Il disprezzo di Dostoevskij per Cavour e per il “regno di second’ordine” dei Savoia

19 dicembre 2020

Fëdor Michajlovic’ Dostoevskij, il grande scrittore russo e, forse, uno dei più grandi scrittori di tutti i tempi amava l’Italia e non aveva pace nel vedere il nostro Paese finito nelle mani di “un regno che non significa letteralmente nulla”. Il suo disprezzo per “la creazione del conte di Cavour!”

Per duemila anni l’Italia ha portato in sé un’idea universale capace di riunire il mondo, non una qualunque idea astratta, non la speculazione di una mente di gabinetto, ma un’idea reale, organica, frutto della vita della nazione, frutto della vita del mondo: L’IDEA DELL’UNIONE DI TUTTO IL MONDO, da principio quella romana antica, poi la papale.

I popoli cresciuti e scomparsi in questi due millenni e mezzo in Italia comprendevano che erano i portatori di un’idea universale, e quando non lo comprendevano, lo sentivano e lo presentivano. LA SCIENZA, L’ARTE, TUTTO SI RIVESTIVA E PENETRAVA DI QUESTO SIGNIFICATO MONDIALE.

Ammettiamo pure che questa idea mondiale, alla fine, si era logorata, stremata ed esaurita (ma è stato proprio così?) ma che cosa è venuto al suo posto, per che cosa possiamo congratularci con l’Italia, che cosa ha ottenuto di meglio dopo la diplomazia del conte di Cavour?

È sorto un piccolo regno di second’ordine, che ha perduto qualsiasi pretesa di valore mondiale, […] UN REGNO SODDISFATTO DELLA SUA UNITA’, CHE NON SIGNIFICA LETTERALMENTE NULLA, un’unità meccanica e non spirituale (cioè non l’unità mondiale di una volta) E PER DI PIU’ PIENO DI DEBITI NON PAGATI e soprattutto soddisfatto del suo essere un regno di second’ordine.

Ecco quel che ne è derivato, ecco la creazione del conte di Cavour!”

Fëdor Michajlovic’ Dostoevskij Diario di uno scrittore, 1877

Tratto da Regno delle Due Sicilie.eu

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