1749: quando in Sicilia c’erano i gelsi, la seta e il taglio cesareo

23 dicembre 2020

In questo passo del libro di Giovanni Gibilaro si raccontano alcuni elementi economici, sociali e sanitari della Sicilia di allora. Spiccano l’industria della seta, l’architettura, la cultura e la gestione sanitaria  

Il regno di Carlo III fu un raro periodo di pace che assicurò a tutti i siciliani una vita tranquilla e prospera.

Innumerevoli provvedimenti furono presi in tutti i settori.

Nel 1748 fu indetto il censimento della popolazione.

Grande incremento ebbero i cantieri navali per la costruzione specialmente di legni commerciali.

In agricoltura fu proprio la Sicilia che additò all’Italia ed all’Europa la maniera di coltivare i gelsi, di governare i bachi, di estrarne la seta e di tessere i drappi. La pastorizia, allora estremamente diffusa, venne difesa. La diligenza del governo riuscì a mantenere lontana la malattia della vescica detta “cancro volante” da cui erano stati colpiti i buoi e le vacche nel Piemonte e nel Veneto nel 1757.

Nel campo sanitario Carlo III promulgò il 9 agosto 1749 una prammatica che permetteva il taglio cesareo e prescriveva il modo come dovesse eseguirsi.

Per quanto riguarda le scuole furono potenziate le scuole pubbliche tenute dai Gesuiti e dai padri Scolopii e in quelle dei Seminari Vescovili fu consentito l’accesso a tutti, anche a coloro che non intendevano intraprendere la carriera ecclesiastica.

Nel 1760 la Biblioteca di Casa Professa a Palermo ebbe accordata la rendita di onze settanta per salario dei custodi e per mantenerla ed arricchirla. Vennero pubblicati un vocabolario etimologico italiano e latino ed un dizionario siciliano-italiano-latino.

Fiorirono le Arti. Nella scultura a Palermo vennero fuse le statue dell’imperatore austriaco Carlo VI e della sua consorte e col loro bronzo ne furono fatte altre due raffiguranti Carlo III e l’augusta sua sposa. Carlo III era sposato con la principessa Amalia Walburga di Sassonia, figlia del re di Polonia Federico Augusto III.

Tra gli architetti siciliani emerse il sommo Filippo Juvara, che tra le tante sue opere costruì anche la Chiesa di Superga a Torino ed il palazzo reale a Madrid.

Giovanni Gibilaro I Borboni e il Molo di Girgenti, Edizioni Centro Culturale Pirandello – Agrigento, pag. 19, 20.

Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

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