Covid: isolata a Pisa una variante con una capacità di crescita cento volte superiore alle altre

31 dicembre 2020

Il professor Mauro Pistello, virologo dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana, piega che ancora non si sa se si tratta o meno della cosiddetta variante inglese

“Alla fine della scorsa settimana abbiamo isolato su una giovane donna proveniente dall’Inghilterra una variante del virus che una volta messa a contatto con le cellule abbiamo visto che cresceva molto rapidamente, con una rapidità cento volte superiore a tutte le altre. Ma non sappiamo ancora se si tratta o meno della cosiddetta variante inglese”.

Lo dice il professor Mauro Pistello, virologo dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana. L’articolo lo leggiamo su DottNet.

“Dal punto di vista geografico – dice il professore Pistello – potrebbe trattarsi di quella variante perché questa giovane donna, italiana, proviene da un’area dell’Inghilterra meridionale dove è stata individuata. Nei prossimi giorni grazie alle analisi di laboratorio ne sapremo di più”.

Il professore Pistello spiega che si sta studiando “il grado di patogenicità di questa variante del virus: la paziente presentava tuttavia sintomi respiratori lievi e sta già meglio”.

Secondo il virologo, è necessario “attendere almeno una settimana per sapere se si tratti della variante inglese e se il fatto che cresca in vivo molto più rapidamente degli altri ceppi che abbiamo isolato finora deve preoccuparci o meno”.

Il professore Pistello osserva che la risposta principale è quella relativa “agli anticorpi neutralizzanti: compareremo il virus isolato sulla paziente proveniente dall’Inghilterra con quelli che abbiamo ricavato dai 400 pazienti trattati con la sperimentazione Tsunami impiegando il plasma dei guariti dal Covid-19 e se vediamo che, pur sviluppandosi molto rapidamente, gli anticorpi riescono comunque a neutralizzarlo, allora vorrà dire che non ci sono ulteriori motivi di preoccupazione rispetto ad altri ceppi del virus che abbiamo trattato in questi mesi di pandemia”.

QUI L’ARTICOLO DI DottNett

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