L’unità d’Italia? ‘Pilotata’ da un Regno dove comandavano ladri e assassini

2 gennaio 2021

Fanno riflettere queste testimonianze di un editore torinese che racconta quello che succedeva in Piemonte e in Liguria due anni prima della ‘presunta’ unità d’Italia. Attenzione: sono testimonianze che l’autore riporta prendendole da giornali di quegli anni. Questa gente non solo, grazie all’Inghilterra, darà vita all’Italia, ma si prenderà il Sud derubandolo e riducendolo in miseria!    

Nel 1858 i ladri e gli assassini comandavano a bacchetta negli Stati Sardi. Per esempio, scrivevano da Genova alla Gazzetta del Popolo sotto la data dei 23 febbraio di quell’anno:

“Egli è da quindici o venti giorni che abbiamo nella nostra città una vera irruzione di grassatori, che aggrediscono i cittadini in ogni strada, spargendo l’apprensione nelle famiglie e l’allarme in tutta Genova. Cosa inaudita, non essendovi mai stato esempio di aggressioni notturne, neppure nelle località più remote. Ciò prova quanto sia male organizzata la nostra polizia, e quanto sia necessario riordinarla; ciò prova anche l’urgenza di una buona legge contro i ladri”.

E il dottore Alessandro Borella nella stessa Gazzetta del Popolo dei 13 agosto di detto anno soggiungeva: “Non sono un visionario ottimista da negare i tre fatti seguenti:

1° Che il numero delle esecuzioni capitali fatte in Piemonte nel primo semestre dell’anno 1858 supera già di molto il numero delle medesime eseguite negli anni precedenti;

2° Che nella stessa settimana in cui furono puniti di morte Depero e compagnia si commisero delle grassazioni nella provincia d’Alba e un furto audacissimo in quella di Saluzzo (e qui non tengo conto degli omicidi per risse avvenuti nella provincia di Cuneo);

3° Che i furti di campagna sono abituali nei nostri comuni, e restano impuniti nella massima parte.

“Questi fatti gravissimi danno ragione ad una doppia accusa: o che nel nostro paese non ci sono leggi buone a prevenire i delitti precitati; o che le buone leggi non sono eseguite. La prima accusa spetterebbe al Parlamento; la seconda al Governo, ossia ai ministri”.

Borri Felice Libraio Editore (torinese…), Come si rubava nel Regno d’Italia dal 1848 – 1872, Ediprint sas, pag. 59, 60.

Tratta di Regno delle Due Sicilie.eu

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