Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è dimesso

26 gennaio 2021
  • Le dimissioni sono state formalizzate stamattina al termine del Consiglio dei Ministri 

Le dimissioni sono state formalizzate stamattina al termine del Consiglio dei Ministri 

Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si è dimesso. Le sue dimissioni sono state formalizzate dopo una riunione del Consiglio dei Ministri. Il capo del Governo si recherà al Quirinale per comunicarle al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A questo punto la pressi prevede l’avvio delle consultazioni del capo dello Stato con i rappresentanti dei partiti. Le consultazioni dovrebbero cominciare domani pomeriggio dopo la sanificazione dei locali.

Dalle parti della maggioranza del Governo uscente si dà per scontato il reincarico allo stesso Conte, per dare vita al suo terzo Governo. Noi, in realtà, non siamo molto convinti  che l’epilogo di questa crisi di Governo si risolverà con un reincarico al Presidente del Consiglio uscente. Il nostro è un ragionamento semplice: la situazione politica che si è determinata con l’apertura della crisi non ci sembra uguale alla situazione politica precedente la crisi. Può sembrare un gioco di parole, ma non lo è. Del resto, i toni utilizzati dagli esponenti del Movimento 5 Stelle non sembrano quelli di esponenti politici che cercano una ricomposizione con Italia Viva, il partito di Matteo Renzi che ha aperto la crisi di Governo.

In un lancio dell’Agenzia NOVA leggiamo una dichiarazione molto nervosa, se non inviperita, dei capigruppo di Camera e Senato del Movimento cinque stelle, rispettivamente, Davide Crippa ed Ettore Licheri, che presentano il Governo Conte ter come: “inevitabile” e “unico sbocco di questa crisi scellerata. Un passaggio necessario all’allargamento della maggioranza. Noi restiamo al fianco di Conte, continueremo a coltivare esclusivamente l’interesse dei cittadini, puntiamo a uscire nel più breve tempo possibile da questa situazione di incertezza che non aiuta. Dobbiamo correre sul Recovery, seguire il piano vaccinazioni, procedere immediatamente ai ristori per le aziende più danneggiate dalla pandemia. Il Movimento, insomma, c’è, ed è pronto a fare la sua parte”. A nostro modesto avviso, leggendo tale dichiarazione, Renzi, Teresa Bellanova e tutta Italia Viva faranno “correre” sì i grillini, ma non verso un nuovo governo… Mentre il segretario del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ripropone la vecchia solfa di “un governo chiaramente europeista e sostenuto da una base parlamentare ampia, che garantisca credibilità e stabilità per affrontare le grandi sfide che l’Italia ha davanti”. Chi dovrebbe assicurare la “base parlamentare ampia”? Noi non riusciamo a capirlo.

E le opposizioni? Recitano la parte: la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia chiedono lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate: ma ovviamente non ci credono a un epilogo simile. E lasciano parlare Berlusconi. Il leader di Forza Italia – che ha negato altre defezioni dal suo partito in favore del Governo (e che dica la verità lo prova il fatto che Conte, non avendo trovato “costruttori”, si è dimesso) – indica due strade: o un Governo di larghe intese in grado di rappresentare tutta l’Italia, o il ritorno alle urne. I renziani, infine. E già in parte l’abbiamo accennato: se Renzi ha aperto la crisi di Governo un motivo ci sarà. Andare alla ricomposizione della vecchia maggioranza significherebbe consegnare Italia Viva alla scomparsa politica ed elettorale. E’ evidente che Renzi si giocherà altre carte, che per ora rimangono coperte.

 

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