Pfizer riduce del 30% le dosi di vaccino all’Italia. A rischio la seconda dose (da 21 giorni a 120 giorni?)/ MATTINALE 473

16 gennaio 2021
  • Il balletto sul vaccino anti-Covid-19 della Pfizer
  • Vaccino anti-Covid-19: in discussione dosi e tempi fissati da una sperimentazione clinica
  • Seconda dose del vaccino a 21 giorni? No, va bene dopo 120 giorni. Anzi no, anzi sì…
  • La Pfizer: all’Europa il 30% dei vaccini in meno!

Il balletto sul vaccino anti-Covid-19 della Pfizer

Mentre il SARS-COV-2 continua a produrre nuove mutazioni che mettono a rischio l’immunità degli attuali vaccini in circolazione, cresce la confusione in materia di gestione degli stessi vaccini. Le notizie sono due. La prima notizia è che invece di avviare la somministrazione della seconda dose di vaccino anti-Covid-19 dopo 21 giorni, alcuni scienziati sostengono che forse è meglio non somministrare la seconda dose di vaccino a chi ha già ricevuto la prima dose e utilizzarla come prima dose per dare a quante più persone possibili un minimo di immunità. La seconda notizia che è la multinazionale Pfizer – che produce il vaccino utilizzato in Italia – ha deciso di ridurre la fornitura di dosi di vaccino a tutta l’Europa: per l’Italia la decurtazione sarà del 30%. Non abbiamo capito se le due notizie siano correlate, ma la seconda ci sembra una  notizia estremamente grave che dimostra, ancora una volta, che affidare la produzione di vaccini – e quindi la salute di milioni di persone – alle multinazionali farmaceutiche è una follia! I vaccini li debbono produrre gli Stati, non le multinazionali! Queste ultime, infatti, non sono interessate alla salute delle persone, ma a fare soldi! Non possiamo escludere che la riduzione della fornitura di vaccini sia dovuta al fatto che qualcuno stia offrendo più soldi di quanto ne offra l’Europa o l’Italia.

Vaccino anti-Covid-19: in discussione dosi e tempi fissati da una sperimentazione clinica

Superfluo aggiungere che quello che sta succedendo è allucinante. Leggiamo in un articolo dell’ANSA: “Mezza dose, una dose intera, un intervallo di 21 giorni oppure di 120 fra la prima dose e il richiamo: non era mai successo finora che si mettessero in discussione dosi e tempi fissati da una sperimentazione clinica, ma l’emergenza è tale da rivoluzionare anche queste regole. Dopo la corsa per mettere a punto i vaccini anti Covid-19, la pandemia apre un altro scenario mai visto, accompagnato da un dibattito che vede schierati esperti di tutti i Paesi. Non mancano le voci ufficiali, come quella del Joint Committee on Vaccination and Immunisation (JCVI), il comitato di esperti indipendente chiamato a pronunciarsi su ogni decisione relativa ai vaccini, per il quale dare la precedenza alla prima dose piuttosto che ripeterla potrebbe avere un impatto sulla salute pubblica, riducendo il numero dei decessi. Non è un caso che la rivista Nature, sul suo sito, abbia voluto dare spazio a questo nuovo fenomeno, che vede la comunità scientifica divisa fra chi guarda al cambiamento con favore e chi teme che le modifiche siano dettate dalla disperazione piuttosto che dall’evidenza scientifica”.

Seconda dose del vaccino a 21 giorni? No, va bene dopo 120 giorni. Anzi no, anzi sì…

Insomma, la comunità scientifica è divisa. E questo la dice lunga sulle sperimentazioni effettuate su questi vaccini. Quello che ci avevano detto all’inizio – e cioè che bisognava fare la seconda dose di vaccino dopo 21 giorni e che senza il richiamo, cioè senza la somministrazione della seconda dose di vaccino, non ci sarebbe stata immunità adesso non vale più; adesso – almeno secondo alcuni – si può restare per 120 giorni in attesa della seconda dose di vaccino. La domanda è: ma questi signori dicono vero o scherzano? A campagna vaccinale in corso si cambiano le regole del gioco? E mentre va in scena questo dibattito surreale c’è ancora chi va dicendo in giro che bisogna rendere obbligatorio questo vaccino anti-Covid-19 dalla somministrazione ‘elastica’… Ma un po’ di serietà no?

La Pfizer: all’Europa il 30% dei vaccini in meno!

Ma la notizia veramente incredibile – lo ribadiamo – arriva dalla multinazionale Pfizer. Su Sputnik Italia leggiamo una dichiarazione del Commissario straordinario Domenico Arcuri: “Alle 15,38 di oggi la Pfizer ha comunicato unilateralmente che a partire da lunedì consegnerà al nostro Paese circa il 29% di fiale di vaccino in meno rispetto alla pianificazione che aveva condiviso con gli uffici del Commissario e, suo tramite, con le Regioni italiane. Non solo: ha unilateralmente deciso in quali centri di somministrazione del nostro Paese ridurrà le fiale inviate e in quale misura. Analoga comunicazione è pervenuta a tutti i Paesi della Ue. La Pfizer ha altresì annunciato che non può prevedere se queste minori forniture proseguiranno anche nelle prossime settimane, né tantomeno in che misura”. Sempre su Sputnik Italia: “Il Commissario ha reso noto di aver contattato la casa farmaceutica, a cui ‘indica le possibili conseguenze di una riduzione delle forniture e chiede l’immediato ripristino delle quantità da distribuire nel nostro Paese. Riservandosi, in assenza di risposte, ogni eventuale azione conseguente in tutte le sedi”. Quali possano essere le conseguenze per la multinazionale americana che, lo ricordiamo, ha annunciato la disponibilità di questo strani vaccino dopo la ‘vittoria postale’ del Democratico Joe Biden alle elezioni presidenziali americane, non lo sappiamo. Quello che sappiamo è che le multinazionali, oggi, controllano il mondo, che l’Unione europea è al soldo delle multinazionali e che la Pfizer è legata ai Democratici americani, quelli che vincono le elezioni con i voti postali, con il sistema Dominion che conta i voti e con le leggi elettorali cambiate in sei Stati americani senza passare dai rispettivi Parlamenti. Siamo proprio curiosi di sapere cosa l’Unione europea dirà alla Pfizer. Ammesso che il taglio della fornitura dei vaccini riguardi tutta l’Europa, perché noi non escludiamo che ci possano essere Paesi della Ue che abbiano ‘patteggiato’ la fornitura di vaccini direttamente con la multinazionale. Non dimentichiamoci che a Marzo e ad Aprile qualche Paese europeo si è appropriato delle mascherine destinate all’Italia. La ‘solidarietà’ europea prima di tutto…

 

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti