Agricoltura & Kafka: l’incredibile storia di Ettore Pottino e del suo agriturismo ‘invisibile’

29 dicembre 2020

Dopo aver lavorato per anni e anni con la sua azienda agrituristica ‘Monaco di Mezzo’, pagando tasse e imposte, Ettore Pottino – presidente di Confagricoltura Sicilia – ha ‘scoperto’ kafkianamente che il suo agriturismo non esiste… E quindi niente aiuti dal Decreto Ristori!

“Sono vittima di un inchiappo burocratico”.

Taglia corto Ettore Pottino, agricoltore, titolare anche di un’impresa agrituristica, presidente di Confagricoltura Sicilia. La storia che sta vivendo, un po’ kafkiana, merita di essere raccontata.

“Oltre a essere agricoltore – di dice Pottino – come attività connessa gestisco un agriturismo. Ho presentato lo scorso Maggio la domanda per il contributo ristoro che era aperta a tutti i settori che avevano avuto un calo di fatturato rispetto al 2019 e ho ricevuto correttamente il dovuto. Il Decreto Ristori di Ottobre ha limitato l’intervento alle attività turistiche e prevede l’automatismo agganciandosi alla prima richiesta. Ho aspettato ma non è arrivato nulla”.

Come mai?

“Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che in anagrafe tributaria risulto solo come azienda agricola e non c’è l’attività di agriturismo. Quindi spunta che non ho mai presentato istanza, visto che la prima è stata pagata come agricoltura… Il paradosso è che nel Registro delle imprese è tutto chiaramente descritto ed è riportata anche l’attività di agriturismo”.

Immaginiamo che avrà anche pagato tasse e imposte.

“Certo! Da venticinque anni presento dichiarazione dei redditi e IVA, indicando il fatturato agrituristico e pagandoci le tasse. Ho anche richiesto un rimborso IVA che mi è stato riconosciuto e sono stato anche oggetto di una verifica fiscale conclusasi positivamente”.

Ha provato a cercare una spiegazione?

“Con molta probabilità, pago il prezzo di essere un pioniere. Quando ho iniziato, nel 1995, tutto era cartaceo. Un’ipotesi è che, nel passaggio dal cartaceo al digitale, potrebbe essere avvenuto qualcosa”.

Documenti smarriti?

“Questo non lo so, ma qualcosa è avvenuta. Detto questo, è solo da qualche anno che l’iscrizione al Registro delle imprese e modifiche è sincronizzato con l’agenzia delle Entrate. In teoria dovevano comunque allinearsi ma gli operatori probabilmente, volendo fare sintesi, hanno perso qualche tassello. Comunque è sbagliata questa storia dei codici ateco che, come riportato nei certificati camerali, ha rilevanza solo ai fini statistici”.

Ma non può fare nulla?

“L’ultima chance è presentare un’istanza di autotutela, allegando tutta la documentazione dell’attività e accendere un cero alla Madonna. Ciò che mi spaventa è l’assoluta non tracciabilità dei procedimenti. Ho dovuto ricostruire tutti i passaggi di questa storia senza potere visualizzare alcunché, o ricevere un alert, o interrogare il sistema. Insomma assolutamente inerme”.

Cosa pensa alla fine? 

“Mi sento abbandonato. Mi hanno fatto chiudere o lavorare a singhiozzo. E ora devo combattere contro i mulini a vento”.

 

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