Negli ultimi 30 anni, nel mondo, i casi di avvelenamento da pesticidi sono passati da 25 milioni a 385 milioni/ SERALE

29 dicembre 2020

A farne le spese, in primo luogo, come si legge in un’inchiesta di ‘Ambiente Bio’, sono gli agricoltori di tutto il mondo che – specie in Asia, in Africa e in India – maneggiano questi veleni chimici. Con la globalizzazione dell’economia questi prodotti agricoli – freschi e trasformati – arrivano a prezzi stracciati pure sulle nostre tavole, massacrando i nostri agricoltori e la nostra salute

I pesticidi stanno avvelenando il mondo. I casi di avvelenamento da sostanze chimiche utilizzate in agricoltura sono passati da 25 milioni nel 1990 a 385 milioni oggi. In un trentennio l’aumento è stato spaventoso.

Quando lanciamo l’allarme sul grano al glifosato e sull’ortofrutta che arriva da chissà dove lo facciamo perché l’uso sempre più smodato di pesticidi ed erbicidi – soprattutto in Africa e in Asia – è estremamente preoccupante, dato che con la globalizzazione dell’economia questi prodotti arrivano sulle nostre tavole.

Quando scriviamo che la globalizzazione dell’economia va fermata, soprattutto in agricoltura non lo facciamo solo per difendere i nostri agricoltori, massacrati da ortofrutta fresca e trasformata che arriva dall’universo mondo a prezzi stracciati. lo facciamo anche per difendere gli ignari consumatori che pensano di aver fatto chissà quale affare acquistando una bottiglia di olio d’oliva ‘extravergine’ a meno di 3 euro e la passata di pomodoro a meno di 60 centesimi di euro a bottiglia!

Un interessante articolo di Ambiente Bio fa il punto della situazione sull’inquinamento da prodotti chimici in agricoltura, pesticidi ed erbicidi.

Su 860 milioni circa di agricoltori che operano nel mondo, il 44% viene avvelenata ogni anno.

“La revisione sistematica degli avvelenamenti acuti non intenzionali da pesticidi – leggiamo su Ambiente Bio – è stata pubblicata sulla rivista peer-reviewed BMC Public Health. L’articolo, intitolato ‘La distribuzione globale dell’avvelenamento acuto non intenzionale da pesticidi: stime basate su una revisione sistematica’, è la prima stima globale di questo tipo dal 1990″.

“Questi risultati sottolineano l’urgenza di ridurre ed eliminare l’uso di pesticidi altamente pericolosi – afferma Kristin Schafer, coordinatore del Pesticide Action Network (PAN) International -. Questi pesticidi stanno causando l’inaccettabile avvelenamento di coloro che producono il nostro cibo, ma anche effetti cronici sulla salute come il cancro e impatti ecologici come il collasso della biodiversità. Il tempo per l’azione globale è atteso da tempo”.

Molto interessante la parte che esamina i luoghi del mondo dove maggiore è l’inquinamento da pesticidi:

“Lo studio – prosegue l’articolo – ha rilevato che il maggior numero di casi di avvelenamento non mortale si è verificato nell’Asia meridionale, seguita dal sud-est asiatico e dall’Africa orientale. La più alta incidenza a livello nazionale si è verificata in Burkina Faso, dove quasi l’84% degli agricoltori e dei lavoratori agricoli subisce ogni anno avvelenamenti acuti non intenzionali da pesticidi. Si stima che le morti totali in tutto il mondo per avvelenamenti non intenzionali da pesticidi siano circa 11.000 all’anno. Quasi il 60% dei quali si verifica in un solo Paese, l’India, indicando gravi problemi con l’uso di pesticidi, secondo i ricercatori”.

Nell’articolo si segnala un “aumento dell’81% nell’uso di pesticidi dal 1990 (si stima che nel 2017 siano state utilizzate circa 4,1 milioni di tonnellate di pesticidi in tutto il mondo). I ricercatori sottolineano la sottostima per spiegare le stime relativamente basse di vittime. La sottostima è anche un problema per gli avvelenamenti da pesticidi in generale, poiché molti sistemi di segnalazione specifici per Paese mancano di un punto centrale di segnalazione o mancano di un meccanismo legale che richieda la segnalazione degli incidenti”.

Che dire di questi dati? Che il potere – Unione europea in testa – li nasconde, perché l’informazione su questi argomenti impedirebbe a chi controlla la Ue di far arrivare in Europa prodotti agricoli avvelenati. Meglio non far sapere nulla di questi argomenti così le multinazionali possono continuare a fare affari in Africa e in Asia in cambio dell’importazione massiccia di prodotti agricoli di questi Paesi.

Il risultato di questa follia che si chiama globalizzazione è che nei Paesi dove si fa agricoltura a colpi di pesticidi ed erbicidi senza criterio – Asia meridionale, Sud est asiatico, Africa, India – tanti agricoltori si avvelenano e poi si avvelenano anche i consumatori. A guadagnare una barca di soldi sono le multinazionali che fanno affari in questi Paesi e le multinazionali della chimica in agricoltura che vendono a questi Paesi montagne di pesticidi ed erbicidi che, alla fine del giro, arrivano pure sulle nostre tavole!

Ci possiamo difendere? Non con la politica, perché in questo momento che predica lo smantellamento dell’Unione europea viene considerato un “populista” da combattere, non capendo che il sistema voluto dall’attuale Ue ci parta fino a casa il grano al glifosato e alle micotossine, il pomodoro fresco e trasformato prodotto Iddio solo sa come e via continuando con altri futti e altri ortaggi.

Fino a quando una forma ottusa di ‘europeismo’ non verrà sgamata l’unica difesa è portare in tavola solo prodotto della nostra Regione. Ci troviamo in Sicilia? Compra siciliano, possibilmente evitando, fin dov’è possibile, i Centri commerciali e privilegiando i negozi artigianali e i mercati contadini. Di più in questo momento non si può fare.

QUI L’ARTICOLO DI AMBIENTE BIO

 

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