Spagna: concorrenza sleale all’ortofrutta italiana su pesticidi e carburante. La Cina blocca l’import

14 gennaio 2021
  • Il ‘caso’ delle clementine prodotte del Sud Italia penalizzate
  • Agevolazioni sui carburanti che in Italia non esistono
  • I pesticidi più efficaci ma dannosi per la salute umana
  • Il gioco scorretto della Cina

Il ‘caso’ delle clementine prodotte del Sud Italia penalizzate

Ortofrutta: la Spagna, sfruttando i ‘buchi’ della legislazione dell’Unione europea, sta togliendo quote di mercato importanti all’Italia e, segnatamente, al Sud Italia. L’esempio è rappresentato dalle clementine, agrumi che si coltivano, per lo più, in Calabria, in Puglia, in  Sicilia, in Basilicata, in Campania e anche nel Lazio. Lo scorso anno la produzione italiana di clementine ha dovuto fare i conti con prezzi bassi e con la concorrenza di Spagna e Marocco. E con una speculazione al ribasso sui prezzi. Quest’anno lo scenario si sta ripetendo, con la concorrenza della Spagna sempre più agguerrita. Una concorrenza sleale da parte di un Paese dell’Unione europea!

Agevolazioni sui carburanti che in Italia non esistono

“Il dumping fa male ai produttori italiani – leggiamo su ITALIAFRUIT NEWS -. Difficile vincere la sfida della competitività con gli spagnoli, quando le condizioni in terra iberica – dal costo del lavoro alle agevolazioni per le imprese – sono di ben altro tenore. E così l’ortofrutta italiana paga dazio a Madrid”. Non ci capita spesso di dare ragione al leader della Coldiretti, Ettore Prandini: ma questa volta ha ragione da vendere! “Le cause son sempre quelle – dice Prandini -. Chi si organizza nella logistica vince: la Spagna fa viaggiare le sue merci più velocemente. E le regole Ue non sono uguali per tutti; alcuni Paesi riescono a sostenere le loro filiere, altri non possono per problemi economici. L’Italia esporta ortofrutta per 5 miliardi di euro, la Spagna per 13. Ma qualche anno fa, la Spagna era a 4. Gli spagnoli dialogano di continuo con le catene distributive, hanno incentivi sul costo del carburante che in Italia non ci sono, usano fitosanitari vietati in altri Paesi: tutto ciò incide sull’offerta del prodotto”.

I pesticidi più efficaci ma dannosi per la salute umana

Come ribadiamo spesso, in Italia la politica agricola la decidono le industrie. E su alcuni aspetti fondamentali – gli incentivi – la politica italiana non esiste, perché il Ministero delle Politiche agricole, spesso, serve alla politica per creare consenso, non per sostenere gli agricoltori. E’ normale che la Spagna assicuri incentivi sui carburanti al proprio sistema produttivo, mentre l’Italia – che peraltro per storiche quanto dissennate scelte economiche ha ridotto il trasporto merci del sistema ferroviario e navale in favore del gommato – non lo fa? E’ normale che i produttori di ortofrutta utilizzino rigorosamente pesticidi meno dannosi per la salute umana e per l’ambiente, per poi non vendere i propri prodotti, mentre sulle tavole degli italiani finiscono prodotti ortofrutticoli provenienti da altri paesi che costano meno ma sono pieni di pesticidi?

Il gioco scorretto della Cina

Nell’intervista Prandini spiega che oggi la Cina – quella Cina che esporta i propri prodotti in tutto il mondo (vedi il pomodoro cinese e la passata di pomodoro cinese prodotti chissà come, produzioni di infima qualità che distruggono le nostre coltivazioni di pomodoro!) – non vuole i nostri prodotti agricoli: li importa soltanto dai Paesi suoi alleati (a noi i cinesi, grazie ai Democratici americani, hanno rifilato il 5 G!). Ciò significa che, nei prossimi anni, la situazione, per l’export italiano di ortofrutta diventerà sempre più critica.

Foto tratta da La Cucina Italiana

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