Coronavirus, un fine anno con i casi in crescita in Italia e in Sicilia. “Apri e chiudi” non paga

31 dicembre 2020

Con molta probabilità, paghiamo la strategia “apri e chiudi” disposta dal Governo nazionale. Sapendo che si va verso le chiusure, la gente si assembra e, quindici giorno dopo, i contagi aumentano. I dubbi di Ricciardi sulla riapertura delle scuole prevista per il 7 Gennaio 

Fine anno un po’ amaro, con il virus che torna a ‘mordere’. In Sicilia aumentano i contagi (sono 1299). La tendenza negativa si registra in tutta l’Italia. Che dire? Che, con molta probabilità, paghiamo il prezzo degli assembramenti precedenti all’istituzione della zona rossa natalizia: sapendo che ci sarebbero state le chiusure, le persone si sono riversate nelle strade, pensando che nei giorni successivi sarebbe rimasta chiusa in casa.

Un’idea: è proprio il caso di comunicare le chiusure con largo anticipo? Lo sappiamo: la gente va informata e la gestione del momento è difficile. Forse, però, si potrebbe fare qualcosa in più per evitare che tanta gente si riversi per le strade.

Considerato che ci sono stati assembramenti fino al giorno prima dell’istituzione della zona rossa natalizia c’è da aspettarsi lo stesso scenario nei prossimi giorni? Questo non lo sappiamo e non ce lo auguriamo. Immaginiamo, però, che quindici giorni dopo l’istituzione della zona rossa natalizia la situazione dovrebbe migliorare.

Oggi, intanto, come già ricordato, la Sicilia ha superato la soglia dei mille contagi. E preoccupa anche il tasso di positività con un +5% rispetto a quello registrato ieri.

Le province dell’Isola dove si registrano più casi sono Catania e Palermo. Al terzo posto c’è Messina. Nelle altre province i numeri sono più bassi. La più virtuosa è la provincia di Ragusa.

Lo stesso scenario, grosso modo, si registra in Italia. La dimostrazione che questi anti e bassi dipendono dai provvedimenti adottati dal Governo nazionale. Insomma, per dirla con chiarezza, questo apri e chiudi non risolve il problema.

La speranza è che il vaccino migliori la situazione: ma, in ogni caso, ci vorrà qualche mese.

Prima di verificare gli effetti del vaccino avremo modo di osservare gli effetti della riapertura delle scuole, prevista per il 7 Gennaio. Condividiamo la posizione espressa da Walter Ricciardi, consulente del Ministro della Salute per l’emergenza Coronavirus e professore di Igiene all’Università Cattolica:

“Il lockdown natalizio andrebbe prolungato almeno fino a metà gennaio e non ci sono le condizioni per riaprire le scuole tra una settimana”. In un’intervista al quotidiano La Stampa Ricciardi precisa:

“Per abbassare davvero la curva dei contagi, lo abbiamo visto, l’unica strada è quella di lockdown lunghi e nazionali. Anche la ‘zona rossa’ ora in vigore andrebbe prolungata, almeno fino a metà Gennaio, se vogliamo vedere effetti positivi. Se dal 7 Gennaio, di colpo, facciamo riprendere tutte le attività, assisteremo certamente a un rialzo della curva epidemica”.

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