Cento anni fa nasceva Leonardo Sciascia: la vita e le opere

8 gennaio 2021
  • 8 Gennaio 1921, Racalmuto: nasce Leonardo Sciascia
  • “La Sicilia, il suo cuore”
  • 1956: “Le Parrocche di Regalpetra”
  • “Il giorno della Civetta”
  • “L’affaire Moro”

di Sara D’Angelo

8 Gennaio 1921, Racalmuto: nasce Leonardo Sciascia

Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto l’8 gennaio del 1921. Scrittore,
giornalista, saggista, ha onorato la sua Sicilia con l’inchiostro sulla
verità delle sue ombre maligne decise a oscurare il sole della perla del
Mediterraneo. Primo di tre fratelli, Leonardo nasce e cresce in una famiglia borghese, trascorre molto tempo della sua infanzia in compagnia dei
nonni e delle zie, un lungo tappeto di tempo che rimarrà impresso in quello
spazio di memoria dedicato agli affetti più cari. Nella sua piccola età
Leonardo dimostra di possedere una passione crescente per la scrittura e
la lettura. I suoi giochi sono penne, matite, quaderni, libri, tutti i
libri che riesce a trovare nella biblioteca del piccolo paese e in casa
di amici e parenti. È il 1935 quando il giovane Leonardo frequenta l’Istituto Magistrale IX Maggio, la scuola dove insegnava Vitaliano Brancati, lo scrittore considerato suo mentore, l’ombra sfuggente del loro rapporto
intellettuale è visibile nelle opere dello scrittore agrigentino.

“La Sicilia, il suo cuore”

Nel 1941 Leonardo Sciascia si diploma maestro elementare. Nello stesso
anno trova lavoro presso il consorzio agrario di Racalmuto. Nel 1944 sposa Maria Andronico da cui avrà due figlie, Laura e Anna Maria. Nel 1948 il suicidio del fratello Giuseppe di appena 25 anni è un lutto che segna la sua vita e che resterà per sempre un dolore intimo e privato, in futuro raramente ne parlerà in pubblico. Bisogna attendere il 1952 per assistere all’avvio delle prime pubblicazioni dello scrittore, testi di prosa, raccolte di poesie “La Sicilia, il suo cuore”. Intanto dirige riviste di letteratura e, dopo un breve periodo di insegnamento a Roma, ritorna a Caltanissetta.

1956: “Le Parrocche di Regalpetra”

Nel 1956 l’editore Laterza pubblicherà “Le Parrocchie di Regalpietra”, un saggio sul paese di Racalmuto, lo scrittore racconta la condizione di miseria delle classi meno abbienti, il lavoro duro degli zolfatari, la fame e il freddo della povera gente. Dal 1956 al 1961 scorrono gli anni che fanno da seminario all’opera che lo porterà a godere del prestigio intellettuale fondato sull’impegno civile.

“Il giorno della Civetta”

Nel 1961 pubblica “Il giorno della civetta”, il romanzo scritto nell’estate del 1960. Le prime pagine denunciano un fatto di cronaca nera, un imprenditore edile viene ucciso mentre sta per salire
sull’autobus che lo porterà a Palermo. L’assassino ha sparato dall’angolo tra la piazza e via Cavour. Intanto un uomo che abita proprio in quella via esce di casa e non vi fa più ritorno. Il commissario che indaga si trova davanti a un muro di gomma, il silenzio di testimoni diventati ciechi e sordi. Una storia di omertà, di “gente che non dorme mai”. Sciascia assiste al trasloco della mafia dalle piccole realtà di provincia agli affari nazionali e internazionali. Mafia e politica, mafia e appalti. Un coro alimentato da una sola voce. La parola “mafia” sussurrata, come un segreto noto a tutti, sconosciuto a nessuno. Tra le righe del romanzo traspare l’amore dello scrittore per la sua terra, la sua Sicilia vittima di “ingiurie” , famiglie, ombre da non svelare. Il denaro ha la sua legge, norme da rispettare all’interno di un tribunale “da onorare”. Il romanzo affronta il coraggio di una denuncia,
la cronaca di un omicidio di cinquant’anni fa, ma forse è successo appena ieri. L’impegno civile di Sciascia è gemello di quello di tanti siciliani che hanno affollato i quotidiani con il loro nome in prima pagina, listato a lutto.

“L’affaire Moro”

Nel 1979 lo scrittore viene eletto alla Camera dei deputati dove
rimarrà fino al 1983. Il rapimento dell’Onorevole Aldo Moro lo spinge ad
occuparsi della trattativa per liberarlo dalle mani spietate dei terroristi, scrive così “L’affaire Moro”, un pamphlet, un documento su fatti e dati di cronaca nera assecondando il dovere civico di affondare la penna dentro il potere della politica, “parola spaventosa ” la definì lo stesso Aldo Moro in una delle sue lettere da prigioniero. All’improvviso la malattia interrompe la sua attività letteraria, lo scrittore dirige la sua penna verso la narrativa, è il tempo della pubblicazione di “Porte aperte”, “Il cavaliere e la morte”, “Una storia semplice”. Il destino della sua Sicilia gli è sempre molto caro, la sua carriera intellettuale ci raggiunge non solo attraverso le sue opere, numerose sono le interviste rilasciate alle più importanti redazione televisive. Leonardo Sciascia muore a Palermo il 20 novembre 1989, il suo corpo riposa nel cimitero di Racalmuto.

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