Triage Covid: scegliere chi curare e chi no caricando la scelta sui medici?/ MATTINALE 471

14 gennaio 2021
  • Triage Covid: curare chi ha maggiori probabilità di trarne beneficio
  • Sanità italiana: che fine hanno fatto universalità e solidarietà?
  • L’Italia è ancora un Paese cattolico?

Triage Covid: curare chi ha maggiori probabilità di trarne beneficio

Ci sono tanti motivi per liberare l’Italia dal Governo Conte bis. E li esporremo nel SERALE. Stamattina ne segnaliamo uno che ci ha particolarmente colpiti per il modo sbrigativo con il quale è stata affrontata una questione delicatissima: il triage, ovvero la scelta che gli ospedali debbono adottare in presenza di più pazienti bisognosi di cure con riferimento al Covid. Leggiamo su quotidianosanità.it: “Pronto il nuovo Piano Pandemico 2021-2023. Se le risorse sono scarse privilegiare pazienti che possono trarne maggior beneficio… Lo squilibrio tra necessità e risorse disponibili può rendere necessario adottare criteri per il triage nell’accesso alle terapie. Gli operatori sanitari sono sempre obbligati, anche durante la crisi, a fornire le cure migliori, più appropriate, ragionevolmente possibili. Tuttavia, quando la scarsità rende le risorse insufficienti rispetto alle necessità, i principi di etica possono consentire di allocare risorse scarse in modo da fornire trattamenti necessari preferenzialmente a quei pazienti che hanno maggiori probabilità di trarne beneficio. Non è consentito agire violando gli standard dell’etica e della deontologia, ma può essere necessario, per esempio privilegiare il principio di beneficialità rispetto all’autonomia, cui si attribuisce particolare importanza nella medicina clinica in condizioni ordinarie. Condizione necessaria affinché il diverso bilanciamento tra i valori nelle varie circostanze sia eticamente accettabile è mantenere la centralità della persona”.

Sanità italiana: che fine hanno fatto universalità e solidarietà?

In pratica, i medici – in presenza di risorse insufficienti – dovrebbero scegliere quale malato di Covid deve essere curato e chi invece può essere lasciato andare? E la sanità pubblica italiana – la migliore sanità del mondo, come è stata sempre definita – che fine ha fatto? Che fine hanno fatto i due pilastri della sanità pubblica di cui l’Italia andava fiera nel mondo, l’universalità e la solidarietà? E chi è che dovrebbe decidere se curare un paziente e lasciarne andare un altro? I medici? E sulla base di quali linee-guida? Tutta la responsabilità ai medici, che poi se la vedranno con la propria coscienza, e nessuna responsabilità ai politici, che si limitano a dettare le linee generali? Coloro i quali difendono Conte e il suo Governo sono al corrente di questo? Linee generali per decidere della vita delle persone? Così finì nell’Italia ai tempi del Covid?

L’Italia è ancora un Paese cattolico?

Ancora: l’Italia è ancora un Paese cattolico? Le radici culturali dell’Italia sono ancora cattoliche? O si stanno applicando le parti rimaste ‘segrete’ del Trattato di Lisbona? La Santa Sede si pronuncerà in merito a questo? Si può scegliere a chi non dare le terapie? Se tutti sono chiamati a pagare le tasse, ebbene, in tempo di Covid, ci saranno persone che, pur avendo pagato le tasse, non potranno usufruire dei servizi per le tasse che hanno pagato. L’Italia sta veramente dando il peggio di sé!

 

 

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