane il problema dei tassi d’interesse (da cui il famigerato spread), da noi più elevati che altrove, proprio a causa delle modalità dei meccanismi di collocamento dei titoli di Stato introdotto a seguito dell’epocale ‘divorzio’ tra i due istituti finanziari italiani. È stato stimato che, in trent’anni, abbiamo pagato la colossale cifra di 3 mila miliardi di interessi sul debito pubblico! (in realtà sono quasi 4 mila miliardi di euro ndr). In queste circostanze a nulla valgono gli sforzi fiscali dell’Italia, che registra da quasi trent’anni Avanzo primario, ossia quella situazione, del tutto antisociale, per cui lo Stato incassa più di quanto spende, esclusi gli interessi sul debito pubblico. Per onorare il costo del debito, ossia quell’assurda creazione del denaro dal denaro, vengono sottratte risorse finanziarie per servizi pubblici e sostegno alla popolazione in difficoltà. Dunque, una redistribuzione al contrario, dai cittadini ai mercati finanziari. Il tempo delle riforme è ormai improcrastinabile”.

In 20 anni l’Italia ha tolto dal proprio sistema economico 700 miliardi di euro  

Abbiamo introdotto il termine di Saldo primario, ovvero la differenza tra le entrate delle amministrazioni pubbliche e le loro spese al netto degli interessi sul debito pubblico. Un articolo di Mario Volpi  su ELZEVIRO.eu analizza l’Avanzo primario tra il 1995 e il 2015. E qui è interessante il raffronto con la Francia. Scopriamo “che il governo francese ha immesso nel sistema economico 22 miliardi di euro ogni anno per 20 anni (dal 1995 al 2015). Significa quindi che il governo francese in 20 anni ha immesso nel sistema economico 440 miliardi di euro”. “Contemporaneamente – prosegue l’articolo di Elzeviro.eu – il governo italiano ha tolto dal sistema economico 35 miliardi di euro ogni anno per 20 anni (dal 1995 al 2015). Significa quindi che il governo italiano in 20 anni ha tolto dal sistema economico 700 miliardi di euro. C’è una differenza tra i due Paesi di 1.140 miliardi di euro in termini di saldo tra spesa pubblica (al netto della spesa per interessi) e tasse a favore della Francia in soli 20 anni. Parliamo di una differenza in termini di saldo primario pari a 57 miliardi all’anno!”.

La Francia? Peggio di noi, ma va meglio di no

L’autore dell’articolo ci ricorda “che ogni anno ci troviamo a litigare con la Commissione europea per circa 5 miliardi in più o in meno di saldo pubblico mentre il saldo primario della Francia è 57 miliardi in più rispetto a quello italiano (ogni anno per 20 anni). Questo dato, da solo, è sufficiente a spiegare perché la Francia è cresciuta più dell’Italia. Tutto il resto conta come una scoreggia in mezzo ad un tornado”.

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