Elezioni americane: domani la Corte Suprema si pronuncia su un ricorso di Trump sul voto in Pennysilvania

23 dicembre 2020

In pratica, è lo stesso ricorso che hanno presentato sei Stati. In questo caso i Giudici della Corte Suprema degli Stati Uniti non sono entrati nel merito, ma hanno detto che i sei Stati non hanno interesse diretto nelle questioni costituzionali della Pennysilvania. Domani – a nostro avviso – i Giudici della Corte Suprema dovranno invece entrare nel merito del ricorso, perché Trump ha un interesse diretto. In questo articolo e nel video si illustra il perché 

Oggi torniamo a informare i nostri lettori sulle elezioni americane perché ci sono due notizie degne di nota. La prima notizia è una balla, la seconda è una notizia vera.

La balla è che Trump avrebbe deciso di fare ricorso alla legge marziale sfruttando l’Insurrection Act. Notizia non vera.

La seconda notizia, invece, è interessante. Domani torna a riunirsi la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America. Tema: un ricorso firmato dallo stesso Trump, che denuncia la violazione della Costituzione nella Pennysilvania. 

Di fatto, è lo stesso ricorso – ma per il solo Stato della Pennysilvania – presentato nei giorni scorsi da sei Stati. In quel caso i Giudici della Corte Suprema hanno risposto che i sei Stati non hanno interesse diretto in questa storia. In questo modo i Giudici non si sono pronunciati sul merito.  

Nel caso di Trump, però, i Giudici si dovrebbero pronunciare, perché Trump ha interesse diretto, visto che il risultato delle elezioni in Pennysilvania lo ha danneggiato. Proviamo a illustrare meglio di cosa si tratta.

Il Governatore della Pennysilvania, con la scusa che c’è il Covid, ha di fatto cambiato la legge elettorale dello Stato nella parte relativa al voto postale. In pratica, la Pennisynvalia ha accettato come valide schede votate che sono arrivate oltre il termine temporale stabilito dalla legge costituzionale che il Governatore di questo Stato ha cambiato ignorando il Parlamento.

Questo ha finito con l’avvantaggiare l’avversario di Trump, Joe Biden, perché quasi tutti i voti postali arrivati in  Pennysilvania erano per Biden. E sono stati proprio i voti postali arrivati oltre i termini temporali previsti dalla legge costituzionale mutata dal Governatore che hanno fatto vincere Biden in Pennysilvania (questo, in realtà, è avvenuto anche in altri Stati).

I legali di Trump sostengono che il Governatore non ha il potere di cambiare una legge costituzionale (ricordiamo che ognuno dei 50 Stati americani ha una propria Costituzione, un proprio Parlamento, proprie leggi e una propria magistratura).

Il potere di cambiare una legge costituzionale non ce l’ha il Governatore, ma il Parlamento della Pennysilvania. Ed è così anche negli altri Stati.

I legali di Trump stanno cercando di affermare un principio che, in realtà, è sancito dalla stessa Costituzione della Pennysilvania: il potere di cambiare una legge non spetta al Governo (in questo caso al Governatore), ma al Parlamento (in questo caso dal Parlamento della Pennysilvania).

Ci sarebbe anche una terza notizia: una battaglia legale in Arizona, dove i legali di Trump cercano di saperne di più sul sistema Dominion, o meglio sulle macchine del sistema Dominion che hanno contato i voti. Ma fino ad ora non hanno ottenuto risultati.

Sia la notizia non vera, sia la notizia vera sono illustrate molto bene nel video di Roberto Mazzoni.

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