Covid a Catania? Meglio un aperitivo e non pensare ad avvisi, politici ed esperti…

9 gennaio 2021
  • Catania, i giovani e l’aperitivo
  • Giornali, televisione, virologi, politici…
  • Scuola: chi decide tra Stato, Regioni e Comuni?
  • Da Palermo a Catania rilassati e (serenamente) assembrati

Da Palermo a Catania rilassati e (serenamente) assembrati 

Circola in queste ore sulla rete una foto di Piazza Currò, a Catania (vedi sopra) dove i giovani si ritrovano, complice la temperatura primaverile di questi giorni. Stamattina abbiamo raccontato i mini-assembramenti di Palermo. Nella città Etnea, invece, ci si rilassa, come dire?, in modo più corale. Cosa non sta funzionando nella comunicazione? Perché tanti cittadini fanno di testa propria? Stanchezza dopo undici mesi di pandemia? Messaggi poco efficaci? Cittadini indisciplinati? O sono la politica e l’informazione che non risultano credibili?

Catania, i giovani e l’aperitivo 

“Non è la prima volta – leggiamo sul quotidiano La Sicilia – che foto postate sui social (di cui talvolta si è anche messa in discussione la veridicità) testimonino come frotte di persone, dal Lungomare alla via Etnea, vadano in giro creando pericolosi assembramenti per l’ulteriore diffusione del coronavirus, in giornate o in orari in cui le disposizioni sindacali o governative predispongono altri comportamenti da seguire. Le ultime due immagini ad essere state postate su Facebook, risalgono alle 19,30 di ieri e ritraggono un’affollata piazza Currò, dove si trova l’Ostello della Gioventù, locale frequentato prevalentemente proprio da giovani; gli stessi che poi, qualche ora dopo, si sono allontanati dal luogo, o comunque distanziati, per l’arrivo delle volanti della Polizia”.

Giornali, televisione, virologi, politici…

Situazione diversa tra Palermo e Catania? Volendo no. Anzi, a Palermo – basta girare per le vie dei quartieri popolari – la mascherina abbassata sotto il naso o sotto il mento, e in alcuni casi l’assenza della stessa mascherina, riguarda una fascia ampia di popolazione. Noi che facciamo il mestiere di giornalisti, spesso, abbiamo difficoltà ad identificarci con chi non legge giornali – cartacei e online – e con chi o non guarda la televisione, o di quello che dice la televisione se ne sta altamente fregando. Osservando quello che succede a Palermo – soprattutto nelle vie dei quartieri popolari – e osservando i giovani catanesi che vanno a prendere l’aperitivo si è portati, quasi automaticamente, a pensare male di chi tiene certi comportamenti. Noi, però, vogliamo andare al di là di facili generalizzazioni, per cercare di capire se, alla fine, sono più saggi i politici che sono passati, nel giro di qualche mese, dalla celebrazione dei buoni vacanza alle zone rosse, o se, invece, sono più saggi i cittadini che, di fatto, ignorano giornali, televisione, virologi e politici.

Scuola: chi decide tra Stato, Regioni e Comuni?

Se guardiamo a quello che sta succedendo nella scuola – dove il Governo nazionale né conta e né passa, e dove sulle aperture e chiusure decidono le Regioni e i Comuni in caotica autonomia – non ce la sentiamo proprio di dare torto ai cittadini che decidono, in ‘autonomia’, di fare di testa propria. E’ evidente che – almeno a Palermo e a Catania sembra che le cose stiano così – i messaggi sui pericoli di questa pandemia e sul rischio degli ospedali pieni o non arrivano a tanti cittadini o, se arrivano, vengono considerati come una sorta attenti al lupo ripetuto mille volte senza che il lupo si sia mai fatto vivo.

Foto tratta da Catania Today

 

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