La “public artist” dell’inglese Gary Drostle

26 gennaio 2021
  • L’artista, che si è formato a Venezia, lavora in tutto il mondo, specialmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti
  • Una storia millenaria

di Nota Diplomatica

L’artista, che si è formato a Venezia, avora in tutto il mondo, specialmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti

Gli artisti perlopiù non sono molto portati a pensare alla manutenzione delle loro opere nel tempo. I quadri sono notoriamente delicati, i lavori degli scultori in creta non cotta o – peggio – in cera o cartapesta hanno delle vite limitate. Eppure, per chi commissiona i lavori creativi per gli ambienti pubblici, la sopravvivenza dell’opera alle intemperie e alle attenzioni del pubblico è una questione critica. Il mosaico trompe l’oeil che appare qui sopra – pesci “statici” compresi – è esattamente ciò che convince gli architetti e i prudenti gestori della res publica. È del mosaicista e “public artist” inglese Gary Drostle. Si trova dal 1996 nei giardini pubblici di Croydon, il borgo più meridionale e più popoloso di Londra. Drostle, che è specializzato nel “duraturo”, lo chiama “l’ideale pescaia a bassa manutenzione”. L’artista, dopo un periodo di studio alla Fornace Orsoni di Venezia nel 2006, lavora in tutto il mondo, specialmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti, quasi sempre su commissione pubblica.

Una storia millenaria

Ora, i venticinque anni della pescaia di Drostle non sono una grande età per un mosaico. Se ne trovano di romani e di greci che sembrano nuovi quando gli archeologi li riportano alla luce dopo millenni. Secondo gli studiosi, i mosaici nascono almeno 5mila anni fa con intenti più pratici che estetici, per ricoprire e proteggere muri e pavimenti in terra battuta. Attorno al secondo millennio a.C. si cominciò ad usarli come alternativa ai tappeti, per fare una sorta di pavimentazione decorata a ciottoli. Erano più resistenti al calpestio oltre ad essere impermeabili all’acqua. Poi, man mano, hanno cominciato ad acquisire il ruolo estetico che conosciamo. All’epoca attuale i mosaici sono spesso guardati con sufficienza dal mondo artistico. Con occasionali e importanti eccezioni, spesso sono considerati una forma di artigianato o, al peggio, una disciplina da dilettanti senza talento. Esiste però la ragionevole possibilità che, tra 2 mila anni, ciò che resterà della produzione creativa del nostro tempo sarà soprattutto una selezione di mosaici che ritraggono i vari gatti Fufi, Romeo e Briciola degli artisti della domenica.

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