La Formazione in Sicilia? Zona franca dove nessuno controlla nessuno!

24 gennaio 2021
  • I nuovi formatori non hanno applicato il CCNL 2011/2013? Non fa niente!
  • I controlli? E chi li ha visti!
  • E i ‘datoriali’? Fanno quello che vogliono, poi qualcuno ci metterà una ‘pezza’

da Costantino Guzzo
segretario regionale del Sifus Confali Formazione professionale Sicilia
riceviamo e pubblichiamo

I nuovi formatori non hanno applicato il CCNL 2011/2013? Non fa niente!

Il comparto Formazione continua ad essere zona franca! La Formazione Professionale, morbida, abbondante, appetitosa, lasciva come la tabaccaia felliniana di Amarcord: tutti ci provano e ci riprovano. Miele: miele pure per quegli Enti che, pur ancora dovendo saldare i loro debiti passati con i lavoratori, vogliono nuove botte di finanziamenti e nuove corsualità, golosi di nuovo saccarosio per il loro sistema linfatico padronale. E nessuno arriccia il naso o si espone per dir loro che eticamente si dovrebbero saldare i debiti prima di riaffacciare il naso alla finestra degli Assessorati. Bramano insaziabili. Non temono, si sentono coperti e scudati: non hanno applicato il CCNL 2011/2013? Non fa niente! Quisquilie che non interessano alcuno.
Indisturbati continuano a svolgere la propria attività formativa replicando il malcostume, promettendo, assumendo, acchiappando, e ogni altro gerundio che fa autorevole una mala amministrazione.

I controlli? E chi li ha visti!

Ma il “sistema del controllo” non è da meno: anche chi controlla o dovrebbe operare il controllo guarda alla Formazione come un vasetto di miele! Camurria! Buttanissima Sicilia: come alcuni ex professionisti dell’antimafia stavano alla mafia, così chi controlla la Formazione sta alla Formazione stessa! Per capirci: l’Amministrazione regionale dispone di diversi organi di controllo, pagati dai contribuenti per far rispettare le regole (come la Delloit o come la convenzione stipulata con Carabinieri)… impiegati, capiufficio, segretari, un grosso apparato. I controlli? E chi li ha visti! Se chi legge ha buona memoria ricorda che la nostra Organizzazione sindacale, da tempo, ha notiziato attraverso posta Pec l’Assessore Roberto Lagalla e la Dirigente generale Patrizia Valenti su contratti di reclutamento all’interno dell’Avviso 2 non riconducibili, non solo al CCNL di categoria, ma anche a qualsiasi altro contratto in deroga si voglia. Ciò a nocumento certo del docente che, oltre a essere miseramente sottopagato, non ha riconosciuta neanche alcuna ora “a disposizione”. E chi controlla che il contratto in deroga non può essere peggiorativo del CCNL di riferimento?

E i ‘datoriali’? Fanno quello che vogliono, poi qualcuno ci metterà una ‘pezza’

E non parliamo più, poi, del controllo sui “datoriali”, o cosiddetti “IMPRENDITORI di finanziamenti pubblici che nel contratto di reclutamento hanno avuto il coraggio di scrivere che la retribuzione veniva erogata quando l’ente riceveva i finanziamenti… e oggi sono in lista per il barattolo del miele targato Avviso 8. In quanto segretario regionale del Sifus Confali scottato da passate esperienze, mi chiedo se in futuro, verificandosi gli stessi presupposti che hanno riguardato gli illeciti che si sono perpetrati in alcuni Enti storici, non si troverà qualcuno pronto a mettere la solita ‘pezza’, facendo pagare ai lavoratori i ‘maneggi’ dei datoriali che potrebbero nuovamente dichiarare fallimento, oppure, da enti senza scopo di lucro inspiegabilmente riconosciuti “IMPRESA”, disattendendo la stessa Cassazione allorquando ha stabilito che non possono essere riconosciuti tali. Ma tanto che importanza ha? Fra poco anche la Nato e l’ONU dichiareranno il comparto Formazione Sicilia zona franca. Il capo espiatorio a cui attribuire sempre la colpa, sia moralmente che civilmente, è pronto: ogni lavoratore anzi gli ex lavoratori (così nessuno sbaglia).

 

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